Istituire un fondo di solidarietà per i lavoratori dell’Ast finanziato da una parte delle indennità dei politici che dovrebbero impegnarsi a devolvere il 30% di quanto percepito. E’ la proposta del consigliere comunale di Terni del Pd, Renato Bartolini, che ha subito trovato il sostegno di altri 4 consiglieri. Oggi Bartolini, insieme a Valdimiro Orsini (Pd), Sandro Piccinini (Pd), Luigi Bencivenga (Progetto Terni), Faliero Chiappini (Cittàperta), ha presentato un atto di indirizzo.
Nell’atto, che è rivolto anche ai lavoratori di altre realtà in crisi (a partire da polo chimico e piccole e medie imprese), è scritto: “Quello che sta succedendo ai lavoratori delle acciaierie di Terni, delle aziende consociate, delle ditte che rappresentano l’indotto, è un dramma sconvolgente che non può, ma soprattutto non deve, lasciare nessuno indifferente; Quegli uomini, quelle donne e i loro figli, spesso bambini piccoli, stanno affrontando e dovranno affrontare una prova che, oltre ad essere devastante sotto il profilo psicologico, lo è anche sotto quello economico”.
Con l’atto di indirizzo si chiede a sindaco e Giunta di “attivarsi da subito, nei confronti dei politici europei, nazionali, regionali e locali che rappresentano i nostri cittadini ternani, per la costituzione di un fondo a sostegno dei lavoratori della nostra città e delle iniziative che si possono portare avanti insieme, dove devolvere, con decorrenza immediata, il 30% di quanto percepito, come indennità o gettone di presenza, dai rappresentanti politico-istituzionali unitamente ai rappresentanti delle nostre aziende partecipate come segno tangibile di vicinanza economica e morale oltre che come forte segnale di unità contro l’arroganza della proprietà tedesca”.
Il promotore dell’iniziativa, Bartolini, specifica: “Mi rendo perfettamente conto che si tratterà, comunque, di una ben piccola cosa e che l’impegno principale, di tutti noi, in quanto parte di questa comunità, prima ancora che come rappresentanti eletti, deve essere, e per quanto mi riguarda lo sarà, quello di contribuire a far recedere la ThyssenKrupp dalle proprie intenzioni; ma il segnale che potremmo mandare con questa iniziative sarebbe duplice. Intanto diremmo, concretamente, ai lavoratori, in lotta per difendere il proprio lavoro e il futuro loro e dei loro figli, che i politici non si limitano solo ‘alle belle parole’, ma faremmo anche capire, a chi vuole umiliarci in quanto italiani, che la nostra solidarietà può essere un’arma in più contro la loro arroganza”.
CRESCIMBENI Tra gli altri interventi delle ultime ore c’è quello del consigliere comunale Paolo Crescimbeni che torna a ribadire: “Il problema immediato è portare la questione acciaio-italia alla sua naturale dimensione nazionale ed europea. Il governo, come a Taranto, anche senza ordine del giudice, deve acquisire il caso direttamente in quanto primario e strategico interesse nazionale. E trovare un compratore vero. Perché ce ne sono. Dall’India alla Corea e altri ancora. Tk vuole vendere per ridimensionare ovvero ridimensionare per vendere. In ogni caso sarebbe in prospettiva la morte del sito produttivo. Per i propri evidenti calcolo TK il compratore se lo vuole scegliere su misura. Ma i loro calcoli non coincidono con i nostri. Solo il Governo italiano può e deve assumere da subito le redini della situazione. Al Pd in questo momento direi: non abbiate paura di avere coraggio. La vertenza acciaio-italia non vale meno di Alitalia”.
PD TERNI Ieri mattina nella sede del Pd di Terni si è tenuto un nuovo confronto tra i dirigenti politici (Segreterie Comunale, Provinciale, Regionale e Direzione Nazionale) e i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali (presenti anche il sindaco Di Girolamo, il Presidente Marini e il Senatore Rossi). L’incontro ha permesso di fare il punto su quanto accaduto in questi giorni tra le istituzioni e la proprietà dell’azienda ai vari livelli. “Si sono definiti i punti sui quali focalizzare l’azione del partito nei prossimi giorni, attraverso la convocazione degli organismi assembleari comunali e provinciali che saranno chiamati il prossimo 24 agosto a discutere congiuntamente delle iniziative da porre in essere sul territorio (per mettere a disposizione dei lavoratori e della città l’impegno del partito nelle prossime fasi) e del coinvolgimento del Governo e delle istituzioni Europee”.
“È infatti prioritario – spiega un comunicato delle segreterie Pd ternane – ora chiarire rapidamente gli obiettivi Italiani ed Europei per lo sviluppo degli asset strategici industriali e che il Governo prenda in carico la questione mediante colloqui diretti con la proprietà di ThyssenKrupp, che mirino ad ottenere un vero piano industriale per il futuro del sito ternano. Il coinvolgimento della Commissione Europea, anche mediante il Semestre Italiano di Presidenza, deve rilanciare la strategicità di AST nel quadro della siderurgia europea, in coerenza con quanto indicato dalla stessa Commissione al momento dell’autorizzazione del passaggio di AST da Outokumpu a Thyssenkrupp, in cui veniva sottolineata la qualità del sito ternano e le evidenti potenzialità di sviluppo nel mercato internazionale”.
