Il 18 gennaio scorso è stata inaugurata la mostra d’arte “La Divina Commedia di Salvador Dalì”: una esposizione di cento xilografie a colori che il famoso pittore spagnolo Salvador Dalì volle dedicare alla famosa opera Dantesca.
LA MOSTRA – Le cento tavole, delle quali 34 illustrano il canto dell’Inferno, 33 quello del Purgatorio e 33 del Paradiso, raccontano l’affascinante viaggio nei tre regni dell’aldilà descritti dal poeta italiano Dante Alighieri. E’ considerata la più importante opera illustrativa del pittore spagnolo, riconosciuta come uno dei capolavori del Novecento. Vista l’importanza della mostra, organizzata dalla Umbria Vision Network, la stessa ha ricevuto il patrocinio di varie associazioni locali e nazionali, come la Uil di Terni, la Uil-Unsa (Unione Nazionale Scrittori e Artisti), la Fuis (Federazione Unitaria Italiana Scrittori), e delle istituzioni nazionali e locali come il Mibac (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e il Comune di Terni.
IL CASO – Palazzo Spada, per l’esposizione della mostra, aveva concesso i locali di Palazzo Primavera, in via Giordano Bruno, fino al termine della stessa che, come d’accordi, si sarebbe dovuta concludere il 3 marzo. A distanza di pochi giorni dall’apertura della mostra, il Comune fa dietrofront rimangiandosi l’impegno preso concedendo i locali del palazzo solo fino al 4 febbraio: come da accordi precedentemente presi dall’assessore agli Eventi Valentiniani del Comune, Roberto Fabrini, dall’8 al 20 febbraio, ospiterà infatti una mostra di artisti iracheni, in collaborazione con l’ambasciata dell’Iraq.
Il fatto è stato reso noto ieri da Gino Venturi della Uil, che sul proprio profilo Facebook si è detto sconcertato e amareggiato da quanto accaduto: “Assurdo, da non crederci. Il Comune di Terni che ha dato il patrocinio alla mostra ‘la Divina Commedia di Salvador Dalì’, inaugurata il 18 gennaio e programmata sino al 3 marzo, ora toglie la disponibilità del Palazzo Primavera. Pertanto la mostra rimarrà allestita solo fino al 4 febbraio. Sembra che tutti derivi dalle difficoltà di comunicazione tra due assessorati (quello al turismo e quello alla cultura) che quindi hanno assicurato l’uso contemporaneo del Palazzo Primavera a due distinte organizzazioni. Quello che più a me sembra grave che dal Comune non c’è stato nessun tentativo serio di risolvere la questione dimostrando una superficialità che lascia molto perplessi”.
Da quanto riferisce Venturi, sembra quindi che i due assessori Guerra e Fabrini non si siano parlati, organizzando indipendentemente due mostre negli stessi locali, l’uno all’insaputa dell’alatro. Un pasticcio bello e buono per il quale Venturi si dice deluso: “Sono molto amareggiato. Abbiamo lavorato tanto per far fare questa mostra (che al Comune non costa nulla) proprio a Terni. Con quale ‘faccia’ potremo in futuro alla Uil-Unsa chiedere di investire ancora in avvenimenti culturali proprio a Terni?”.
All’indomani della notizia arrivano due note di Prc e Udc fortemente critiche nei confronti dell’Amministrazione comunale.
Prc. Alessandro Stella di Rifondazione Comunista cita un noto film comico per descrivere la vicenda, ma soprattutto l’incapacità di gestire eventi da parte dei due assessori: “Non ci resta che piangere recitava il titolo del film di Benigni e Troisi, a noi non ci resta che ridere vedendo lo sketch sull’ingloriosa fine della mostra di Dalì. Una delle principali mostre venute a Terni, lanciata con una campagna pubblicitaria all’altezza dell’evento, viene miseramente sfrattata da Palazzo Primavera. L’avviso di sfratto, pervenuto ieri, riporta come data ultima per lasciare gli alloggi il 04 febbraio, appena 17 giorni dopo l’inaugurazione. Le motivazioni riportate nell’avviso di sfratto risultano ancora più grottesche: non si tratta ne di ordine pubblico, ne di sicurezza, ne di problemi igienico-sanitario, ne di occupazione abusiva, ne di morosità, visto che la mostra non è costata nulla all’amministrazione. Solo di incapacità di due assessorati (alla cultura Guerra e agli Eventi Valentiniani Fabrini) di comunicare e pianificare congiuntamente l’utilizzo dei pochi spazi rimasti in città per gli eventi culturali. Era il lontano giugno 2012 quando il Prc, di fronte al fattaccio dell’utilizzo della Passeggiata per feste ed eventi che vedeva allora coinvolti l’assessorato alla Cultura Guerra e al Commercio e Marketing territoriale Fabri, lanciò la proposta di ‘predisporre un database dove in tempo reale si possano incrociare le date per vedere se un evento si incrocia con un altro’. Proposta che appare sempre più attuale e utile non solo per la città, ma anche, e soprattutto, per gli assessorati”.
