Prosegue l’incandescente dibattito politico sui debiti del Comune di Terni. Ieri la battaglia in Consiglio comunale, dove il sindaco ha confermato il taglio degli assessori e annunciato il ricorso al predissesto. Oggi le opposizioni attaccano a testa bassa.
ESPOSTI Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, il Movimento 5 Stelle ed Enrico Melasecche hanno annunciato la predisposizione “di un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica” in merito a presunte illegittimità legate alla vicenda dei debiti per la gestione delle mense dei servizi educativi. Melasecche e Thomas De Luca hanno spiegato che l’esposto sarà completato nei prossimi giorni e potrà essere sostenuto da tutti i consiglieri comunali che lo riterranno opportuno.
CECCONI Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi, ritiene che l’unica via siano le dimissioni del sindaco ed il commissariamento del Comune.
Scrive Cecconi in una nota: “Chi ha provocato il danno, non può e non deve gestire l’emergenza conseguente. Per questo ho chiesto in consiglio comunale – e ribadisco – che sindaco e giunta devono andare a casa ed è necessario e urgente l’arrivo di un commissario prefettizio.
L’entità della situazione debitoria reale, sicuramente superiore alle cifre che sono finora trapelate, continua ad essere tenuta nascosta. E tanto basterebbe. Ma, soprattutto, a rendere completamente inaffidabile Di Girolamo, il suo assessore al bilancio e l’intera compagine di governo (o ciò che ne resta) è la menzogna consapevole a cui sono ricorsi finora, in questi primi due anni e mezzo di consiliatura: bilancio di previsione dopo bilancio di previsione (2014, 2015 e 2016), assestamento dopo assestamento, consuntivo dopo consuntivo, nonostante tutte le reiterate censure dei Revisori dei Conti, sistematicamente ignorate.
Di Girolamo e i suoi conoscevano perfettamente i debiti milionari di Palazzo Spada nei confronti delle proprie partecipate e nei confronti dei fornitori. Di Girolamo e i suoi, per fare un altro esempio, sapevano perfettamente che certe poste inserite in bilancio alla voce/entrate erano del tutto fittizie: è il caso degli introiti milionari che ci hanno dato a bere sarebbero dovuti arrivare ad esito del contenzioso con la Telecom; è il caso delle cifre assurde che erano state contabilizzate come incasso per la vendita dell’ex foresteria delle acciaierie a Piazza Tacito. Eppure, queste menzogne consapevoli sono state messe nere su bianco, per fingere di chiudere un bilancio in pareggio, tirare a campare, guadagnare tempo continuando a bluffare.
Così facendo – e sono solo esempi – Di Girolamo & C hanno perso qualunque credibilità ed affidabilità. Chi ha provocato il disastro non può restare dov’è, con al pretesa di gestire i rimedi.
Per questo, all’inizio della consiliatura – sul consuntivo 2013 – insieme al consigliere Crescimbeni abbiamo mandato le carte alla Corte dei Conti per un formale esposto. Per questo, adesso, ho chiesto in consiglio – e ribadisco – che l’unica soluzione è che a Palazzo Spada si insedi un soggetto terzo, neutrale ed autorevole, onesto e disinteressato, che faccia finalmente chiarezza ed impronti le soluzioni più efficaci. Saranno soluzioni pesanti per i ternani? Aumenti di tasse e imposte? Alienazioni forzate? Ammortamento pluriennale dei debiti? Sono comunque soluzioni obbligate, proprio per colpa di Di Girolamo & C. Ma almeno potremo contare su un’operazione-verità”.
CRESCIMBENI Il consigliere comunale del gruppo misto, Paolo Crescimbeni, invoca un passo indietro del sindaco Di Girolamo.
Il comunicato di Crescimbeni: “L’amministrazione comunale di Terni si sta avviando a chiedere la dichiarazione di predissesto ex art. 243 e seguenti del T.U.E.L.
Le dichiarazioni programmatiche di ieri del Sindaco prive di progettualità, senza una sola idea nuova, sono state la pietra tombale di una gestione amministrativa male iniziata e destinata a fare il peggio per la Città se non si conclude al più presto. Milioni di debiti fuori bilancio sono un sintomo inequivocabile.
La procedura di predissesto è stata inventata dal governo Monti, becchino della economia italiana. Con tale procedura, se venisse approvata, i debiti creati dal malgoverno del PD e soci saranno pagati con i beni di tutti i cittadini. Sarebbe un furto legalizzato!
Paghi chi ha sbagliato. E se chi ha sbagliato non ha i soldi, faccia una colletta tra i propri elettori che hanno voluto tutto ciò. Chieda solo ai suoi e non a tutti, non anche a chi non ha voluto questa amministrazione né le precedenti, tutte fallimentari.
Immagino l’esito fragoroso di tale raccolta.
Di Girolamo, se vuole il bene di questa città, faccia un passo indietro; Terni è allo stremo e non ha più tempo per attendere un agonizzante piano di risanamento”.