La diocesi di Terni è ormai destinata a salire agli onori delle cronache nazionali per lo scandalo del maxi debito e il commissariamento (qui l’articolo). Questa mattina è il quotidiano Libero a riprendere in mano la vicenda e confermare una voce che circola da diversi giorni: sul buco multimilionario della diocesi di Terni “sta indagando la magistratura”.
Nel breve articolo dell’edizione cartacea del quotidiano di centrodestra, la diocesi ternana è definita come il “feudo indiscusso di monsignor Vincenzo Paglia” e viene attribuita all’arcivescovo la responsabilità di aver lasciato all’economo della diocesi massima libertà. Economo che risulterebbe amministratore e socio di molte società tra Umbria e Lazio “tutte nate all’inizio degli anni 2000” quindi successive all’arrivo a Terni di monsignor Paglia (16 aprile del 2000). Dagli ambienti della Curia si continua comunque a parlare di debiti maturati nel corso di un lasso di tempo maggiore, circa 20 anni.
Per Libero “nulla di male se Paglia ha delegato al suo fedelissimo la gestione dei sacri conti, il problema è però il passivo accumulato nel tempo, di cui i poveri fedeli erano ignari e che ora rischia di lasciare a casa i 27 dipendenti della Curia”. L’articolo di Libero prosegue: “Una faccenda ben nota al Vaticano, che da sabato ha nominato monsignor Ernesto Vecchi amministratore apostolico e di fatto commissario. Anche la magistratura sta indagando, nonostante alcuni esponenti politici locali abbiano ben poco interesse a scoperchiare lo scandalo. Ma il muro di silenzio comincia a incrinarsi. La gente vuole chiarezza”.
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