Dal primo gennaio al 30 aprile di quest’anno, 41 aziende metalmeccaniche del comprensorio ternano hanno chiesto l’apertura della cassa integrazione, coinvolgendo in totale 737 dipendenti: a fornire con preoccupazione i numeri, che si aggiungono a quelli già negativi del 2014, è la Fim Cisl, che oggi ha tenuto a Terni il proprio coordinamento.
La sigla sindacale sottolinea il silenzio attorno al rinnovo dei contratti alla Ilserv Harsco, la maggiore ditta esterna dell’Ast, le vicende di Faurecia e della Itelco Broadcast. Per quanto riguarda l’acciaieria, evidenzia la Fim Cisl in una nota, è “necessaria la stabilizzazione delle relazioni tra apicali e lavoratori, tra direzione aziendale e sindacato, rafforzando i rapporti con i clienti”. Fondamentali, a detta del sindacato, anche l’investimento di circa cinque milioni di euro per l’annunciato revamping di una linea del Tubificio e la messa in opera della linea 6.
Aggiunge Fim Cisl: “Alle istituzioni locali chiediamo di riporre al centro dell’attenzione la questione industriale, di come far ripartire il Paese perché per noi la priorità è il rilancio del settore e la salvaguardia dell’occupazione in un comprensorio dove la professionalità e le competenze delle maestranze sono a livello di eccellenza”. In Ast, come nel resto delle altre aziende metalmeccaniche del territorio, bisogna infine rilanciare “le opportunità formative per i soggetti più deboli”.