“Il ministero del Lavoro parteciperà all’incontro del 4 settembre al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere il rispetto” degli impegni assunti da Thyssenkrupp nei confronti di Ast. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo al question time alla Camera, rispondendo ad interrogazioni parlamentari relative alla vertenza sul piano industriale che la multinazionale ha presentato per lo stabilimento di Terni. Il ministro ha affermato che il Governo “sta seguendo con attenzione” la vicenda dello stabilimento ternano.
CIPRINI L’interrogazione è stata illustrata dalla deputata Tiziana Ciprini del Movimento 5 Stelle che a seguito della risposta ricevuta ha replicato in Aula al ministro: “E’ chiaro che i numeri prospettati sono quelli di un’emergenza sociale e di una recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale, con effetti sull’indotto. Un ulteriore ridimensionamento del sito impedirebbe alle acciaierie di Terni di essere il quarto grande competitor a livello europeo nella produzione di acciai speciali. Le acciaierie di Terni sono universalmente accreditate come un’eccellenza in Europa, dalla capacità produttiva alla qualità dei prodotti, grazie soprattutto all’integrazione dei comparti produttivi. Il danno causato da un taglio simile va nella direzione completamente opposta rispetto a quella indicata dalla Commissione europea antitrust, che, invece, ne raccomandava la conservazione della competitività”.
“Il sito medesimo – ha proseguito Ciprini – è stato fatto oggetto nel corso degli anni di passaggi societari frequenti e apparentemente privi di logica industriale. Il Governo, forte anche della Presidenza del semestre europeo, deve porre in essere tutte le necessarie azioni precauzionali, in caso di decisioni unilaterali dell’azienda che possono comprometterne la potenzialità produttiva e deve intervenire presso le autorità tedesche affinché il gruppo Thyssen eviti di depotenziare il sito ternano a beneficio di quelli tedeschi o extraeuropei”.
Ciprini ha ricordato poi che “nel precedente question time il Governo ha affermato di considerare le acciaierie di Terni un sito strategico per il Paese. Chiediamo, allora, che il Governo ufficializzi formalmente questa posizione. Chiediamo che il Governo convochi nuovamente e con urgenza le parti interessate, in particolare l’amministratore delegato Lucia Morselli, le rappresentanze sindacali e delle istituzioni, anche in virtù dei recenti sviluppi e al fine di discutere della ripresa delle attività dell’Ast ad oggi inferma”.
“Ad oggi, inoltre – ha aggiunto la deputato pentastellata – non risulta depositato il verbale dell’incontro del 17 luglio. Chiediamo che venga verbalizzato al più presto e reso pubblico. L’Italia non può più permettersi un atteggiamento passivo del Governo nei confronti dello strapotere delle multinazionali straniere, con un Ministero dello sviluppo economico che fa il certificatore passivo della deindustrializzazione del territorio italiano e un Ministero del lavoro e delle politiche sociali che fa l’erogatore di ammortizzatori sociali passivi trasformando gli italiani da popolo produttivo a popolo di assistiti”.
AIRAUDO Il responsabile nazionale lavoro di Sel, il deputato Giorgio Airaudo, ha affermato: “Non siamo soddisfatti della risposta che ci ha dato il Governo nel question time in commissione lavoro a Montecitorio sulla Ast di Terni (Acciai Speciali Terni), azienda della ThyssenKrupp. Il Governo si presenta equidistante, parla di due posizioni estreme mettendo sullo stesso piano i lavoratori e la gestione della multinazionale tedesca. Il Governo oggi non ci ha convinto e il 4 settembre i lavoratori, e noi saremo insieme a loro, proveranno a convincerlo”.
Aggiunge Airaudo: “Non abbiamo capito, e il Governo non ha chiarito, se i 580 licenziamenti proposti dall’azienda sono tecnicamente sospesi o solo burocraticamente sospesi. Noi pensiamo che il governo Renzi debba intervenire sulla multinazionale tedesca affinché ritiri i licenziamenti. La Thyssen presenti un piano di investimenti e receda dall’idea secondo la quale visto che non è riuscita a venderla, la voglia ripulire dei costi per poi riprovare a rimetterla sul mercato. Il Governo inserisca la vertenza della Thyssen in un tavolo più generale sulla siderurgia che metta insieme Terni, Piombino e Taranto evitando di perdere un settore strategico per la manifattura. Lo stabilimento di Terni è quello più nuovo e più moderno in termini di investimenti, e sarebbe grave se il Governo non facesse di tutto per impedire alla multinazionale tedesca di venderlo”.
M5S TERNI Il Movimento 5 Stelle di Terni giudica del tutto insoddisfacente la risposta del ministro Poletti, critica il Governo per quanto non fatto fino ad oggi e chiede che l’Esecutivo renda ufficialmente Ast un’azienda d’interesse strategico nazionale.
Questa la nota del M5S ternano: “’Quali concrete ed urgenti iniziative e/o misure il Governo intende intraprendere a livello nazionale al fine di impedire che venga dato corso ai licenziamenti prospettati dall’azienda e al fine di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, scongiurando il ridimensionamento dello stabilimento frutto del piano industriale della Thyssen, perchè quello che si prospetta sono i numeri di un’emergenza sociale e di una recessione economica con perdita occupazionale di rilevanza nazionale, con effetti sull’indotto’. Tutto ciò è stato chiesto durante il question time del 6 agosto 2014 dalla deputata del Movimento Cinque Stelle Tiziana Ciprini in merito alle sorti del polo siderurgico ternano al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti.
