Emergono nuove intercettazioni ed accuse. Non solo condizionare la commissione Via del ministero dell’Ambiente, oppure “valorizzare” i rapporti con la senatrice Anna Finocchiaro (Pd) per premiare un membro della “squadra” o ancora volere la rimozione di un dirigente della Regione Toscana: secondo l’inchiesta sui lavori per il tunnel Tav sotto Firenze la ‘squadra’ dell’ex presidente dell’Umbria, Maria Rita Lorenzetti avrebbe portato le proprie pressioni fino a Bruxelles, alla Commissione Europea, contando sugli uffici della Regione. Inoltre, sempre secondo l’ordinanza di custodia cautelare del giudice di Firenze, Lorenzetti, nella volontà di occupare posti-chiave dell’amministrazione pubblica, aveva come obiettivo quello di piazzare un suo uomo alla presidenza dell’Autorità di vigilanza sugli appalti (Avcp) con l’intenzione di far ”smammare” quello in carica.
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Presidenza Avcp. Lo rivela un’intercettazione ambientale del Ros di Firenze. Il designato era Piero Calandra, funzionario della stessa autorità nominato in quota Pd durante il Governo Prodi. Il gip di Firenze lo interrogherà il prossimo 25 settembre. Calandra stesso espresse la sua ”aspirazione personale” a diventare presidente dell’Autorità sugli appalti in un pranzo a Roma con Lorenzetti ed altri commensali. Insieme stavano festeggiando la nomina di un’altra indagata, dei 31 dell’inchiesta fiorentina, Lorenza Ponzone, a direttore della stessa autorità. Al pranzo Calandra spiegò che insieme ad altri membri dell’Authority aveva ”formalmente sfiduciato” il presidente Giorgio Santoro: ”praticamente – riporta il Ros dei carabinieri – gli abbiamo fatto una lettera tutti e sei un mese fa in cui gli abbiamo detto che deve smammare” operando per il suo trasferimento alla quarta sezione del Consiglio di Stato ”un posto” che si stava liberando a breve.
Gianni Letta e Catricalà. Nell’occasione Maria Rita Lorenzetti assicura il suo sostegno al piano anche affermando di contattare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, sia Gianni Letta. ”Tutti e due posso… – dice agli interlocutori – quando sarà il momento posso”.
A cena con D’Alema e Moretti. Calandra al vertice dell’authority si sarebbe sommato alle numerose relazioni spese dalla “squadra” di Maria Rita Lorenzetti che non nasconde mai i suoi rapporti con amici di cordata. In un sms di esultanza per il superamento degli ostacoli burocratici agli scavi Tav di Firenze, inviato a un co-indagato, Valerio Lombardi di Italferr, Maria Rita Lorenzetti scrive ”Una bella squadra la nostra. Sabato sera sono stata a cena da Vissani per il compleanno e c’era Moretti che ha detto a D’Alema che io ero la sua preferita e ha chiesto a Massimo di darci una mano per la gara in Brasile”.
Bellomo sospeso dal Pd. Tra gli altri arrestati, il geologo palermitano Walter Bellomo, uno dei “giocatori” fondamentali della “squadra”, si difende affermando, anche lui tramite il suo legale, che nella commissione Via ”non ho redatto nessun atto”. ”Mi accusano della redazione di pareri di favore sullo smaltimento delle terre di scavo della galleria, resi collegialmente dalla stessa Commissione, composta da cinquanta componenti”. Per Bellomo, che riteneva di meritare un posto in Parlamento per essersi molto speso per la “squadra” e secondo le intercettazioni gli era stato promesso da Finocchiario, è invece arrivata una brutta notizia: è stato scaricato, ieri mattina è stato sospeso dal Pd.
Pressioni in Ue. Secondo il gip di Firenze “le pressioni di Maria Rita Lorenzetti investono persino gli organi della Ue”. Dalle intercettazioni telefoniche si capisce che per la “squadra” è fondamentale che la Commissione Ue non blocchi un decreto particolarmente utile per la Tav toscana. Così Lorenzetti si attiva in vari modi tra cui quello di dare indicazioni ad una funzionaria della Regione Umbria distaccata a Bruxelles. Lorenzetti chiede a tale P. di individuare contatti affidabili da utilizzare per seguire le vicende del decreto. L’ex governatrice dell’Umbria cerca poi contatti con Domenici, ex sindaco di Firenze ed oggi eurodeputato
Dirigente Toscana sostituito. Secondo l’ordinanza di custodia cautelare, l’architetto Fabio Zita, che in alcune conversazioni telefoniche intercettate viene definito da Lorenzetti “stronzo” e “terrorista”, fu rimosso da responsabile dell’ufficio Via della Regione Toscana poiché si era opposto al desiderio di Italferr e consorzio Nodavia di far passare le terre di scavo del tunnel come sottoprodotti edili, anziché di considerarli rifiuti essendo una miscela semifluida di terra e additivi chimici come la bentonite. ”La sostituzione da responsabile dell’ufficio Via della Regione Toscana fu immotivata e lesiva della mia professionalità; scrissi al mio dirigente che accettavo la decisione dei vertici regionali solo per spirito di servizio” dice oggi lo stesso Zita.
