Terni, atti non votati dal Consiglio, ministero boccia decisione, Comitato Cospea: ”Sindaco si scusi”

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Palazzo SpadaLa seduta del Consiglio comunale di Terni dello scorso 31 marzo non doveva saltare poiché era valida, quindi i 9 atti all’ordine del giorno, tra cui uno relativo ad una contestata opera pubblica, andavano votati. Lo ha messo nero su bianco il Ministero dell’Interno. A riferirlo è il presidente del Comitato No Cavalcavia Cospea, Moreno Castellucci.

Il 31 marzo, il Consiglio comunale si era regolarmente riunito con 9 punti all’ordine del giorno. Poco dopo l’inizio però, era stato sospeso e la seduta era stata giudicata non valida senza procedere ad alcuna votazione poiché, era stato sostenuto da buona parte dei consiglieri che, con l’indizione dei comizi elettorali da parte del prefetto (avvenuta due giorni prima), si era entrati nel periodo pre-elettorale nel quale il Consiglio comunale può esprimersi soltanto su atti urgenti ed improrogabili (qui l’articolo).

Questa era stata l’interpretazione delle norme avanzata da alcuni consiglieri, tra cui Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale. Il presidente del Consiglio, Giorgio Finocchio, prima di prendere una decisione, aveva richiesto il parere del segretario comunale, Aronica, il quale aveva spiegato che in effetti il Consiglio avrebbe potuto mettere in votazione soltanto gli atti urgenti ed improrogabili. A quel punto la seduta era stata sciolta.

Il Comitato No Calvalcavia Cospea, che da tempo attendeva la votazione di uno dei 9 atti che all’ordine del giorno proprio il 31 marzo, pochi giorni dopo aveva criticato quella decisione, considerandola errata. Aveva infatti sostenuto che il periodo pre-elettorale in cui l’attività del Consiglio è limitata inizi solo con l’inidizione dei comizi elettorale da parte del sindaco, a 45 giorni dalle elezioni, (e non con l’indizione da parte del prefetto, che, da prefettura a prefettura, avviene in tempi differenti). Sulla scorta di questa considerazione, il Comitato aveva chiesto la convocazione di un Consiglio straordinario in cui mettere in votazione i 9 punti (c’era tempo fino al 9 aprile) ma senza avere risposte. A quel punto il Comitato aveva interpellato la prefettura che a sua volta aveva chiamato in causa il Ministero degli Interni (qui l’articolo).

Oggi il Comitato ha avuto ragione: il Ministero degli Interni ha scritto alla prefettura di Terni confermando che l’interpretazione corretta fosse proprio quella del Comitato. Il presidente, Moreno Castellucci, ora parla di “comportamento che non esclude la malafede” da parte degli amministratori e ritiene che il sindaco debba scusarsi con i cittadini.

Il comunicato del presidente del Comitato No Cavalcavia Cospea, Moreno Castellucci:

“Lo scrivente Comitato comunica di aver ricevuto, questa mattina, il riscontro al quesito cha ha posto al Prefetto di Terni il 5 maggio 2014, avente per oggetto: ”Quesito sull’anticipata sospensione dell’attività deliberativa del Consiglio Comunale di Terni a causa dello svolgimento delle consultazioni elettorali”.

Questa è la nota sottoscritta dal Viceprefetto Vicario Gambassi.

“ In relazione alla nota del 5 maggio 2014, concernente l’oggetto, si comunica che il Ministero dell’Interno, interessato al riguardo, ha fatto presente che la decorrenza dell’operatività della disciplina recata dall’art. 38, comma 5, del d.lgs. n. 267/2000 è da riferirsi, in via esclusiva, alla data di pubblicazione del manifesto elettorale previsto dall’art. 18, comma 1, del D.P.R. 570/1960 da effettuarsi a cura del Sindaco quarantacinque giorni prima della data delle elezioni.

Pertanto, da tale data, i consigli sono tenuti a limitare la propria attività all’adozione degli atti urgenti e improrogabili ”.

Il Comitato esprime soddisfazione per l’esito di una vicenda fuorviante, per l’inqualificabile comportamento assunto dagli Amministratori del Comune di Terni nei confronti non solo del Comitato, ma nei confronti di tutti i cittadini ternani che ora hanno la prova di essere stati ingannati. Il Comitato, infatti, aveva chiesto agli Amministratori, un atto di umiltà, ovvero di ravvedersi e riconvocare il Consiglio entro il 9 aprile compreso, in quanto ne esistevano tutti i presupposti, come poi è stato effettivamente confermato dal Ministero degli Interni, richiesta, purtroppo, rimasta inascoltata. La scelta di sospendere anticipatamente l’attività deliberativa, quindi, non è stato un errore, in quanto si sarebbe potuto facilmente porre rimedio, ma è stata premeditata visto che gli Amministratori si sono ostinati a rimanere irremovibili sulla loro posizione senza fornire, tra l’altro, alcun riscontro alla nota consegnata il 3 aprile 2014, comportamento che non esclude la malafede.

A questo punto, è d’obbligo da parte del Sindaco, chiedere immediatamente scusa a tutti i cittadini ternani, i quali meritano quel rispetto che è mancato da parte degli Amministratori nel corso della seduta del Consiglio comunale del 31 marzo”.

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