Contro l’inquinamento, contro gli sprechi, contro gli autovelox, contro le troppe esternalizzazioni, contro i parcheggi a pagamento, contro la Ztl, contro un numero troppo elevato di dirigenti comunali. Ma soprattutto contro il Partito Democratico. Si è presentato così Francesco Bartoli, candidato a sindaco di Terni per la lista civica Democrazia Diretta, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Spada.
Senza mezzi toni, Bartoli ha dichiarato: “Il Pd è il cancro di questa città, probabilmente in altre città il Pd è un modello di gestione ma a Terni no. Al ballottaggio appoggeremo chiunque pur di batterlo. Siamo noi il voto utile: garantiamo 5 anni di lotta al Partito Democratico, siamo la vera opposizione al Pd e a Palazzo Spada apriremo i cassetti cercando le delibere a favore dell’Actl cui ha votato a favore anche chi era all’opposizione”.
Il battagliero candidato sindaco di Democrazia Diretta ha ripercorso gli ultimi mesi di manovre per cercare di dar vita ad un fronte unico che si opponesse al centrosinistra ma “di fronte all’impossibilità di dar vita ad una coalizione che rispecchiasse i nostri principi è maturata in noi la scelta di andare da soli , sia per non snaturare il nostro movimento, ma soprattutto per non tradire le aspettative di quei cittadini sempre più numerosi che vedevano in me ed in Democrazia Diretta un punto di riferimento, una garanzia di effettivo cambiamento”.
Bartoli ha spiegato il percorso che lo ha portato alla candidatura: “Quando io ho deciso di metterci la faccia l’ho fatto perché da cittadino sentivo il bisogno di svegliare questa città dormiente, per questo mi hanno attaccato in tutti i modi, in modo diretto ed indiretto, per delegittimare la mia persona agli occhi dell’opinione pubblica, ma non ci sono riusciti. Più ero oggetto di attacchi e più mi rendevo conto di essere diventato un punto di riferimento, per essere l’unica voce fuori dal coro, l’unico che a detta di tutti ha svolto una reale opposizione al Partito Democratico pur non essendo in Consiglio comunale. La frase ‘bisogna dirlo a Bartoli’ pronunciata da cittadini che avevano un problema con il comune è diventata ‘virale’, le persone hanno iniziato a fermarmi per strada attestandomi la loro stima e confidandomi i loro problemi”.
Ora propone dieci punti “subito realizzabili”, cioè:
1. Togliamo le strisce blu e facciamoci le piste ciclabili
2. Eliminiamo Atc servizi risparmiando 700 mila euro
3. Zona pedonale effettiva ampliata
4. Ztl con orari come le citta moderne con accesso ai veicoli non inquinanti
5. Navette elettriche dai parcheggi al centro
6. Un nuovo grande parcheggio in centro (aree piazza del mercato largo Cairoli)
7. Detassazione per l’occupazione di suolo pubblico, parcheggi meno cari
8. Vogliamo strade pulite no mondezza no abusivi senza buche
9. Vogliamo strade sicure vigili a piedi
10. Zona movida controllata licenze a punti / città del divertimento a Maratta.
Bartoli propone inoltre “meno assessori, meno dirigenti, più dipendenti”. Per quanto riguarda gli assessori, secondo Bartoli il numero potrebbe essere dimezzato, da 10 a 5, “con un risparmio di 2,5 milioni in 5 anni”. Più che da dimezzare il numero dei dirigenti comunali: “Passare da 18 a 8 con 3 milioni di euro di risparmio ogni anno”. I soldi così risparmiati sarebbero destinati a “contributi alle famiglie in difficoltà e abbassamento delle tasse comunali”.
Il candidato a sindaco di Democrazia Diretta dice “basta con l’esternalizzazione dei servizi alle coop che producono Maserati per chi le gestisce e miseria per chi ci lavora, basta con il Caos”, chiede di pensare ad “alternative all’acciaieria che non può essere il solo futuro di Terni”, propone “un centro fieristico nel compendio ex Bosco”, la realizzazione di un campus per i così detti sport minori, un “nuovo stadio con spazi commerciali per garantire un futuro alla Ternana che sia volano per gli altri sport come il rugby”, lo spegnimento degli inceneritori e la lotta a qualsiasi tipo di inquinamento.
Bartoli riserva ancora una stoccata al Partito Democratico: “Con il loro slogan dicono ‘facciamolo’, noi gli diciamo ma perché in quindici anni questo non lo avete fatto?” e infine lancia la sfida al sindaco Di Girolamo: “Voglio un confronto all’americana, decida lui dove e quando e io ci sarò. Nella sede del suo partito? Io ci sarò. A radio Galileo? Io ci sarò. Di Girolamo non inventarti scuse, facciamo il confronto”.
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