Violando la normativa antiriciclaggio, un commercialista ternano ha permesso ai propri clienti di compiere operazioni sospette, con utilizzo di denaro contante e operazioni frazionate per un importo complessivo superiore ai 10 milioni di euro. A scoprirlo è stata la guardia di finanza di Terni. Ora il professionista rischia una multa che potrà arrivare a 4 milioni di euro.
I guai per il commercialista sono iniziati nel corso di una verifica fiscale condotta nei confronti di una società ternana, operante nel settore dei trasporti a cui le fiamme gialle contestavano non solo rilevanti violazioni fiscali ma anche una celata ed anomala operatività, connessa ad un utilizzo disinvolto di denaro contante e al frazionamento di operazioni commerciali di rilevanti importi, in buona parte riconducibili ad un giro di false fatturazioni. A quel punto è scattato il controllo antiriciclaggio nei confronti del commercialista ternano, nel corso del quale è emersa una serie di operazioni economico-commerciali sospette riconducibili non solo alla società verificata, ma anche ad altre attività, per una cifra totale di oltre 10.000.000 di euro.
Operazioni sospette che venivano poste in essere con il benestare del professionista e che, secondo i finanzieri, probabilmente lo hanno reso noto nell’ambiente. A rivolgersi a lui, infatti, anche 3 società cooperative con sede a Roma e Milano e 2 ditte individuali con sede a Pavia tutte, guarda caso, operanti nel settore dei trasporti. Grazie alla sua consulenza passavano per buone operazioni che prevedevano un consistente e disinvolto utilizzo di denaro contante, operazioni vietate, frazionate e comunque sproporzionate rispetto al profilo economico delle società coinvolte in palese contrasto sia con le norme previste dalla vigente legislazione antiriciclaggio che per gli indici di anomalia messi a punto proprio per valutare procedure commerciali sospette.
E’ poi emerso che il commercialista, oltre a favorire le operazioni sospette, non osservava nemmeno i più elementari obblighi imposti dalla legge quali quelli della registrazione e della adeguata verifica della clientela. Per non aver eseguito le registrazioni sul prescritto registro antiriciclaggio è stato anche segnalato all’Autorità giudiziaria. Per le operazioni sospette dei suoi clienti invece ora riceverà dal Ministero dell’Economia delle sanzioni amministrative con importi che potranno raggiungere il 40% dell’importo totale delle operazioni non segnalate (quindi corre il rischio di ricevere una multa di oltre 4 milioni di euro).