“La volontà del Partito Democratico Ternano – conclude la nota – è quella di non lasciare che la questione AST sia affrontata come una mera vertenza locale, ma di ribadire che dalla soluzione di questa situazione dipende la reale attuazione delle strategie industriali Italiane ed Europee”.
L’ATTO DI INDIRIZZO Il testo integrale dell’atto di indirizzo presentato da Bartolini, Orsini, Piccini, Bencivenga e Chiappini:
Premesso che:
Acciai Speciali Terni è uno dei principali produttori al mondo di laminati piani di acciaio inossidabile;
Acciai Speciali Terni è la più importante azienda della nostra regione che da sola produce il 20% del Pil e il 40% dell’export regionali e all’interno del panorama industriale italiano della siderurgia rappresenta un’eccellenza ed una funzione strategica per il nostro Paese nella produzione di acciai speciali;
L’attuale Amministratore Delegato di AST Lucia Morselli, unitamente alla proprietà, ha deliberato e sottoposto alla città un Piano Industriale che di fatto prevede un forte ridimensionamento della produzione, la messa in mobilità di centinaia di lavoratori e la cancellazione dell’autonomia commerciale del sito ternano;
Le decisioni, messe già in atto dall’Amministratore Delegato, creano forte problematiche operative, strutturali e di vendita comprese le manutenzione che si devono effettuare durante il periodo di fermo degli impianti;
L’Amministratore Delegato ha già proceduto allo scioglimento dei C.d.A. delle controllate e ad un forte ridimensionamento della classe dirigente all’interno della fabbrica con tutte le problematiche, anche di una politica industriale trasparente, che ne conseguono.
Considerato che:
L’impegno delle RSU unitamente a quello dei rappresentanti politico-istituzionali e del Governo ha permesso il blocco delle decisioni unilaterali della proprietà ed in particolare il blocco delle procedure di mobilità ed il blocco del taglio della produttività fino al prossimo 4 Settembre, data della convocazione di un tavolo di confronto nazionale;
E’ stato sospeso anche l’incontro convocato il 6 Settembre al MISE che prevede la trattazione delle procedure di mobilità;
L’attuale proprietà, quando ha proceduto al riacquisto dell’impianto ternano, si era impegnata nei confronti della Commissione Europea per il rilancio e lo sviluppo della nostra fabbrica;
L’Amministrato Delegato, nei difficili confronti di questi giorni, non ha saputo dare rassicurazioni in questo senso ma anzi ha cercato in ogni modo di procedere con le scelte unilaterali della proprietà. Questa vertenza deve diventare, da subito, di interesse nazionale ed europeo a fronte della valenza strategica del sito produttivo ternano per il nostro Paese e a fronte degli impegni che la proprietà aveva assunto nei confronti dell’Europa per il rilancio e lo sviluppo del sito ternano.
Considerato altresì che:
Ci troviamo di fronte ad una vertenza molto delicata che si collega ad una crisi che in questi anni sta intaccando fortemente le nostre produzioni industriali a partire dal Polo Chimico fino ad arrivare alle nostre PMI;
Dobbiamo lavorare per trovare un impegno unanime nel ridisegnare una politica industriale per la nostra città capace di dare risposte alle problematiche che stiamo affrontando e che dovremmo affrontare nel futuro;
Dobbiamo chiedere con forza il rispetto degli impegni delle istituzioni preposte per il completamento della Orte-Civitavecchia e per la questione energetica, nell’ambito delle politiche di settore del Governo, per garantire la migliore competitività del sito e della logistica che lo interessa.
Visto che:
Quello che sta succedendo ai lavoratori delle acciaierie di Terni, delle aziende consociate, delle ditte che rappresentano l’indotto, è un dramma sconvolgente che non può, ma soprattutto non deve, lasciare nessuno indifferente;
Quegli uomini, quelle donne e i loro figli, spesso bambini piccoli, stanno affrontando e dovranno affrontare una prova che, oltre ad essere devastante sotto il profilo psicologico, lo è anche sotto quello economico;
Sono molte le iniziative che le rappresentanze sindacali unitamente con i lavoratori e con le loro famiglie stanno portando avanti per sensibilizzare non solo la nostra città ma per far capire che ci troviamo di fronte ad una vertenza che deve necessariamente rivestire un ruolo nazionale ed europeo.
Impegna il Sindaco e la Giunta:
Ad attivarsi da subito, nei confronti del Governo nazionale e della Commissione Europea, per chiamare al tavolo della trattativa direttamente la proprietà della ThyssenKrupp;
Ad attivarsi da subito, nei confronti del Governo nazionale e della Commissione Europea, per chiedere il rispetto che la proprietà si è assunta nei confronti dell’Europa per il rilancio e lo sviluppo del sito ternano;
Ad attivarsi da subito, nei confronti del Governo nazionale e della Commissione Europea, per chiedere una discussione chiara e trasparente nel merito del piano europeo per la siderurgia in difesa della valenza strategica dei sistemi produttivi italiani;
Ad attivarsi da subito, nei confronti dei politici europei, nazionali, regionali e locali che rappresentano i nostri cittadini ternani, per la costituzione di un fondo a sostegno dei lavoratori della nostra città e delle iniziative che si possono portare avanti insieme, dove devolvere, con decorrenza immediata il 30% di quanto percepito, come indennità o gettone di presenza, dai rappresentanti politico-istituzionali unitamente ai rappresentanti delle nostre aziende partecipate come segno tangibile di vicinanza economica e morale oltre che come forte segnale di unità contro l’arroganza della proprietà tedesca”.