Il Partito della rifondazione comunista di Terni denuncia che alle elezioni amministrative del 25 maggio scorso sono stati annullati molti voti disgiunti per dei vizi di forma, anche se la volontà dell’elettore era facilmente comprensibile. Il segretario provinciale del Prc, Lorenzo Carletti, ha presentato un esposto al prefetto chiedendo provvedimenti affinché si eviti il ripetersi di situazioni simili.
Questa la lettera del Prc al prefetto di Terni:
“La presente per segnalarle che i nostri rappresentanti di lista, nello svolgimento dello scrutinio delle schede elettorali relative alle elezioni comunali del 25 Maggio, hanno riscontrato, nella quasi totalità dei seggi dove erano presenti, problemi con l’interpretazione e l’assegnazione del voto disgiunto.
I nostri rappresentanti segnalano decine e decine di schede in cui gli elettori hanno scritto il nome di candidati della lista di Rifondazione Comunista, correttamente nello spazio accanto al simbolo del partito, barrando poi un’altra lista (prevalentemente PD e Movimento 5 Stelle), con l’evidente intento di votare un diverso candidato sindaco.
Queste schede sono state assegnate, come previsto dalla normativa, al partito sul cui simbolo era stata posta la croce, al candidato sindaco ad esso collegato, mentre le preferenze ai nostri candidati sono state ritenute nulle.
A nostro giudizio, questi casi si sono verificati per la non chiarezza delle modalità con le quali praticare l’istituto del voto disgiunto. Nel caso si voglia indicare un diverso candidato a sindaco dalla lista dove si esprime una preferenza, la norma prevede che si debba barrare il nome del sindaco prescelto nella casella dov’è apposto il suo nome e, naturalmente, non il simbolo del partito ad esso collegato.
Una norma, purtroppo, non così conosciuta come si crede, come abbiamo potuto constatare anche da nostra consultazione, ed anche di difficile applicazione, visto l’esiguo spazio destinato, nella scheda elettorale, ai nomi dei candidati sindaco.
Da qui, molto probabilmente, l’errore, favorito da una insufficiente campagna di informazione che non ha fornito le giuste indicazioni su come espletare correttamente il diritto al voto disgiunto.
Un errore, che mette in forte dubbio il rispetto della volontà dell’elettore e la correttezza e validità del risultato finale. Va ricordato che Rifondazione Comunista vede preclusa la possibilità di eleggere un proprio rappresentante, nel Consiglio Comunale di Terni, per soli 170 voti.
La possibilità del voto disgiunto è una opportunità che è stata offerta da pochi anni agli elettori; essa non può diventare uno strumento che porta all’annullamento della scheda o ad una assegnazione non corretta del voto.
La invitiamo quindi di farsi portavoce di questa nostro esposto presso il Ministero dell’Interno, affinchè, nelle prossime consultazioni elettorali, tutti gli elettori siano messi nelle condizioni di votare con la certezza che la loro volontà di voto non venga stravolta”.