“Quando l’arroganza dei politici – continua il comunicato di Stella – lascerà il passo all’umiltà dei ragionamenti avremmo fatto la nostra Rivoluzione Civile, e non saremmo più costretti ad assistere a queste deprimenti macchiette. Comunque da questa vicenda un dato emerge chiaro che la crisi economica e finanziaria, nonché di idee, che ha prodotto centinaia di sfratti a Terni colpisce proprio tutti indistintamente, anche il maestro Dalì. Il Prc si sente di dare un consiglio all’assessore Guerra, se dovesse venir eletto alla Camera dei deputati di stare attento perché tra il maestro Dalì spagnolo e gli artisti iracheni rischierebbe un incidente diplomatico”.
Udc. Michele Rossi, responsabile Coesione e Sviluppo di Udc Terni definisce la vicenda comica e grave: “Quanto accaduto in relazione alla mostra di Salvador Dalì sulla Divina Commedia ha dei contorni assolutamente comici e pesanti. Abbiamo a che fare con dei dilettanti della pubblica amministrazione; quando l’incompetenza e il mancato coordinamento amministrativo si sommano, succede che ‘la mano destra non sa cosa fa la sinistra’ e nel concreto una rara iniziativa di qualità ed indiscusso valore culturale venga gestita e considerata in un modo a dir poco vergognoso. Questa gestione della cultura ben definisce la più grande e generale superficialità, l’inadeguatezza e il clientelismo politico con cui viene amministrata l’intera città; sono ormai continue le situazioni di cui vergognarci; Terni ormai spogliata di tutto (dall’Università all’Asl passando per la Basell e la Tk-Ast..) per la politica silente e compiacente e per le troppe quotidiane erronee scelte amministrative. Nello specifico delle iniziative culturali, si continua a gestirle come nemmeno farebbe un paesino sperduto ed isolato. Grave il fatto che a pochi giorni dalla festa di San Valentino non sia partita alcun tipo di minima promozione ne cartacea ne attraverso Internet. Non si sa niente del programma e se vogliamo informarci dobbiamo attingere dal sito del Comune ad un allegato di una delibera di Giunta dove per 30 mila euro troviamo veramente di tutto anche un apparentemente incomprensibile ‘Gran Galà di Montecarlo’. Che cosa mai sarà e che cosa c’entra con Terni? Basta averlo sottolineato su Facebook per aver scatenato una valanga di comprensibile ilarità”.
Sarò felice se alla fine – conclude Rossi – nella vicenda mostra Dalì, si dimostrerà di essere stati capaci almeno di ‘metterci una pezza’ a quella che è una figura barbina; rimane l’alterigia e l’ennesima supponenza dei comportamenti; rimangono gli atteggiamenti indisponenti di chi si sente padrone della città e non suo servitore. Costoro continuano a collezionare figuracce su figuracce (gazebo abbandonati per mesi a ridosso del monumento archeologico più importante della città, banner pubblicitari ancora esposti dopo mesi dallo svolgimento della manifestazione, grandiosi eventi natalizi promessi e mai realizzati…) ormai è come ‘sparare sulla Crocerossa’ perché costoro sono ormai maschere di se stessi; e allora per il bene della città ci si renda conto della propria inadeguatezza e goffaggine, si decida di mettersi da parte, la città ringrazierà. In questo grave momento di crisi si ha ancor più bisogno di ben altre figure, ben più capaci ed autorevoli. La città non può più permettersi di rimanere nelle mani di conclamati incapaci”.
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