Ast, mancano gli ordini: nuovo stop produttivo. Le Rsu: “Sarà aperta la cassa integrazione”

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acciaieria Terni AstFumi grigi dalle ciminiere dell’Ast. Il recente tavolo con i vertici dell’azienda aveva lasciato intatte speranze e spiragli, ma l’attualità è più cupa, perché  mancano gli ordini, non è stata raggiunta la saturazione e dunque l’azienda ha comunicato una nuova fermata dei forni: stop per Acciaieria, processo argon oxygen decarburization, affinazione e   colata continui. Stop a singhiozzo fra il 26 e il 31 marzo e per gli ultimi due fino al 4 aprile,  per sei turni ferma  anche l’area a caldo. Una decisione che ovviamente ha suscitato le ire dei sindacati, che però stavolta sono divisi.

La direzione aziendale ha infatti incontrato separatamente prima la Uilm e poi le altre sigle. Queste ultime hanno sottoscritto una nota con la quale esprimono perplessità per questa nuova chiusura ed inoltre comunicano che “come richiesto e ottenuto da noi sarà aperta la Cassa integrazione ordinaria in base all’accordo sottoscritto dalle quattro sigle sindacali che permetterà di avere una copertura a tutti i lavoratori. Sarà applicato il principio della rotazione del personale per perseguire il concetto dell’equità  tra tutti i lavoratori durante i scarichi produttivi”. La Cassa integrazione, dunque come metodo per gestire la difficile situazione.

Non manca ovviamente un’accusa alle istituzioni che hanno ritenuto positivo il confronto con i vertici dell’Ast: “Inaccettabile che su alcuni tavoli si continua ad affermare che tutto va bene, ma nei fatti ciò viene sempre smentito. Condannano qualsiasi altra ipotesi ventilata dall’azienda su modifiche organizzative, le quali rimarcherebbero le contraddizioni aziendali”

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