Terni, M5S: ”No a 300 nuovi detenuti, città non diventi terra di conquista delle mafie”

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Movimento 5 Stelle TerniParlare di infiltrazioni mafiose in Umbria è riduttivo visto che nel cuore verde d’Italia la mafia opera ormai regolarmente. Lo ha sostenuto Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e la dichiarazione viene ripresa dal Movimento 5 Stelle di Terni che si oppone al trasferimento nel carcere di Sabbione di 300 detenuti pericolosi. I pentastellati condividono infatti le preoccupazioni dei sindacati delle guardie penitenziarie: c’è il forte rischio di aumentare la presenza mafiosa in città. Il senatore M5S, Stefano Lucidi, proprio su questo ha presentato un’interrogazione parlamentare.

Il comunicato del Movimento 5 Stelle di Terni:

“Il Movimento Cinque Stelle di Terni intende raccogliere l’allarme sollevato dai sindacati delle guardie carcerarie riguardo al trasferimento nel carcere di Vocabolo Sabbione di circa 300 nuovi detenuti definiti ad alta pericolosità. Il Dipartimento di amministrazione penitenziaria ha deciso infatti di inviare nella Casa Circondariale di Terni 270-300 detenuti “As3”, la terza tipologia di detenuti per indice di pericolosità, una categoria delinquenziale inferiore soltanto ai “41bis” con tutti i rischi connessi alla sicurezza intramuraria ed esterna.

La città di Terni non ha ancora maturato gli anticorpi per contrastare fenomeni di tipo mafioso: dalla nostra Procura generalmente, non partono indagini in tal senso; i sequestri di beni e gli arresti, che pur non sono mancati in questi anni nella nostra città e nella nostra regione, sono stati possibili grazie alle indagini di altre procure. Don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera” in un un recente intervento ha definito “riduttivo” parlare di infiltrazioni mafiose in Umbria, dal momento in cui nella nostra regione la mafia opera ormai regolarmente.

L’arrivo nel carcere ternano di 300 detenuti speciali lascia presupporre il trasferimento di interi nuclei familiari al loro seguito e questo significa esporre ancor più il nostro territorio ad attività illecite di stampo mafioso. Una dissennata concentrazione per una città che non è più immune dai germi della criminalità organizzata e la micidiale mistura sociale con i congiunti e gli amici al seguito rischia di contagiare definitivamente il già provato territorio. Immettere questi detenuti – spiegano i sindacati delle guardie carcerare – nello stesso territorio dove sono già custoditi 41 bis e as2 significa contribuire fattivamente a favorire contatti e scambi specialmente in un ambiente esterno poco avvezzo a riconoscere i rischi di infiltrazioni sul territorio.

Il Movimento Cinque Stelle ha già sollevato la questione con un’interrogazione parlamentare che come primo firmatario ha il portavoce al senato Stefano Lucidi (http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/23504). Ci rendiamo conto che fin quando non ci sarà la capacità di riconoscere i problemi non sarà possibile lavorare per trovare le soluzioni. Ricordiamo che già nel 2010 secondo il rapporto dei servizi di sicurezza, l’Umbria si collocava al quinto posto per la presenza di clan e gruppi mafiosi e camorristici, incentivate anche dalla detenzione nelle carceri. A fronte di questa situazione non abbiamo mai assistito ad una presa di posizione forte da parte delle istituzioni locali nei confronti di un fenomeno che rischia – se non contrastato con ogni mezzo possibile – di condurre ad una sempre maggiore proliferazione della mafia nel nostro territorio.

Per questo il Movimento Cinque Stelle farà il possibile, con tutti gli strumenti a sua disposizione per dare voce a tutti quei cittadini che non vogliono che Terni diventi ancor più terra di conquista per le mafie senza che nessuno si ponga minimamente la questione”.

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