Il Comitato No Cavalcavia Pro Cospea continua a lavorare per scongiurare la nascita della sopraelevata in via Alfonsine che dovrebbe collegare il centro commerciale Pianeta con quello che sorgerà tra qualche anno chiamato “Cospea 2”. Il timore dei cittadini che hanno dato vita al Comitato è che con il nuovo cavalcavia la zona finirà per patire un incremento del traffico e quindi un aggravio dell’inquinamento atmosferico (qui l’articolo). Ora, dopo aver proposto delle valide alternative al cavalcavia, il Comitato sta studiando anche il modo di metterle in pratica e a tal fine chiede chiarimenti su una zona di 500 metri quadri situata all’interno del parcheggio del centro commerciale di proprietà comunale: una zona ad oggi in uso al centro commerciale che sarebbe però necessaria per adottare alcune delle alternative al cavalcavia.
“Per sbloccare la vicenda del cavalcavia in via Alfonsine – dichiara il Comitato No Cavalcavia in un comunicato – è fondamentale chiarire l’uso che ne viene fatto di quell’area di circa 500 mq di fronte all’ingresso del Centro Commerciale Cospea che si presume di proprietà dell’amministrazione comunale di Terni. Lo scrivente Comitato, in data 4 dicembre 2012, aveva inoltrato al sindaco del Comune di Terni una nota contenente quattro proposte di soluzioni alternative alla costruzione del contestato cavalcavia viario con cui l’amministrazione comunale di Terni vorrebbe sopraelevare un tratto di via Alfonsine, vicenda ormai ben nota alla cittadinanza. Tre delle quattro proposte prevedono l’utilizzo di un’area complessiva di 480 mq presumibilmente di proprietà dell’amministrazione comunale. Purtroppo tale area risulta inserita all’interno di una proprietà privata prospiciente al Centro Commerciale Cospea angolo viale Villafranca-via Alfonsine, a pochi metri di distanza dal suo ingresso”.
“L’area, da circa vent’anni – continua il Comitato – viene usata in parte come parcheggio prevalentemente dall’utenza dello stesso centro commerciale e in parte, più recentemente, come stazione di raccolta degli imballaggi di risulta delle attività commerciali del situati al suo interno con stazionamento fisso di due cassoni elettrocompattatori gestiti esclusivamente dallo stesso centro commerciale in accordo con l’Asm e da diversi giorni addirittura come deposito di materiale da smaltire ingombrante e inquinante proveniente dallo stesso centro. E’ significativo precisare che la suddetta trasformazione è funzionale esclusivamente al centro commerciale che è distante pochi metri. L’impatto ambientale conseguente è ben visibile ai passanti e ai residenti che lo subiscono quotidianamente. Oltretutto l’area operativa, non essendo protetta perimetralmente, costituisce seri problemi di sicurezza durante il funzionamento e durante la manovra di prelievo e di riposizionamento dei cassoni. Di norma, le stazioni di conferimento, ad uso esclusivo di privati, sono ricavate all’interno delle loro aree delimitate e protette da recinzioni”.
Il Comitato, ora, a distanza di quattro mesi in cui il Comune non ha fornito una risposta in merito alla richieste presentate, chiede al più presto dei chiarimenti sull’area: “Il Comitato con la stessa nota del 4 dicembre aveva chiesto all’amministrazione comunale chiarimenti in merito. Il mancato riscontro e l’ostinato silenzio sulla vicenda non fanno altro che legittimare logiche deduzioni su quale potrebbe essere il probabile motivo per il quale l’amministrazione comunale insiste caparbiamente sulla costruzione del cavalcavia nonostante le siano state proposte soluzioni alternative meno impattanti e meno costose per la cui realizzazione però è indispensabile avere a disposizione tale area. Poiché una parte dell’area di fatto sembra essere funzionalmente asservita al Centro Commerciale Cospea, con o senza autorizzazione da parte dell’amministrazione comunale, lo scrivente Comitato rivolge alla stessa le domande di seguito elencate:
- L’area è di proprietà dell’amministrazione comunale?
- Se fosse confermato che la proprietà è dell’amministrazione comunale perché non è stata mai distinta e evidenziata la parte dell’area pubblica dalla proprietà privata nel quale risulta inserita?;
- Perché un’area così in vista viene utilizzata tra l’altro anche per la raccolta e deposito di materiale da smaltire, senza un minimo rispetto per il decoro della città e per chi ci abita visto che i loro ingressi si trovano a pochi metri su quel lato frontale dell’edificio?;
- Perché il materiale da smaltire non viene conferito nella stessa stazione già impiantata sul retro dell’ipermercato riducendo notevolmente l’impatto ambientale e assicurando maggiore sicurezza per la pubblica incolumità?;
- A che titolo una parte del bene che si presume essere pubblico è fruito da un privato limitandone l’uso alla collettività?;
- Quali sono i proventi che eventualmente entrano nelle casse comunali?;
- Se sono stati stipulati atti in merito alla destinazione d’uso dell’area, perché non è stato sentito il condominio proprietario dell’area al cui interno il bene è inserito?;
- Perché da oltre quattro mesi dalla richiesta di chiarimenti la situazione è rimasta ancora immutata?
- Potrebbero essere questi i motivi che inducono gli Amministratori Comunali a mantenere il più rigoroso silenzio sulla vicenda nonostante i ripetuti solleciti?
Poiché l’area sopra citata è una patrimonio della collettività – conclude il Comitato nel comunicato – il sindaco chiarisca pubblicamente fornendo risposte precise ai cittadini, citando eventuali atti che possano dimostrare l’opposto di quanto, in assenza di riscontri, viene legittimamente percepito e, con il silenzio, ulteriormente confermato”.