La risposta che ha avuto seguito all’interrogazione da parte del Ministro ci lascia altresì perplessi perché a nostro avviso rappresenta solo uno scarno verbale di eventi che si sono susseguiti in queste frenetiche settimane, lasciando solo pochi barlumi di speranza rimandati all’incontro del 04 settembre.
La mancanza di risposte nette e di prese di posizione forti denotano quanto il Governo ancora non abbia recepito come in questa triste storia oltre la vita di centinaia di famiglie, di una città, di una regione, è in ballo il futuro della siderurgia italiana, è in gioco la nostra sovranità produttiva in un asset strategico come quello dell’ acciaio.
Il Movimento Cinque Stelle ribadisce la necessità di tutelare le nostre imprese strategiche ed è per questo che la deputata Tiziana Ciprini ha ricordato al ministro Poletti, che nel question time di poche settimane fa, la sua collega ministro Guidi, ha affermato che il Governo considera le acciaierie di Terni come un sito strategico per il paese. Prendendo atto di questa affermazione e condividendola in pieno, auspichiamo ora che si passi dalle parole ai fatti formalizzando ufficialmente questa posizione. E’ ora che il governo si muova per rendere ufficialmente l’AST di Terni un azienda d’interesse strategico nazionale. Questo sarebbe il primo vero passo concreto a tutela del nostro tessuto produttivo e a tutela degli interessi nazionali. Crediamo che tale procedura possa divenire un arma in più nelle mani del governo nazionale a tutela dei cittadini e degli interessi italiani, così da evitare di subire passivamente gli eventi e le posizioni di chi con il passare dei giorni sta palesando sempre più arroganza nei confronti di un intera comunità”.
GALGANO Un’interrogazione è stata presentata anche dal deputato di Scelta civica Adriana Galgano: “Dobbiamo assicurare un futuro ad Ast, Acciai Speciali Terni, attraverso un piano industriale che ne garantisca il rilancio e il mantenimento dell’occupazione. Ast è uno dei principali produttori al mondo di laminati piani di acciaio inossidabile. Questa produzione è strategica per l’industria europea ed in particolare per quella italiana che, nonostante la crisi, consuma ad oggi 900 mila/ton di acciaio Inox l’anno. Inoltre, l’attività dell’Ast è la fonte principale per l’economia del territorio e rappresenta il 20% del Pil umbro; Ast produce acciaio in modo efficiente e per efficienza è la seconda società in Europa e il suo ridimensionamento e/o chiusura comporterebbe la deindustrializzazione dell’area del ternano, il che contrasterebbe in modo surreale con l’obiettivo europeo della rinascita industriale”.
Ha aggiunto Galgano: “Il discutibile piano industriale presentato da Thyssenkrupp per Ast prevede la chiusura di un forno fusorio su due, la riduzione di 550 dipendenti, investimenti insufficienti essendo la cifra prospettata irrisoria e solo per attività di routine, senza considerare alcuna attività di ricerca e innovazione, né alcuna azione per lo sviluppo commerciale, creando così le premesse per la chiusura dell’azienda nel medio periodo; e per questo chiediamo che il governo intervenga con urgenza”.
DE VINCENTI All’interrogazione di Galgano ha risposto il viceministro alla Sviluppo economico Claudio De Vincenti che ha ribadito che il piano Thyssenkrupp per Ast dovrà cambiare in maniera significativa per garantire il futuro dell’azienda e che di questo si discuterà il prossimo 4 settembre al Mise dove le parti convocate dal ministro Guidi saranno invitate ad avviare il confronto sugli interventi necessari per riportare lo stabilimento ternano a quei livelli di competitività che costituiscono la premessa per il rilancio.
GALGANO Adriana Galgano, nel ringraziare il viceministro De Vincenti per aver accolto la richiesta, ha replicato che “la questione di Ast non riguarda solo Terni bensì tutta l’Italia e il suo futuro industriale, di cui Ast rappresenta un pilastro fondamentale” ed ha sottolineato che “il rilancio del settore siderurgico non si risolve solo in Italia ma in Europa e in questo senso è particolarmente importante il piano di rinascita industriale che è in questo momento all’esame della X e XIV commissione alla Camera. Nel parere che noi daremo ci deve essere il capitolo ‘acciaio’ e il presidente della X commissione Epifani ha convenuto sull’importanza della comunicazione e ha assicurato l’impegno per il settore della siderurgia”.
AGEA L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Laura Agea, scrive in un comunicato: “A Bruxelles il Movimento Cinquestelle si sta adoperando per scongiurare i 550 esuberi all’Ast” mentre denuncia “la tiepida reazione dell’esecutivo Renzi rispetto allo pseudo-piano industriale della ThyssenKrupp per Acciai speciali Terni. Atteggiamento che dimostra come l’Italia del premier non abbia alcuna visione industriale”.
Per Agea, “solo la lotta disperata di lavoratrici e lavoratori ternani, spinta fino all’occupazione degli uffici dirigenziali, ha costretto il gruppo tedesco a congelare i licenziamenti. Con un’interrogazione alla Commissione europea il M5S ha evidenziato la grave situazione dell’Ast, con in ballo non solo posti di lavoro, poiché nell’attuale situazione geopolitica nessun Paese consentirebbe la svendita e lo spacchettamento di un settore strategico come il siderurgico. La proprietà dell’Acciai speciali Terni deve tornare, almeno in parte, in Italia, anche con il contributo del Fondo strategico italiano. La nostra imprenditoria – conclude Agea – dimostri di esistere ancora”.