“Mio figlio non ha niente contro la religione cattolica, non capisce neanche cosa è una croce. Poi come fa a dire qualcosa contro se non parla italiano?”. Difende così suo figlio, il padre del dodicenne senegalese che giovedì, a Terni, ha colpito violentemente una compagna di classe che indossava un crocifisso al collo.
Al telefono con l’Ansa l’uomo, musulmano e da circa 20 anni in Italia, fornisce la propria versione dei fatti, spiegando tra l’altro che il bambino, a Terni da poco più di un mese, ogni pomeriggio “va nella chiesa vicino casa nostra e lì fa i compiti e gioca. Quindi – si chiede – come fa a dire che uno che porta la croce non lo vuole vedere? Non è possibile”. Racconta inoltre che suo figlio già dai primi giorni di scuola sarebbe stato preso in giro dagli altri bambini. Secondo il padre del ragazzino africano, la gomitata sferrata alla sua compagna di classe sarebbe l’atto finale di un litigio tra i due partito già nella mattinata, e del quale l’uomo era stato informato dalla scuola. “È stato un litigio tra ragazzini, le maestre lo sanno”, è la conclusione del genitore africano.