Francesco Bartoli, esponente di Confimpresa e principale protagonista della protesta contro gli autovelox, replica duramente alla mossa del Comune di Terni che sta per presentare al Prefetto una controperizia che dimostrerebbe la regolarità dell’occhio elettronico di viale dello Stadio (qui l’articolo). Per Bartoli si tratta infatti di “una strategia di disinformazione per scongiurare i ricorsi” che aggrava “ancora di più la posizione degli amministratori responsabili del procedimento” di cui “saranno chiamati a rispondere in Tribunale”.
L’esponente di Confimpresa cita il codice penale evocando il “reato continuato che si configura quando un soggetto viola una o più disposizioni di legge, con azioni diverse, per realizzare un medesimo disegno criminoso”. Per Bartoli la controperizia del Comune che conterrebbe un parere favorevole del ministero delle Infrastrutture è infatti “un inquietante ulteriore tentativo di disorientare l’opinione pubblica diffondendo notizie incomplete e/o false al solo fine di ingenerare dubbi e/o scoraggiare chi ha preso multe ad effettuare i ricorsi. Questo atteggiamento del Comune di Terni, acuendo il conflitto in essere fra le istituzioni, non fa che aumentare la gravità delle azioni illegittime intraprese mettendo ancora di più alla berlina le istituzioni che invece dovrebbero essere paladine della legalità e della stretta osservanza delle norme”.
Bartoli si chiede: “Come può un parere redatto su una scrivania di un funzionario compiacente del ministero dei Trasporti invalidare una perizia fatta dalla polizia stradale con numerosi sopralluoghi e simulazioni che dimostrano inequivocabilmente l’illegittimità degli autovelox? I motivi di illegittimità sono tanti e di natura diversa e non riguardano solo la natura della strada ma anche la segnaletica, l’apparecchiatura in se stessa montata in modo irregolare e non in grado di stabilire fra tre macchine appaiate quale sia quella da sanzionare”. Per documentare questo problema Bartoli allega una foto “prodotta da un cittadino multato in cui si evince l’impossibilità di procedere con certezza a stabilire quale sia la vettura da sanzionare. Vorremo sapere dal Comune di Terni come fa in questi casi a determinare chi commette l’infrazione; oppure semplicemente invia le multe a tutte le auto presenti nelle foto?”. Qui sotto la foto in questione:
L’esponente di Confimpresa critica anche la scelta di implementare la segnaletica: “Il Comune continua nel goffo tentativo di mettersi in regola questa volta cercando di sopperire alla mancata segnalazione apponendo a metà circa di viale dello Stadio, un nuovo cartello non conforme alle prescrizioni del codice della strada per posizionamento e misure. Due errori in uno! Da una parte così facendo conferma la carenza di segnalazione, uno dei motivi di illegittimità, dall’altra persevera negli errori e nelle negligenze montando un cartello non regolamentare. Ma i dirigenti del comune responsabili del procedimento hanno mai letto il codice della strada?”.
“Il continuare questo comportamento – afferma Bartoli – dilatorio e poco trasparente da parte del Comune non farà che peggiorare la situazione degli amministratori che risulteranno coinvolti e di tali comportamenti saranno chiamati a rispondere in Tribunale, poiché pur essendo a conoscenza dell’illegittimità del loro operato hanno continuato a porre in essere atti contra legem al fine di conseguire l’obbiettivo, mai celato, di fare cassa per il Comune”.
“Confimpresa – conclude la nota – è sicura dell’illegittimità delle procedure degli autovelox e ad oggi sono in partenza altri 30 ricorsi diretti al prefetto tra cui alcuni relativi all’autovelox di via Alfonsine ed un nuovo fronte aperto con ricorsi per le multe da T-red di viale Brin, perché anche queste installazioni sono risultate non essere a norma. Dalla prossima settimana saranno operativi dei centri di raccolta delle firme per l’esposto collettivo alla Procura della Repubblica”.