Terni, residenti quartiere S.M. Maddalena: “Incontri e promesse ma nessun intervento del Comune”
Era febbraio 2015 quando, dalla storia emblematica di un palazzo abbandonato anche per colpa dei continui raid dei ladri, emerse la condizione di pesante degrado del quartiere di Terni Santa Maria Maddalena. Ne seguirono prese di posizione politiche, la nascita di un comitato di quartiere e una serie di dichiarazioni ed atti da parte del Comune.
Oggi proprio il comitato di quartiere torna a farsi sentire accusando il Comune di Terni di non aver dato seguito in alcun modo alla serie di promesse ed annunci e sostenendo di aver perso la pazienza per tale situazione.
Il comunicato dei residenti di Santa Maria Maddalena:
“Era il 29 Giugno 2015 quando il Consiglio Comunale di Terni approvò all’unanimità l’atto d’indirizzo n.288, impegnando l’amministrazione ad una serie di interventi necessari a sanare lo stato di degrado in cui versava il quartiere di Santa Maria Maddalena.
Lavori edili incompiuti, mancanza delle necessarie opere d’urbanizzazione, una viabilità estremamente pericolosa e l’assenza di un’area di verde pubblico come previsto da convenzione; ma sopratutto il mancato rilascio del certificato di agibilità per innumerevoli abitazioni, con il conseguente stato di abusivi per i proprietari delle stesse.
La problematica situazione era giunta ai tavoli del consiglio grazie al lavoro svolto dal comitato all’interno della 1^Commissione, in cui a seguito di sopralluogo, si era concordata l’urgenza di una serie di interventi, come riportati nel successivo atto, che ristabilissero la vivibilità del quartiere e la realizzazione delle opere non ancora effettuate.
Tale condizione è figlia di una convenzione scriteriata, che ha visto il Comune di Terni ormai più di 10 anni orsono, rilasciare pressapoco carta bianca ad un innumerevole numero d’imprese, per la realizzazione di un ampio nucleo residenziale all’interno del quartiere.
Molte di queste aziende sono ad oggi fallite, o meglio dire “scomparse”, lasciando incompiute le opere di urbanizzazione a loro carico ma premurandosi nella totale illegalità, della vendita degli appartamenti realizzati; con ignari cittadini, ritrovatisi ad investire i risparmi di una vita in una collocazione abitativa, ben diversa da quella che era stata loro prospettata.
Lo stesso Assessore all’Urbanistica Andreani si era fatto promotore in sede di 1^Commissione, dell’avvio di una serie di incontri con i pochi costruttori a tutt’oggi reperibili, affinchè si giungesse ad un accordo che consentisse il completamento del quartiere e delle opere necessarie.
Ad oggi, a distanza di più di un anno dall’approvazione consigliare dell’atto su citato, ci troviamo costretti a constatare la totale assenza di qualsivoglia intervento inerente ai contenuti dello stesso. Tanti incontri e tante promesse, ma sopratutto innumerevoli ore spese a cercare di ottenere ciò che un amministrazione degna di tale nome, dovrebbe saper garantire di principio ai propri cittadini. Sappiamo molto bene come la nostra situazione di totale degrado riguardi anche altre zone della città, ma ci chiediamo se una tale inoperosità verso scelte già condivise e prestabilite, sia una caratteristica congenita di un’amministrazione, che altro non sta facendo se non aumentare lo stato di sfiducia e rabbia nei residenti.
Che dire poi del principale collegamento d’ingresso al quartiere sulla traversa di via G.Vitalone? Ancora risuona l’eco delle decise parole dell’Assessore Bucari, quando annunciava la ripresa dei lavori per la bretella di collegamento tra la rotonda di via VIII Marzo nei pressi dell’ospedale e quella Bianchini dinanzi alla coop; un’opera fondamentale per la viabilità della zona, che anche in questo caso aspetta ormai da più di 10 anni.
Inoltre il costante fermo dei lavori, con l’abbandono dei terreni da escavazione, ha portato più volte gravissimi rischi per i residenti durante le giornate di copiose piogge, con conseguente riversamento di abbondanti fanghi sulla già ristretta via d’ingresso.
Le beghe legali sollevate tra ditta responsabile e amministrazione non ci interessano: per quel che ci riguarda constatiamo come ad oggi, lo stato del principale percorso d’accesso viario per più di 500 famiglie, sia quello di una strada da terzo mondo.
Riteniamo tale situazione inaccettabile e non più prorogabile e per questo chiediamo che entro i primi di settembre venga riconvocata un apposita commissione, alla presenza degli Assessori competenti, affinché ci vengano date risposte sul perché di un tale vuoto amministrativo. In particolare esigiamo tempi certi per il rilascio dei certificati di agibilità a tutte quelle famiglie, che ad oggi stanno ancora vergognosamente aspettando.
Se nell’atto era stata stabilita una verifica periodica ogni quattro mesi, per valutare lo stato di attuazione degli impegni presi, ad oggi ne sono passati molti di più dalla nostra ultima convocazione.
Speriamo almeno che questa volta si parli di fatti e non di parole, perché per quanto ci riguarda, il tempo della pazienza è terminato”.