In vista della decisione definitiva sull’inceneritore TerniBiomasse, Isde (Medici per l’Ambiente) scrive al sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo chiedendo la dismissione degli inceneritori, giudicati dannosi non soltanto per la salute e l’ambiente ma anche per l’economia. I medici ricordano la situazione particolarmente critica di Terni e avanzano tre proposte.
La lettera aperta di Massimo Formica presidente Isde Terni, e Carlo Romagnoli di Isde Umbria:
“Caro Sindaco,
come ISDE, società scientifica che ha nel proprio Statuto la difesa del diritto alla salute degli esposti a fattori di rischio involontario, siamo più volte intervenuti nel dibattito ternano, proponendo forme condivise di intervento su una realtà ambientale connotata da criticità e in quanto tale individuata dalla normativa di Stato come Sito di Interesse Nazionale, mentre qui è solo il caso di ricordare che lo studio SENTIERI ha evidenziato eccessi di mortalità e semplici nostre ricerche sul Registro Europeo “European Pollutant Release and Transfer Register” (E-PRTR1) hanno fatto emergere, nel silenzio assordante di ASL ed ARPA, emissioni di portata estremamente preoccupante da un punto di vista di sanità pubblica.
Questa lettera aperta trova occasione nella decisione che la Città dovrà prendere in questi giorni in merito alla riattivazione dell’inceneritore “TerniBiomasse”, occasione che riteniamo rappresenti una importante opportunità per armonizzare lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente e della salute, in quanto si tratta di una attività classicamente “estrattiva” cioè finalizzata ad usare le matrici ambientali del Ternano per produrre profitto, dato che il pulpers di cartiera ivi “termovalorizzato” viene prodotto fuori regione.
A nostro parere, gli inceneritori in generale e l’attuale sovra capacità impiantistica che si registra in Umbria ed a Terni fanno male alla salute ed all’ambiente (affermazione che trova documentazione nell’allegato a questa lettera che riassume le evidenze scientifiche sulla nocività di vecchi e nuovi inceneritori) ma sono anche un ostacolo all’economia circolare – unanimemente riconosciuta come modello di riferimento per superare le crisi – poiché richiedono una quantità fissa di rifiuti residui da smaltire per i prossimi 20-25 anni. Una rigidità operativa che crea problemi di programmazione ed economici, e che diventa un grande ostacolo alla realizzazione di una filiera di recupero dei rifiuti.
La nostra proposta si basa su tre punti:
1) Attivazione a Terni di un biodistretto, cioè di un territorio in cui, data la situazione critica di tutte le matrici ambientali, siano definiti – in quanto SIN e fino a disinquinamento avvenuto – vincoli all’uso delle stesse, che possono solo essere date in concessione per periodi definiti e in ogni caso restituite sotto condizioni che ne garantiscano la qualità sul piano: della salute umana nostra e delle generazioni a venire, della difesa della biodiversità, del contributo all’omeostasi sistemica e della qualità paesaggistica. Questo implica la definizione ed il monitoraggio dell’ìmpatto antropico delle principali attività in essere, compresi gli inquinanti emessi dagli impianti di trattamento rifiuti, dalle altre rilevanti attività produttive e dalle attività connesse con riscaldamento e mobilità urbana, che vanno riorientate verso soluzioni conformi all’economia circolare;
2) Lo sviluppo di un piano strategico per l’Economia circolare, anche approfittando dei finanziamenti che il riconoscimento del Ternano come area di crisi complessa ha fatto arrivare sul territorio, prevedendo la transizione delle attività produttive verso tale nuovo modello di produzione, adottato anche dalle UE con una apposita direttiva.
3) La pianificazione della dismissione degli inceneritori e l’immediato superamento del trattamento in cui vengono mescolati rifiuti speciali e urbani, riservando nel periodo a termine gli inceneritori ai soli rifiuti urbani.
Su queste proposte garantiamo il contributo scientifico di ISDE, chiedendo che sia aperto un dibattito trasparente e partecipato sulle nuove forme possibili di governo del territorio da parte degli esposti, gli unici in grado di garantire, sotto definite condizioni, la salvaguardia delle matrici ambientali.
Certi che saprete fare quanto in vostro potere per trasformare una procedura apparentemente burocratica in un lucido momento di programmazione territoriale che ridia poteri ai territori. Salvaguardi la salute dei cittadini e ponga le basi per il passaggio ad attività produttive finalmente sostenibili”.