Dopo anni di ritardi, era stata annunciata il 12 giugno scorso in una riunione tra i rappresentanti degli studenti di Medicina e Chirurgia e i proprietari: l’apertura della nuova sede sarebbe avvenuta a settembre, giusto in tempo per l’inizio del nuovo anno accademico 2012/2013, con il trasloco che sarebbe stato effettuato tra la fine di giugno e quella di agosto. Tutto troppo bello per esser vero.
Ora, a quasi un mese e mezzo di distanza, il trasloco dalla vecchie sede a quella nuova ancora non è cominciato e i tempi sembrano più lunghi di quelli preventivati lo scorso giugno. Nell’ultima riunione di Comunione tra Università, Comune, provincia di Terni, Santa Maria e i rappresentanti degli studenti pare si sia deciso di effettuare il trasferimento nella nuova sede in due fasi. La prima, che dovrebbe concludersi poco prima dell’inizio delle lezioni, prevede l’entrata in funzione degli edifici A (dove sono presenti le aule) e C. Più difficile la situazione dell’edificio B, dove si andrebbero a collocare tutti i servizi come la portineria, la biblioteca e il bar. Per la piena operatività di questo edificio si dovrà attendere la seconda metà di ottobre visto che ancora necessita di alcune verifiche tecniche come allacci e agibilità.
Oltre alla questione dell’apertura delle nuova, diventata ormai perdurante, si aggiunge quella relativa alla disparità di trattamento tra l’Università di Terni e quella di Perugia in merito all’ipotesi di convenzione tra regione Umbria e l’ateneo perugino. Il consiglio dei docenti dell’università ternana, lo scorso luglio, tramite una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione, Catiuscia Marini, al rettore, Francesco Bistoni, e al direttore dell’azienda ospedaliera “Santa Maria”, Gianni Giovannini, paventava l’ipotesi che l’integrazione tra ospedale ed università sarebbe avvenuta solo tra quelli perugini. Ad unirsi al coro dei docenti su questa problematica ci sono anche i rappresentanti degli studenti di LiberaMente i quali, come riferisce il Giornale dell’Umbria, sulla stessa linea di pensiero dei loro docenti, hanno il timore che non ci sia la collaborazione tra Università e azienda ospedaliera “Santa Maria”.