Una class action contro Asm per riavere indietro l’Iva che i cittadini hanno pagato sulla Tia (l’ex tassa sui rifiuti). E’ ciò che si sta preparando a fare a Terni l’associazione di consumatori Codici rappresentata dal presidente Nicolò Francesconi e dall’avvocato Massimo Longarini.
Spiega l’associazione che “il giudice di pace Mario Sevi, con sentenza n. 817/2013 del 11/09/2013 ha sancito il principio che l’Iva sulla Tia deve essere restituita all’utente. La Tia (Tariffa di igiene ambientale, in altre parole la tassa rifiuti) è un tributo, quindi non deve essere assoggettata a Iva. Si tratta della prima applicazione concreta nella nostra città del principio stabilito dalla nota sentenza della Corte Costituzionale del 2009 con la quale aveva prospettato ai contribuenti la possibilità di ottenere il rimborso di quanto indebitamente pagato. Dopo anni di confusione, l’ultima sentenza della Corte di Cassazione (del 9 marzo 2012) fa nuovamente chiarezza su quanto non c’era bisogno di ribadire ulteriormente: l’Iva sulla Tia non è dovuta perché si tratta di un tributo”.
Per quanto riguarda le cifre in ballo, spiega Codici che ogni utente è caso a se. Prima di tutto “bisogna recuperare le fatture e verificare se è stata pagata la Tia (non tutti i contribuenti sono sottoposti a questo tributo) e da quanto tempo. A questo punto vanno sommati gli importi versati come Iva al 10% negli ultimi 10 anni. Il totale è quanto ti spetta di rimborso, la cifra potrebbe essere compresa fra i 7o e i 150 euro complessivi”.
I rappresentati dell’associazione Codici di Terni “si appresta ad una class action nei confronti dell’ASM a tutela della collettività e si apre alle adesioni degli utenti”.