Manca poco all’inizio del tavolo al Mise (ore 15) decisivo per il futuro di Ast e cresce la tensione. E’ il segretario della Fiom, Maurizio Landini, a ventilare la possibilità di occupare gli stabilimenti di viale Brin qualora dovessero scattare licenziamenti e tagli degli stipendi.
Landini ha evocato l’occupazione delle fabbriche in un suo intervento nel corso di una manifestazione a Milano. Poi davanti alle telecamere ha fatto particolare riferimento ad Ast. Ha detto: “Non è una cosa nuova nella storia di questo paese. Si iniziò per difenderle da nazisti e poi di fronte alla chiusura e ai licenziamenti si son fatte occupazioni che in tanti casi hanno prodotti risultati di tenere aperte fabbriche. Oggi lo diciamo a partire da un caso preciso quello della Thyssen. In queste ore è in corso una trattativa, se dovessimo trovarci di fronte al fatto che addirittura anche il Governo sposa le tesi dell’azienda, con licenziamenti e riduzioni di salari, noi non escludiamo nulla”. “Nemmeno l’occupazione?” chiede per conferma un giornalista. E Landini: “No, perché non possiamo accettare una piattaforma che prevede licenziamenti e diminuzione dei salari”.