Nulla da fare, l’economia ternana non accenna a riprendersi. Stando ai dati relativi ad ammortizzatori sociali e nati-mortalità delle imprese registrati nella provincia di Terni nei primi mesi del 2012 e alla lettura degli stessi da parte della Cgil di Terni, la situazione è pessima.
Il sindacato di via San Procolo stamattina nel corso dell’iniziativa “Per il lavoro, Terni oltre la crisi” organizzata presso la Scuola edile che ha chiamato a raccolta tutte le categorie del settore manifatturiero, ha sciorinato una serie di impietosi numeri. “Il quadro che ci troviamo davanti è drammatico – ha detto in apertura Alessandro Rampiconi, della segreteria provinciale – infatti, anche se assistiamo in generale ad un rallentamento della crescita della cassa integrazione a livello provinciale nei primi cinque mesi dell’anno (che comunque aumenta complessivamente del 6% rispetto al 2011), notiamo un forte aumento di quella straordinaria, utilizzata per le ristrutturazioni, e soprattutto registriamo una vera e propria moria di imprese sul territorio”.
In cinque mesi le aziende hanno usufruito di oltre 2 milioni e 300 mila ore di cassa integrazione, la maggior parte delle quali registrate nel commercio (36,7%) e nell’industria (29,06%), mentre seguono artigianato (23,9%) ed edilizia (9,81%). Nonostante il forte aumento della cassa intregrazione straordinaria rispetto al 2011 (+43,72%), quella in deroga rappresenta quasi il 70% del totale. Nei primi sei mesi dell’anno, inoltre, sono stati 274 (erano 280 in tutto il 2011) i lavoratori che hanno avuto accesso alla mobilità retribuita e 558 a quella non retribuita (910 nel 2011).
Per quanto riguardo le aziende, invece, in base ai dati della Camera di commercio, diffusi sempre stamani, nel 2011 e nel primo trimestre 2012, le nuove imprese nate a livello provinciale sono state 1.829, mentre le cessazioni sono state 2.290, con un saldo negativo di 461 imprese. “Ecco perché, probabilmente, notiamo un rallentamento nelle richieste di cassa integrazione – ha commentato Rampiconi – semplicemente, sono di meno le imprese che possono richiederla”. Nell’orvietano nel 2011 il saldo tra iscrizioni e cessazioni é stato di meno 66, ovvero quasi un terzo dell’intero saldo negativo provinciale.
Altrettanto allarmanti le testimonianze delle varie categorie: dal polo chimico, al settore energia, passando per l’industria alimentare e quella tessile, il settore dei trasporti, senza dimenticare l’edilizia, che dal 2009 ad oggi ha registrato un calo di occupati di oltre 2.300 unità. “E’ fondamentale avere ben presente quale è il vero quadro della situazione che siamo tutti chiamati ad affrontare – ha detto Attilio Romanelli, segretario generale della Cgil di Terni-. Noi crediamo che la gravità della crisi imponga una riflessione collettiva e complessiva, ricostruendo l’insieme di una vertenza umbra e ternana”.