Il Comitato No Inceneritori Terni è critico nei confronti del rapporto 2012 su Ambiente e Salute dell’Osservatorio provinciale che è stato presentato giovedì scorso a Palazzo Bazzani. Il Comitato si riserva di giudicare in modo più completo l’indagine dell’Osservatorio dopo che avrà avuto accesso a tutti i documenti che lo compongono, ma nel frattempo avanza dei dubbi. Oltre a rilevare alcune assenze (come l’analisi dell’incidenza per aree geografiche ristrette), viene soprattutto denunciato “un perverso rapporto tra il lavoro dei tecnici, nominati dalla politica, e l’uso strumentale che la politica e l’amministrazione fa dei dati e dei rapporti”.
Questo il comunicato del Comitato No Inceneritori Terni:
“Attendiamo di avere il Rapporto nella sua interezza per entrare nel merito dei contenuti e della metodologia impiegata. Certo è che a nostro parere si continua a sottostimare l’impatto che sulla salute hanno tutte le emissioni industriali, tra cui l’impatto degli inceneritori dagli anni ’90 ad oggi, vista anche la ferma determinazione espressa dai relatori durante la conferenza del pomeriggio ad additare come ingenui quanti si battono contro l’incenerimento nella Conca.
Dalle dichiarazioni pubbliche della giornata di lunedì infatti, anticipate durante un convegno presso una sezione del PD, sembra più importante ricalcare le abitudini e le modalità di consumo individuali, che certamente esistono, piuttosto che andare a cercare le fonti inquinanti e quindi i possibili effetti. Non è più pensabile anche metodologicamente ragionare attorno alla mortalità, spesso con dati insufficienti e carenti di informazione completa, senza pensare che siano le esposizioni e gli esposti piuttosto a dover assumere una centralità. Difatti la correlazione tra sostanze cancerogene e tumore ha una evidenza statistica relativa, avendo le malattie di questo tipo spesso latenze lunghissime e una ovvia multifattorialità. Ma se sappiamo dalla letteratura scientifica che, per fare un esempio, le diossine sono cancerogene perché non andiamo a studiare direttamente la localizzazione delle emissioni e le relative esposizioni? Il dato geografico dettagliato delle zone della città è completamente assente, almeno così sembra, dal Rapporto. E allora la media è un calcolo assolutamente infecondo dal punto di vista della spiegazione di un fenomeno. Perché ad esempio aumentano alcune patologie e altre diminuiscono? Al momento non sembrerebbe esserci una spiegazione. Ma non risulta nemmeno essere descritto dove vivessero o lavorassero queste persone, tanto per indicare un fattore descrittivo fondamentale.
A questo quadro aggiungiamo poi il fatto che esista e sia cristallizzato un perverso rapporto tra il lavoro dei tecnici, nominati dalla politica, e l’uso strumentale che la politica e l’amministrazione fa dei dati e dei rapporti, e soprattutto del fatto che non vi sia stato nessun elemento di criticità posto se non confermare che il problema di Terni è il traffico, in perfetta sindrome Jonny Stecchino. Anche noi siamo convinti che traffico, riscaldamento, fumo e alimentazione siano fattori impattanti, ma allora vivremmo in un’altra città e non Terni dove invece hanno funzionato, oltre a impianti industriali di grossa taglia, fino a tre inceneritori. Non stiamo in Val d’Aosta purtroppo.
Diamo appuntamento alla sera di venerdì 31 per una assemblea pubblica per l’avvio della raccolta porta a porta in tutta la città”.