Ci sono dei miglioramenti ma le carceri umbre, in particolare quelle di Terni e di Perugia, continuano a presentare gravi problemi a partire dalla mancanza di beni di prima necessità per i detenuti. Sono queste, in sintesi, le valutazione del deputato del Pd, Walter Verini che nelle ultime settimane ha visitato i penitenziari. L’onorevole ha affermato: “La situazione delle carceri umbre è migliorata, in particolare rispetto al tema del sovraffollamento, anche se permangono criticità causate dalla mancanza di mezzi e di personale di custodia oltre che di generi di prima necessità come quelli per l’igiene personale dei detenuti”.
Ha proseguito Verini: “In particolare al carcere di Terni, in cui mi sono recato oggi ho trovato una situazione ben organizzata e più vivibile rispetto al passato grazie ad una direzione e ad un personale carcerario professionale e motivato. Allo stesso modo ho trovato confermati alcuni problemi che non esito a definire drammatici. Basti pensare che a causa dei tagli effettuati in questi anni le amministrazioni penitenziarie di Terni e Perugia non hanno risorse per la manutenzione dei mezzi di custodia. Per i detenuti mancano perfino la carta igienica e le saponette. Oggi nelle carceri umbre se si può far uso di questi generi di prima necessità lo dobbiamo, in gran parte, alle associazioni di volontariato come Caritas e Arci solidarietà Ora d’Aria che, insieme ad alcune imprese della grande distribuzione e di consumo, contribuiscono in tal senso”.
“Ci sono anche segnali di speranza – conclude Verini-. A Perugia c’è un’azienda agraria che opera all’interno del carcere in cui sono impiegati una decina di detenuti che imparano un mestiere e funziona bene. A Spoleto l’esperienza teatrale portata avanti dal professor Flamini è di straordinario valore, così come la presenza di una piccola moschea dedicata alla preghiera per detenuti di fede musulmana nel carcere di Terni; questi sono esempi che dimostrano, nonostante le criticità, che c’è attenzione verso il tema fondamentale della dignità umana e in particolare nel recupero di chi ha sbagliato e deve scontare una pena certa, ma anche capace di riabilitare e riportare l’individuo alla legalità dentro e fuori dal carcere. Investire in carceri umane e nel pieno recupero di queste persone, anche attraverso percorsi educativi e professionalizzanti, significa investire anche nella sicurezza dei cittadini”.