A Terni, come nel resto d’Italia, il tema dell’immigrazione resta centrale. Nei giorni scorsi hanno fatto molto discutere le voci riguardo ad un possibile centro di accoglienza di prossima apertura all’ex ospizio Tiffany: voci infondate, come Terni Oggi aveva già riportato lo scorso 5 maggio in un articolo in cui era stato fatto il punto sull’accoglienza (dai numeri ai costi, passando per gli aspetti più controversi). Oggi viene resa nota una iniziativa della prefettura di Terni volta a favorire l’inserimento dei migranti nelle comunità che li ospitano.
Si tratta di un protocollo d’intesa che verrà siglato venerdì prossimo in prefettura a Terni, alle 11,30, con l’adesione di Anci Umbria, Inail, Direzione territoriale del lavoro, dei Comuni che ospitano le strutture temporanee di accoglienza, degli enti gestori e dei sindacati. L’idea-guida del protocollo è favorire l’integrazione attraverso il coinvolgimento dei richiedenti asilo in attività organizzate di volontariato.
Il documento, promosso dalla prefettura mira a “costruire percorsi di accoglienza ed integrazione a favore dei migranti ospitati in provincia che attendono di vedere definita la loro domanda di riconoscimento della protezione internazionale. Per il richiedente asilo, l’attività di volontariato diventa così un’occasione per conoscere il contesto sociale nel quale si trova ed anche per maturare una ‘coscienza della partecipazione’ in grado di metterlo in sintonia con la comunità che lo accoglie, la sua cultura e i suoi bisogni. Un obiettivo per raggiungere il quale il protocollo definisce gli impegni assunti dal cittadino straniero (da formalizzare con la firma di un apposito ‘patto di volontariato’), dal Comune che lo ospita e dall’ente gestore della struttura dove è accolto: il tutto nel rispetto di ogni necessaria garanzia per la dignità e la sicurezza del migrante, dalla copertura assicurativa per eventuali infortuni fino alla previsione di appositi percorsi di formazione e addestramento in materia di sicurezza”.
Il prefetto di Terni, Gianfelice Bellesini, commenta: “Crediamo molto in questa iniziativa che esalta il valore della solidarietà e della partecipazione quale possibile chiave di dialogo ed integrazione fra il migrante e la comunità che lo ospita. Il coinvolgimento del richiedente asilo in attività di servizio e di pubblica utilità può essere una formidabile opportunità di conoscenza e accettazione reciproca, in grado di rinsaldare una relazione di accoglienza che non si basi solo sul principio di assistenza ma anche sulla reale volontà dello straniero di entrare a far parte di una comunità condividendone l’idea di bene comune”.