Migliaia di euro per stampe e manifesti, post censurati, account falsi, accuse di plagio, una banana contro il razzismo nei confronti dei “diversamente” ternani, minacce di querela, pubblicazione compulsiva del simbolo della lista, riesumazione di un vecchio video. Tutto per un pugno di voti, da conquistare alle prossime elezioni comunali di Terni per guadagnarsi una poltrona, o una sedia, a palazzo Spada.
I COSTI DELLA CAMPAGNA Le 23 liste che corrono alle elezioni comunali 2014 di Terni spenderanno complessivamente 153.450 euro euro (almeno secondo i bilanci di previsione), una media di 6.671 euro ciascuna. I singoli candidati spenderanno poi cifre variabili, in base alle proprie tasche e alla capacità di reperire finanziamenti. Per quanto riguarda le liste, la campagna elettorale più costosa è quella de Il Cammello di Franco Todini: ha messo in bilancio 29.500 euro, di cui ben 12.000 per la stampa di manifesti e pubblicazioni varie. Chi spenderà meno è invece Terni verde: 1.200 euro.
Ecco la classifica di previsione di spesa delle liste per la campagna elettorale 2014:
[intense_row]
[intense_column size=”6″ ]
1) Il Cammello 29.500
2) Guardalben la buona città – Scelta civica 11.200
3) Terni Libera 10.000
4) Partito Democratico 9.600
5) Terni da salvare 8.400
6) Cittaperta 7.700
7) Lista bene comune 6.900
8) Terni Oltre 6.800
9) Forza Italia 6.100
10) I Love Terni 6.050
11) Acciaio 6.000
[/intense_column]
[intense_column size=”6″ ]
12) Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale 5900
13) Sel 5.500
14) Prc 5.000
15) Terni dei valori 5.000
16) CasaPound 4.800
17) Progetto Terni 4.600
18) Pin 4.500
19) Il Giacinto Alde 2.600
20) Terni città futura 2.500
21) M5S 1.900
22) Democrazia Diretta 1.700
23) Terni verde 1.200
[/intense_column]
[/intense_row]
CENSURA 2.0 Molte migliaia di euro finiscono per manifesti e pubblicazioni cartacee ma la campagna elettorale si svolge soprattutto nelle piazze (con la presenza dei vip dei partiti) e nel web, in particolare nei social network. Ed è proprio qui, su Twitter e su Facebook, che si verificano dibattiti, scontri, anomalie e censure.
Emblematica la pagina Facebook del sindaco Leopoldo Di Girolamo: creata a marzo 2009 in vista della scorsa campagna elettorale che lo ha visto vincere, è stata inzialmente aggiornata con molti post per informare gli utenti sulle proprie iniziative e per lanciare idee per la città. Dopo la vittoria elettorale di giugno 2009, la pagina è stata completamente abbandonata per oltre un anno (in tutto il 2010 è stato pubblicato un solo post), nel 2011 è tornata sporadicamente attiva con il rilancio di qualche comunicato stampa del Comune; lo stesso è accaduto nel 2012, poi nel 2013 la pagina è stata nuovamente abbandonata: l’ultimo post risale al 20 marzo 2013. Le pubblicazioni sono riprese dopo un anno di silenzio, il 5 marzo 2014.
Nel frattempo, nel corso degli anni, molti utenti e cittadini ternani avevano scritto e scrivevano sulla bacheca di quella pagina: alcuni per congratularsi con le iniziative dell’Amministrazione e del sindaco, altri (la maggior parte, come avviene in quasi tutte le pagine di governanti e amministratori), per protestare e criticare. Né gli uni, né gli altri hanno mai avuto risposte. In compenso, qualche settimana fa, sono stati rimossi tutti i messaggi negativi, in qualche modo critici nei confronti di Di Girolamo. Una ripulitura completa, che è andata a scavare fino a diversi anni fa.
Tra i messaggi cancellati ci sono quelli di chi si lamentava delle buche delle strade, di chi sollevava il problema della sicurezza, di chi parlava dell’emergenza ambientale, di chi segnalava problemi di vario tipo, di chi polemizzava più o meno pesantemente. C’erano anche molti messaggi di un commerciante del nuovo mercato coperto che, con ironia e sarcasmo, scriveva tutte le settimane per informare il primo cittadino dei disagi patiti nel cubo arancione. Tutto è stato rimosso in vista delle elezioni 2014.
Il colpo di spugna non è piaciuto a diversi utenti Facebook, soprattutto a quelli che ritenevano di aver inviato dei messaggi contenenti utili segnalazioni. A rimuovere i post sgraditi, presumibilmente, è stato lo staff del sindaco: un gesto percepito come particolarmente antidemocratico, che rischia di trasformarsi in un boomerang, in un danno di immagine per Di Girolamo.
SATIRA Nei social network c’è anche satira, tra fotomontaggi, commenti taglienti e battute. Nelle ultime settimane a mettersi in mostra è stata la pagina Facebook “Il Fessaggero” (gestita da Emilio Coletti che quotidianamente pubblica scritti ironici), l’utente Facebook Hell Sante (Simone, un ternano particolarmente attivo e seguito nel web per le sue battute politicamente scorrette e cariche di cinismo pubblicate spesso su Spinoza) e l’anonimo account Twitter “Dj_Rolamo” (che rappresenta una caricatura virtuale di Di Girolamo).
