Italia Nostra Terni replica all’assessore Giacchetti che oggi ha rilasciato le prime dichiarazioni sulla questione della diossina negli alimenti. Il presidente dell’associazione, Andrea Liberati, smonta pezzo per pezzo quanto sostenuto da Giacchetti e critica severamente gli amministratori locali giudicati “asserviti” a Thyssenkrupp, tanto da arrivare a scrivere che “sindaco de facto” di Terni è la stessa multinazionale tedesca.
La replica di Andrea Liberati, presidente di Italia Nostra Terni:
“Le parole e il tenore della risposta dell’assessore Giacchetti a Italia Nostra e WWF indicano che la città è governata de facto dalla Thyssen Krupp: così non si discerne affatto tra interessi particolari e quelli generali a una sana compatibilità tra salute e lavoro.
L’assessore evoca il fatto che le acciaierie siano in regime di controllo AIA. Anche l’ILVA di Taranto lo è, un fatto che non garantisce nulla in sé. Tutto dipende dall’esistenza di una qualche tensione morale nel logos politico, dalla presenza di controlli e sanzioni. Al Sud la differenza l’han fatta magistrati coraggiosi, in grado di scoprire interessenze d’altra parte prevedibili, spezzando il circuito vizioso che da decenni ammorbava la città pugliese.
L’assessore Giacchetti faccia dunque un giro a vocabolo Valle per iniziare a capire certi argomenti: ieri eravamo lì con alcuni giornalisti di testate nazionali. Costoro hanno potuto registrare quanta discrasia esista tra alcune norme dell’AIA – che ad esempio impone il lavaggio ruote ai camion in uscita dalla discarica – e la loro reale applicazione – un numero trascurabile aveva gomme effettivamente bagnate, con grandi problemi per i residenti.
Ovviamente nessun’autorità a verificare il rispetto intransingente delle regole. La stessa Arpa Umbria, stranamente ai minimi termini quanto a organico nella città di Terni, ha già segnalato alla Procura una quindicina di violazioni AIA; la Magistratura, già impegnata con tre procedimenti giudiziari sulla discarica, i laghetti di cromo esavalente e il tunnel Tescino, agirà con auspicabile rapidità su nuovi fronti che riguardano la salute umana, storie su cui per troppo tempo si è andati al rallentatore o non ci si è mossi affatto. Dica infatti l’assessore, se è in grado, quanti prelievi sugli alimenti siano stati svolti nel SIN dal momento della sua costituzione. E quanti, in quelle zone, negli ultimi 30 anni. Chiarisca se i controlli siano stati eseguiti con sistematicità, se abbiano riguardato metalli pesanti e diossine, se ciò sia avvenuto in forme diverse o non sia avvenuto affatto.
Quanto alla diossina, l’assessore ignora che l’acciaieria ne genera in misura importante – lui sostiene che accadrebbe solo ‘in linea teorica’ – essendo invece il decimo complesso industriale italiano per diossine prodotte; e il sesto, sopravanzato appena dall’ILVA, quinta, per PCB. A dirlo non siamo noi, né lui, ma l’“Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera” dell’ISPRA, rapporto 2010.
Stupisce poi che Giacchetti – a questo punto presunto assessore – attenda ancor oggi la trasmissione dalla ASL dei dati su diossine e PCB negli alimenti, resi invece pubblici sin da marzo 2014 grazie esclusivamente all’impegno di alcuni giornalisti, ma senza la minima collaborazione delle Amministrazioni coinvolte: sia perciò lui stesso a sollecitarli o a recarsi di persona all’ASL 2 o allo Zooprofilattico Umbria-Marche o al Ministero della Salute, se intende davvero capire di cosa stiamo parlando.
Quanto infine ai controlli, non prendiamoci in giro. Dopo le altissime concentrazioni di nichel e cromo nei suoli (denuncia del dicembre 2013), abbiamo chiesto la perimetrazione del pericolo (gennaio 2014) e poi di porre deposimetri (febbraio 2014) a Borgo Bovio, nei parchi pubblici, sui tetti delle acciaierie e a Pentima; ancora nulla. Non c’è, infine, alcuno studio sulle c.d. emissioni diffuse delle acciaierie ossia su quegli inquinanti –metalli pesanti, etc.- che costituiscono larga parte della contaminazione dell’aria e dei suoli ternani, sfuggendo ai filtri soprattutto nottetempo. Sindaco de facto è dunque la Thyssen, vista l’inconsistenza della politica locale, quasi totalmente asservita e spesso segnata da vergognosi conflitti di interesse. Vi torneremo”.