Il primo e fondamentale obbiettivo è stato centrato: il tribunale di Terni ha posticipato al 4 novembre il termine di scadenza del concordato preventivo in continuità concesso al gruppo Sangemini. La decisione è stata presa dopo la presentazione da parte dell’azienda dell’istanza di accertamento dei tempi della procedura, nella quale si chiedeva di considerare il periodo di sospensione estiva dell’attività del tribunale. Un pronunciamento che concede all’azienda tempo prezioso per trovare una soluzione per scongiurare il fallimento. In particolare potranno proseguire le trattative con i gruppi che hanno manifestato interesse all’acquisto. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, sono almeno due i soggetti che potrebbero rilevare Sangemini.
Dopo aver appreso la decisione del tribunale, i sindacati di categoria hanno convocato un’assemblea dei lavoratori in cui è stato deciso di revocare lo sciopero che era in corso da 9 giorni. Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil chiedono che il tempo ulteriore a disposizione concesso dal tribunale “venga utilizzato per garantire la continuità occupazionale e produttiva del sito umbro”. Spiegano poi che continueranno a “vigilare sul corretto comportamento della proprietà, che è ora chiamata a mettere in atto tutte le azioni utili alla cessione dell’azienda, evitando il riproporsi di situazioni come quelle vissute con Norda”. I sindacati chiedono inoltre alla Regione Umbria “di proseguire nella sua azione di coordinamento e monitoraggio della vertenza, favorendo l’ingresso di gruppi industriali seri e affidabili”.
Il sindaco di San Gemini, Leonardo Grimani, ha espresso soddisfazione per una decisione “ottenuta grazie al lavoro di sindacati e istituzioni e che finalmente fa respirare i lavoratori” precisando però che “è stato raggiunto un obiettivo a medio termine ma ora ci aspetta la parte più difficile e in salita”.
Il sindacato Flai Cgil commenta: “La notizia della proroga concessa dal tribunale alla Sangemini rappresenta un primo passaggio fondamentale per salvare un presidio industriale strategico per l’Umbria, che conta 136 posti di lavoro diretti e altre centinaia nell’indotto. Ora però – continua – inizia un’altra fase determinante: quella della concretizzazione di un nuovo progetto industriale che garantisca prospettive di lungo termine, unitarietà del sito, continuità occupazionale e produttiva alla Sangemini”.
Flai Cgil e Camera del lavoro ribadiscono “la necessità di stringere i tempi e creare tutte le condizioni necessarie per l’ingresso di un nuovo soggetto industriale solido e credibile. In primo luogo dunque, l’attuale proprietà deve mettersi a totale disposizione dei gruppi che hanno dimostrato interesse – concludono -, sempre sotto lo stretto controllo di istituzioni e organizzazioni sindacali, per evitare un nuovo passo falso che risulterebbe a questo punto letale”.