Aidas e Actl, le due più importanti cooperative di Terni: la prima finita oggi in liquidazione coatta, l’altra in continua crescita. In passato hanno collaborato, oggi sui loro rapporti pendono sospetti e accuse di conflitto di interessi. Al centro delle ipotesi su cui si basano recenti veleni ci sono i posti letto convenzionati: Aidas ne ha molti, Actl ne è priva e ne avrebbe bisogno per costruire una nuova residenza protetta nel quartiere Matteotti che è al centro di una convenzione stipulata con il Comune.
CONFLITTO DI INTERESSI Da tempo la Uil di Terni denuncia un conflitto di interessi dell’Actl e recentemente Francesco Bartoli di Democrazia Diretta in un comunicato stampa ha avanzato un preciso sospetto. Secondo l’esponente della lista civica, Actl vorrebbe “acquisire con altri mezzi le autorizzazioni necessarie all’avvio della Residenza Protetta da realizzare a Villaggio Matteotti, quelle autorizzazioni che oggi sono in capo alla coop Aidas e che verrebbero revocate in caso di fallimento della stessa. Ecco spiegato il chiaro conflitto d’interesse che c’è tra Actl e Aidas e le motivazioni che hanno spinto Sandro Corsi a cercare di acquisire il controllo della coop Aidas assorbendo parte delle lavoratrici”.
Per quanto riguarda le lavoratrici va però detto che Actl non avrebbe avuto scelta: assorbire parte delle lavoratrici Aidas rientrava negli obblighi riguardanti l’aggiudicazione dell’appalto dei servizi socio-assistenziali dell’Asl (applicazione della clausola di continuità occupazionale). Appare inoltre legittimo che una cooperativa possa vedere come un’occasione per il proprio sviluppo le difficoltà di una diretta concorrente (è il mercato, accade in tutti i settori). Insomma, se conflitto di interessi c’è, almeno da questi punti di vista non sarebbe stato facile evitarlo. Un sospetto apparentemente più difficile da sciogliere è invece quello che riguarda il ruolo del Comune di Terni. Per comprendere la situazione e capire la natura delle possibili congetture su questa vicenda vanno ripercorse alcune tappe.
CONVENZIONE ACTL-COMUNE Il 31 maggio 2007 il Comune di Terni stipula una convenzione con Actl per la concessione del diritto di superficie per 99 anni di un terreno nel quartiere Matteotti dove la cooperativa dovrà costruire una residenza protetta per malati di Alzheimer da 60 posti letto.
Va tenuto conto che la concessione del diritto di superficie era condizionata anche “alla conclusione della procedura espropriativa” di alcune aree di quattro privati che facevano parte del terreno in questione: in totale sarebbe dovuta essere espropriata un’area di 2663 metri quadri. L’esproprio viene eseguito ma poi bocciato dal Tar nel 2008. A fine 2009 il Comune trova un accordo con i privati per l’acquisizione (tramite permuta di altri terreni del valore di 80 mila euro) di un’area di soli 391 metri quadri invece dei 2663 metri quadri previsti nella convenzione del 2007 come condizione per la concessione del diritto di superficie.
PARERI DELL’ASL Per la nuova residenza protetta è necessario il parere positivo della Regione Umbria che deve essere espresso anche sulla base del parere dell’Asl numero 4 (parere che viene richiesto a fine 2011). L’Asl avrebbe 20 giorni per fornire un parere ma tace per 6 mesi ricevendo 9 solleciti dalla Regione Umbria. Nel frattempo, anche se non sembrano esserci connessioni, destino vuole che un’altra richiesta giaccia da lungo tempo negli uffici di via Bramante: Aidas nel 2011 ha terminato la costruzione della struttura di Collerolletta (ha già i posti letto convenzionati, si tratta soltanto di trasferirne alcuni) e chiede l’autorizzazione a metterla in attività. Dopo due anni di attesa l’Asl darà parere negativo (l’Aidas vincerà poi il ricorso al Consiglio di Stato a luglio 2013).
PARERE NEGATIVO Per quanto riguarda la struttura da costruire al Matteotti, l’Asl risponde l’11 maggio 2012 dando parere negativo, il 10 luglio 2012 arriva infine il parere negativo della Regione Umbria “in quanto i 758 posti letto previsti come dotazione massima per la residenzialità in R.P. per l’Azienda USL n.4 risultano essere tutti assegnati”. Insomma, la residenza protetta per malati di Alzheimer non s’ha da fare.
CONVENZIONE ATTUATA Vista l’impossibilità di mettere in piedi la nuova struttura e visto che una delle condizioni della convenzione del 2007 non è stata pienamente rispettata (cioè non si è conclusa la procedura espropriativa dell’area di 2663 metri quadri), la convenzione potrebbe essere annullata. Invece, a settembre 2013 Comune di Terni e Actl procedono comunque all’integrazione della convenzione stipulata nel 2007 (Actl mette nero su bianco la rinuncia a quelle aree non espropriate dal Comune) e concretizzano la concessione del diritto di superficie.
Nella convenzione, va ribadito, è stabilito che l’area viene “concessa esclusivamente” per la costruzione di una residenza protetta. Eppure da un anno era ormai noto che quella struttura non potesse essere costruita per la mancanza dell’autorizzazione della Regione. Come mai il Comune decide di portare avanti una convenzione che si basa su una condizione che allo stato attuale non può essere rispettata?
CONGETTURE E’ possibile ipotizzare che gli amministratori comunali abbiano messo in conto, di lì a breve, un mutamento delle condizioni che avrebbe permesso la costruzione della residenza protetta. Eppure a settembre 2013 nessun elemento lasciava supporre un imminente aumento dei posti letto convenzionati, anzi soltanto 4 mesi prima, a maggio 2013, la nuova Usl 2 aveva avanzato la proposta di dimezzarli (portandoli da 670 a 320, qui l’articolo). La congettura che ora alcuni formulano è che si puntasse sul fallimento dell’Aidas e che Actl potesse a quel punto ottenere parte degli oltre 170 posti letto (che in caso di fallimento potrebbero essere riassegnati ad altre strutture umbre).
Se è comprensibile che l’Actl a settembre 2013 potesse ipotizzare il fallimento di Aidas (dal suo punto di vista si trattava di una concorrente che già da tempo versava in gravi difficoltà economiche) e guardasse con legittimo interesse all’eventualità di poter ottenere parte di quei posti letto, ben meno accettabile sarebbe se a scommettere sul fallimento di Aidas fosse stato Palazzo Spada. Il Comune è infatti tenuto a tenere una posizione di massima neutralità, certamente non sarebbe opportuno stipulare atti mettendo in conto il fallimento di una cooperativa: a quel punto, pur in assenza di atti in questo senso, si potrebbero generare sospetti sull’azione amministrativa.
COSTI Probabilmente per il Comune di Terni non era economicamente fondamentale concretizzare la convenzione con l’ultimo passaggio realizzato a settembre 2013 vista la modesta cifra ottenuta in quest’occasione dall’Actl: 66.790,96 euro (il prezzo al metro quadro era stato stabilito nella convenzione del 2007, non era quindi a discrezione dell’attuale Amministrazione). Una cifra che non basta a coprire nemmeno l’operazione del 2009 con cui il Comune aveva acquisito circa un settimo di quel terreno da 2663 metri quadri destinato all’Actl. Infatti, come ricordato precedentemente, a fine 2009 Palazzo Spada aveva acquistato da privati (tramite permuta con terreni del valore di 80 mila euro) 391 metri quadri di quel terreno. Resta quindi il dubbio: perché e su quali basi Palazzo Spada ha portato avanti la convenzione?