Zita rimosso da Governatore Rossi. Secondo il gip di Firenze, a decidere la rimozione di Zita fu direttamente il governatore della Toscana, Enrico Rossi (Pd): “Indipendente dalla buona fede nell’assumere tale decisione, Rossi ha di fatto consentito all’associazione criminale di escludere un funzionario pubblico scomodo”.
Racconto di Zita. Nell’estate 2012 ”mi convocò il dirigente Barretta e mi disse che era opportuno che mi dedicassi ad un’altra esperienza lavorativa. Gli dissi che non gradivo questa impostazione e poi scrissi una lettera di due pagine a lui e alla direzione del personale della Regione” esprimendo ”una serie di eccezioni” quindi ”venni trasferito a responsabile del Piano paesaggistico regionale”. Il 3 luglio 2012 Zita era fuori dall’ufficio Via della Toscana ”dopo avervi lavorato 18 anni come dirigente avendo vinto un concorso – ricorda l’architetto – Ho valutato 950 progetti, solo meno del 10 per cento hanno avuto parere negativo. Non ho mai perso un contenzioso, mi sono occupato di due leggi regionali”. E le pressioni sul parere sulle terre di scavo? ”Mi volevano prendere per stanchezza: arrivavano continuamente richieste di relazioni esplicative, di promemoria e altri documenti, che mettevano in difficoltà l’ufficio, tuttavia coi miei collaboratori rispondevamo a tutto”, dice Zita. ”Diciamo che ero molto attenzionato, ci venivano chiesti continui approfondimenti”.
“Sono amareggiato ma non sorpreso. Da 30 anni a ora la situazione è molto peggiorata. Ora non ho fiducia in questa politica, in questa pubblica amministrazione per come è organizzata e per chi ci sta intorno: ci sono interessi e appetiti troppo grandi, è lo specchio dei tempi”.
Zita eroe. “Solidarietà” a Fabio Zita viene espressa dai comitati anti Tav insieme ad Italia Nostra, in una lettera aperta indirizzata allo stesso Zita. “Gli epiteti offensivi che Le sono stati rivolti può considerarli come blasoni da ostentare con orgoglio nella Sua vita – si legge nella missiva – come riconoscimento alla sua competenza e soprattutto alla sua onestà intellettuale e professionale”.
I comitati si dicono “scandalizzati” della rimozione del dirigente, e definiscono “sconvolgente vedere la solitudine in cui si è trovato svolgendo semplicemente il suo ruolo. Mentre politici, dirigenti, imprenditori facevano ‘lavoro di squadra’ per aggiustare le cose peggiori, e si scambiavano favori e incarichi ben retribuiti, Lei è rimasto come un eroe solitario, isolato da tutti e probabilmente anche soggetto a mobbing”.
“La Sua solitudine – concludono i comitati – è un sintomo grave della situazione penosa in cui versano le nostre istituzioni. Questo regime appiccicoso di politici, finti manager, dirigenti sempre inchinati davanti al potente di turno disegnano una Italia in cui la democrazia è solo un involucro vuoto di senso”.
Governatore Rossi. Oggi il governatore Enrico Rossi ha affermato che il dirigente regionale Fabio Zita ”è stato sostituito per motivi organizzativi. Io nomino i direttori generali e loro, in modo autonomo, determinano chi mettere in un posto invece di un altro. Zita non è stato rimosso ma posto in un altro settore”.
Marini “arresto colpisce”. “Il provvedimento restrittivo assunto dal giudice per le indagini preliminari di Firenze nei confronti di Maria Rita Lorenzetti non può non colpire tutti noi e l’Umbria, la terra nella quale lei ha svolto da protagonista importanti funzioni politiche ed istituzionali”: è il primo ed unico commento della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. “Non è mio costume – afferma Marini in una nota – commentare in alcun modo indagini e provvedimenti della magistratura, della quale rispetto convintamente l’autonomia della funzione a garanzia di tutti i cittadini. Peraltro, si tratta di vicende che attengono a società nazionali delle quali non ho alcuna diretta conoscenza. La conoscenza che io e tanti protagonisti della vita politica e civile dell’Umbria abbiamo avuto negli anni con Maria Rita Lorenzetti mi portano ad esprimere con sincerità vicinanza e comprensione per lei e la sua famiglia, che vivono questi giorni con dolore ed angoscia”.
“Sono certa – conclude la presidente Marini – di interpretare i sentimenti di umana comprensione di tanti di noi impegnati in politica, ma anche di moltissimi cittadini dell’Umbria che hanno conosciuto Maria Rita Lorenzetti da amministratore pubblico e dirigente politico”.
Lorenzetti pronta a rispondere a gip. Ieri Lorenzetti, da lunedì agli arresti domiciliari, si è dimessa formalmente da presidente di Italferr ed ha fatto sapere tramite il suo difensore che è pronta a rispondere alle domande del gip di Firenze Angelo Pezzuti. L’interrogatorio di garanzia con il magistrato è fissato per martedì prossimo. Lorenzetti ha fatto sapere tramite il suo avvocato di essere pronta a rispondere alle domande e continua a rivendicare la correttezza del proprio comportamento.
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