Si è concluso sabato 14 giugno il campionato provinciale ternano di scacchi 2014. Il torneo si è articolato in 5 turni di gioco dove si sono confrontati 15 giocatori. Molti sono stati gli scontri tra scacchisti abituati a confrontarsi tra loro di frequente visto che la quasi totalità dei partecipanti faceva capo allo stesso circolo. Da questi presupposti hanno avuto origine belle partite, alcune molto interessanti. Alla fine a prevalere è stato David De Ciantis, uno degli organizzatori della competizione.
De Ciantis ha iniziato bene e concluso ancor meglio totalizzando 5 punti su 5. Ha vinto tutte le gare, riflettendo nel suo stile di gioco una performance ELO di 2542 punti, ovvero 42 punti oltre il titolo di GM (Grand Master), che è il riconoscimento più prestigioso a cui un giocatore di scacchi può aspirare.
Ti aspettavi un risultato del genere?
“No, è difficile immaginare che in un torneo con giocatori, sommariamente parlando, della tua stessa forza tu possa riuscire a vincerle tutte. Negli scacchi c’è un fattore che in altri giochi non esiste, ed è quello dell’assoluta impossibilità di imporsi davanti ad un avversario che non sbaglia. Non esiste una superiorità a prescindere, oggettiva. La vittoria deriva sempre da un errore di uno dei due giocatori, lasciando così l’ impossibilità a prescindere di essere più forti. A parità di errori vince chi commette l’errore meno importante. Basta una mossa dubbia per gettare via un’intera partita giocata in modo brillante”.
Qual è stata la partita più difficile?
“Guarda, a livello psicologico quella dell’ultimo turno, quando ero a 4 su 4 e dovevo scontrarmi contro Piero Ognibene. Piero è un amico e pattando, come avrei potuto fare, avrei vinto il torneo matematicamente, ma ciò non mi è bastato. L’ho voluta giocare. L’ho giocata sapendo che se avessi perso, non sarei più arrivato primo. Mi sono preso un bel rischio, ed è proprio questo che fa la differenza, anche a costo di perdere. E poi stavo giocando il torneo che portava il nome di Mikhail Tal, un campione del mondo russo, che era solito prendersi dei rischi enormi contro fortissimi avversari, grazie alla sua “great ability of calculation” come la definisce Kasparov. Avrei tradito il suo stile. A livello tenico, ho sofferto contro Pastore al 3° turno di gioco e anche contro Ognibene, ma rivedendo la partita più contro Pastore”.
Ti sei preparato molto per questo torneo?
“Diciamo che ho cambiato un paio di aperture, che avevo preparato ‘a tavolino’ già da diversi giorni, e ho rivisto meglio alcune varianti che ricordavo meno. Ho studiato una media di 4 ore al giorno”.
Come ti senti ad essere campione provinciale?
“Mi sento come mi sentivo prima. Sono sempre io, e se era giusto quello che dicevo prima, lo è anche ora. Purtroppo sono gli altri che ti guardano in modo diverso. Non tutti, ma alcuni si. Questo mi fa capire che nella vita non si guarda ‘il concetto’ ma il risultato. Il risultato però è figlio del concetto che se osservato attentamente prima, può indicare la direzione verso cui stiamo andando, giusta o no. Adesso voglio riposarmi, smettere di parlare di scacchi per qualche tempo, e andare a fare l’opposto di questo sport sedentario. Per essere in forma, bisogna avere ‘fame’ quando si gioca, ed è per questo che intendo digiunare per un periodo”.