Ha venduto in diverse regioni, Umbria compresa, latte cancerogeno ma anche alimenti annacquati e di qualità inferiore rispetto a quanto pubblicizzato. E’ l’accusa che i carabinieri del Nas di Udine muovono nei confronti della filiera Cospalat: il leader è stato arrestato, altre quattro persone sono state poste agli arresti domiciliari e complessivamente risultano 24 indagati (di cui 17 allevatori accusati di essere consapevoli di immettere in commercio latte contaminato).
Il latte tossico con marchio Cospalat veniva prodotto in Friuli e distribuito in Toscana, Umbria, Campania e Puglia, destinato sia ai caseifici (che lo utilizzavano per produrre formaggio) sia ai punti vendita dove veniva posto sugli scaffali come latte fresco. Secondo gli investigatori, sarebbe stato volutamente messo in commercio latte contaminato da aflatossine, specie fungine cancerogene e con effetti negativi sulla crescita dei bambini. In alcuni casi è stata certificata anche la presenza di antibiotici.
Le analisi sul latte sarebbero state falsificate facendo ricorso ad un laboratorio compiacente, ma anche allungando il latte tossico con altro latte non contaminato. Negli oltre sei mesi di indagini condotte da maggio a dicembre 2012, i carabinieri del Nas di Udine hanno sequestrato 1.063 forme di formaggio prodotto con latte contaminato.
Finto Omega3. I Nas hanno anche scoperto che partite di latte vendute come contenente Omega3, era in realtà latte diluito con semplice acqua. “Abbiamo verificato che c’erano strani passaggi del latte – ha spiegato il comandante dei Nas di Udine, capitano Antonio Pisapia – che ad esempio partiva da Udine, arrivata fino a Brindisi per poi tornare indietro fino ad Arezzo”.
Perugia. I controlli sono stati estesi anche a Perugia: i Nas hanno acquisito alcuni documenti di una ditta che commercia derivati del latte. I titolari non risultano tuttavia indagati e nessun alimento è stato sequestrato.
Cospalat. Cospalat è nata nel 1998 come movimento di protesta nei confronti delle quote latte di 200 produttori di latte del Friuli Venezia Giulia. Nel 2003 Cospalat si è poi evoluta mettendo in piedi una propria filiera che prevedeva il conferimento del latte raccolto a centri di trasformazione e la distribuzione dei prodotti derivati in una serie di spacci della stessa organizzazione, con garanzia e certificazione della provenienza del latte lavorato e della sua salubrità.
Web. Sul web è ovviamente scoppiata la rabbia e l’indignazione nei confronti di Cospalat: la loro pagina Facebook è stata presa d’assalto con centinaia di utenti che inviano insulti e minacce.