Un buon #dj e' sempre la star dei vernissage e delle inaugurazioni. Per una serata con @Dj_Rolamo inaugura anche tu. pic.twitter.com/xTchMJ1dWI
— Dj_Rolamo (@Dj_Rolamo) April 10, 2014
SATIRA E PERMALOSI Alcuni politici sembrano proprio non apprezzare la satira. O almeno quella che riguarda loro. A dimostrare maggior permalosità, la candidata a sindaco del Movimento 5 Stelle Angelica Trenta e il candidato consigliere nella lista I love Terni, Enrico Melasecche, entrambi molto critici nei confronti del Fessaggero accusato di aver scritto falsità su di loro. Se Melasecche si è “limitato” alle precisazioni e ad un piccatissimo rimbrotto, Trenta è arrivata a minacciare querela ed ha scritto a Coletti: “Se non intende rettificare né scusarsi […] mi vedo costretta immediatamente ad agire di conseguenza per vie legali in quanto mi considero vittima di false informazioni da lei divulgate sulla mia persona”.
LA BANANA Melasecche su Facebook si è guadagnato un po’ di popolarità anche con un’altra iniziativa: si è fatto immortalare mentre mangia una banana. Nei giorni scorsi (dopo quanto fatto dal giocatore del Barcellona, Dani Alves), l’atto di addentare la banana è diventato un simbolo antirazzista internazionale. Il consigliere comunale ha portato la questione ad un livello decisamente più locale: “Razzismo: sono nato a Perugia, allora? Vivo e lavoro da 35 anni a Terni e per Terni, ma non rinnego la mia origine usata contro di me in modo anche becero dagli avversari politici. La razza, il colore della pelle, la regione o la città di origine possono ancora essere discriminanti? Mangio banane anch’io”.
ACCOUNT FALSI Restando a Facebook, il social network più popolato dai ternani (circa 60 mila secondo lo stesso Fb), non poteva mancare l’accusa di condurre la campagna elettorale attraverso account falsi. L’accusa l’ha formulata Francesco Bartoli (candidato sindaco per due liste civiche) nei confronti della coalizione di centrodestra. Chiamato in causa, il candidato sindaco Paolo Crescimbeni ha spiegato di non saperne nulla, ha preso le distanze dall’episodio ed ha invitato l’altro a presentare denuncia alla polizia postale.
IL PLAGIO Bartoli ha formulato anche un’altra accusa: quella di plagio. A commetterlo sarebbe stato Michele Rossi, capolista di Terni città futura. Il fatto incriminato è questo denunciato da Bartoli in una nota: “Il mio contro slogan sul Partito Democratico coniato il 17 di aprile per la presentazione della nostra lista civica Democrazia Diretta ‘Loro dicono FACCIAMOLO e noi gli diciamo: perché negli ultimi 15 anni non lo avete fatto?’ è stato copiato integralmente da Michele Rossi in occasione della sua presentazione del 24 aprile”.
PUBBLICAZIONE COMPULSIVA Su Facebook c’è anche chi rischia di diventare molesto (al limite dello stalking, afferma scherzosamente qualche utente). E’ la lista civica Progetto Terni che tramite il proprio account pubblica in modo compulsivo, su ogni pagina, su ogni gruppo e su ogni spazio possibile, la foto del proprio simbolo o il link della propria pagina. Ovviamente non risparmia tag: in ogni pubblicazione della solita foto o del solito link vengono citate decine di persone così da attirarne coattivamente l’attenzione. Risultati? Un po’ magri, a giudicare dal numero di fan racimolati fino ad ora.
AMARCORD Nel web c’è anche chi non si lascia sfuggire l’occasione di attaccare gli avversari, anche rispolverando filmati d’annata. E’ il caso del video che circola di bacheca in bacheca e riguarda un’intervista di Report (con tanto di critica finale della nota giornalista Milena Gabanelli) al candidato sindaco del centrodestra Paolo Crescimbeni quando questi era presidente e commissario straordinario dell’Inpdap. Il video è del 2010, rilanciato in questi giorni in vista dell’appuntamento elettorale.
“L’INVITO” Tra alcuni consiglieri e candidati che “bloccano” il profilo di Terni Oggi su Facebook per impedirci di vedere le loro bacheche (ce ne faremo una ragione), c’è anche un candidato che ci invita a rimanere a casa in occasione del 25 maggio perché convinto che non lo voteremo. Una strategia originale: convincendo a non votare coloro che si ritiene possano essere elettori degli avversari, si ottiene l’aumento percentuale della propria lista.
LE VOCI DI CORRIDOIO Tra i “si dice” e le voci di corridoio, c’è n’è una che si è fatta insistente: ci sarebbe un candidato consigliere comunale che avrebbe aperto la caccia alle badanti della città. Alcuni parenti del candidato sarebbero attivi da settimane per convincere le colf a scrivere quel tal nome sulla scheda. Ahi loro.
Pingback: TUTTI I COSTI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE | DEMOCRAZIA DIRETTA()