Una corruttela generalizzata nelle acciaierie di Terni. E’ quanto sembra emerge dalle indagini della magistratura per le quali la forestale di Terni sta notificando 11 avvisi di conclusione indagine ad altrettanti dipendenti dell’Ast. Secondo l’accusa, gli indagati ottenevano favori per sé ma anche per conoscenti o amici in cambio di appalti per le manutenzioni all’interno dello stabilimento. Tra gli indagati ci sono tre alti dirigenti e otto funzionari di livello apicale, ai quali vengono contestate accuse che vanno dall’estorsione all’appropriazione indebita, fino a contravvenzioni legate all’applicazione della normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.
L’indagine coordinata dal pm Elisabetta Massini (e condotta dagli agenti del Nipaf e del comando provinciale della forestale) è stata avviata dopo la denuncia di un imprenditore ternano. Aveva quindi portato ad accertare che alcuni degli indagati avrebbero preteso gratuitamente, per sé o per conoscenti e amici, lavori di manutenzione e ristrutturazioni di abitazioni, da parte di operai della ditta che aveva ricevuto appalti dall’Ast. Uno degli indagati avrebbe preteso anche di ricevere alcuni oggetti di antiquariato. In un caso è stato inoltre accertato che è stato realizzato, presso la proprietà di uno degli indagati, un fabbricato utilizzando un progetto commissionato e pagato dall’Ast ad uno studio esterno, con manodopera prestata sempre dagli operai della stessa ditta.
L’azienda precisa che “la Procura di Terni sta approfondendo le indagini su presunte attività illecite ai danni di Acciai Speciali Terni. Oggetto dell’indagine non è l’azienda ma singoli individui. Per ThyssenKrupp e Ast è essenziale che la vicenda venga chiarita al più presto e l’azienda sta collaborando alle indagini. Poiché l’inchiesta è ancora in corso, Ast non è in grado di fornire ulteriori dettagli”.
Aggiornamento ore 17,55: L’indagine era partita dalla denuncia del titolare di un’azienda di manutenzione di tutte le caldaie termoidrauliche dello stabilimento Ast, del Centro di finitura e del Circolo lavoratori di Terni. I presunti favori contestati sarebbero quindi legati solo a quest’unico appalto. L’inchiesta riguarda in particolare l’appalto che la ditta (la Misp Automation) si era aggiudicata nel febbraio 2011. Qualche mese dopo il titolare aveva evidenziato all’Ast la necessità di mettere a norma gli impianti, che sarebbero stati non conformi alla normativa. Nell’agosto 2013 la ditta era stata poi esclusa dall’appalto, per “non conformità”. L’imprenditore aveva allora presentato segnalazioni alle autorità preposte e un esposto in procura, che ha dato il via all’indagine che ha portato a galla anche il presunto sistema di favori.
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