No all’incenerimento, aumento della differenziata. Questo è in sostanza quanto è emerso dalla seduta monotematica del Consiglio Comunale dedicata alle tematiche ambientali e della gestione dei rifiuti che ha visto la presenza a Terni dell’assessore regionale Fernanda Cecchini. La presidente è arrivata in ritardo, suscitando le ire dell’opposizione ed è stata pertanto l’ex sindaco di Città di Castello a cominciare la seduta, spiegando i punti cardine attraverso i quali la Regione intende chiudere il ciclo dei rifiuti entro il 2018, secondo le aspettative e le previsioni: il raggiungimento del 70% di differenziata, la produzione di combustibile solido secondario da immettere sul mercato e gli accordi con altre regioni per evitare la quota d’incenerimento.
CECCHINI E MARINI– “Il piano regionale dei rifiuti fa i conti con le direttive UE e – nell’aggiornamento del marzo 2015 – ha tenuto conto delle parti positive, ma anche delle ombre, cercando di accelerare il passo e di individuare soluzioni più verosimili.
“Il piano – ha ricordato l’assessore regionale – è stato quindi meglio declinato attraverso due delibere di giunta che riguardano nuovi indirizzi agli ambiti, ai gestori e ai comuni. Il nostro ha ribadito Fernanda Cecchini – è un buon piano, c’è solo da mettersi al lavoro ognuno con le proprie competenze per attuarloLa Regione ha fatto molto per sostenere i comuni nella raccolta e nella gestione, introducendo degli elementi a monte, per ridurre la produzione dei rifiuti. Abbiamo cercato di spingere l’ammodernamento degli impianti e l’incremento della differenziata con importanti risorse. I risultati prodotti – ha però ammesso – non sono stati quelli che ci aspettavamo: non abbiamo raggiunto il 65%. Non tutto ha funzionato come dovuto. Siamo al 51% di differenziata, risultato non irrilevante, ma ora occorre accelerare verso gli obiettivi prefissi”.
Per questo – ha detto abbiamo accelerato nella costituzione di un unico ambito regionale, con un’unica governance, un unico piano d’ambito e un’unica gestione che non vuol dire un’unica società, un unico soggetto, ma favorire processi d’aggregazione, con un’unica responsabilità di gestione dei rifiuti in Umbria: in questa direzione in febbraio è stato insediato l’Auri”. Cecchini si è poi soffermata sul provvedimento del Governo, il cosiddetto Sblocca Italia, riferendo al consiglio comunale i termini della vicenda che ha indotto la Regione Umbria a proporre l’emendamento sull’assegnazione della quota d’incenerimento per la nostra regione, che potrà essere superata tramite accordi macroregionali.
“In questo senso – ha detto l’assessore – stiamo lavorando con più regioni, prima fra tutte con la Toscana, ma anche con le altre che ci stanno accanto”. Anche la Marini ha difeso lo Sblocca Italia: “Ci farà uscire dal sistema industriale di ambito regionale e ci consentirà una strada diversa per la chiusura del ciclo, in una regione di piccole dimensioni, con pochi abitanti e con poca produzione di rifiuti”, ha detto.
“Questa regione – ha detto la Marini – ha sempre avuto una capacità di programmazione: non abbiamo mai avuto negli ultimi venti anni accesso a quanto previsto dal codice dell’ambiente, ovvero provvedimenti emergenziali e straordinaria, che hanno invece caratterizzato tante regioni italiane. La Regione dell’Umbria ha sempre lavorato in via ordinaria sulla gestione dei rifiuti. Vogliamo continuare a programmare come abbiamo fatto”
BASTA INCENERIMENTI – Lo ha detto la Cecchini e lo ha ribadito anche Catiuscia Marini: “La giunta regionale ha detto al governo nazionale – ha spiegato – che il territorio della Conca, caratterizzato (per fortuna e purtroppo) da un tessuto industriale importante, non poteva subire ulteriori carichi di inquinamento con l’incenerimento dei rifiuti. Il governo ha detto no ad altri impianti, quelli esistenti sono sufficienti; la criticità in tal senso riguarda la dislocazione degli stessi perché carenti nell’area centro-sud del Paese; per ovviare a tale problema, ora c’è la possibilità di stringere patti tra regioni
L’assessore Cecchini ha ribadito che in Umbria “non vogliamo bruciare rifiuti”. Ha anche sottolineato che nell’andamento regionale della raccolta differenziata l’ambito di terni è quello “un po’ più fragile”. “Mi auguro – ha detto – che si possa raggiungere l’obiettivo di far partire al galoppo la raccolta porta a porta. L’Ambito 4, comunque, non parte da zero, ma deve tornare in linea con la media regionale”.
GIACCHETTI – I lavori erano stati introdotti dall’assessore comunale Emilio Giacchetti: “Innanzitutto – ha detto – va ribadita una scelta compiuta dalla giunta, grazie anche al dibattito consiliare, che è di contrarietà all’incenerimento come metodo di chiusura del ciclo dei rifiuti. Scelta che si basa sulle annose criticità ambientali che caratterizzano la conca ternana. Abbiamo sostanziato questa scelta con atti nelle conferenze di servizio rispetto agli impianti ternani. Questa – è una risposta solamente parziale al tema delle immissioni in atmosfera, ma c’impone di mettere in cima alla lista delle priorità il raggiungimento degli obiettivi prefissati per la raccolta differenziata. Serve un approccio di sistema che leghi tutti i territori umbri per evitare soluzioni tampone l raggruppamento d’imprese che gestisce la raccolta dei rifiuti, superate alcune difficoltà, dal gennaio 2016, sta spingendo sulla raccolta differenziata che sarà estesa a tutto il territorio comunale entro i mesi estivi. Si tratta di uno strumento complesso, che coinvolge più aspetti e molteplici attori e per il quale davvero serve un coinvolgimento forte dei cittadini. I dati sulla percentuale della raccolta di gennaio e febbraio – ha detto ancora l’assessore – lasciano ben sperare in questo senso”. Infine l’assessore Giacchetti ha ribadito che l’amministrazione punta alla strategia rifiuti zero, anche attraverso la diminuzione della produzione di rifiuti e la riduzione a monte non solo da parte dei cittadini, ma anche – ad esempio – da parte della grande distribuzione.
DI GIROLAMO– Ha parlato ovviamente anche il sindaco Leopoldo Di Girolamo, anche come presidente dell’Ati 4. Di Girolamo ha rivendicato la realizzazione di un piano d’ambito (quello dell’ambito 4) che è stato uno dei tre sottoposti a gara a livello nazionale e affidato al soggetto gestore. Il sindaco ha riferito anche sul ritardo dovuto alla composizione dalla nuova assemblea d’ambito che ha portato comunque il piano, peraltro ritenuto una best practice a livello nazionale, ad essere operativo nell’autunno del 2015 sia nel sub ambito ternano che in quello orvietano, consentendo così la partenza della raccolta differenziata spinta, con la possibilità di recuperare e raggiungere presto gli obiettivi prefissati a Terni, come sta già accadendo in molti comuni dell’ambito.
Anche il sindaco, ha riconosciuto l’eccessiva complicazione del sistema degli ambiti e della frammentazione dei soggetti gestori, ora superata con la realizzazione dell’Auri. Nel corso del suo intervento Leopoldo Di Girolamo ha ribadito la posizione dell’amministrazione sul no alla chiusura del ciclo dei rifiuti con l’incenerimento: “L’ambito territoriale 4 decise in questo senso, con la spinta alla massimizzazione del recupero e del riciclo, puntando anche sull’impiantistica”.
“Per questo – ha detto ancora il sindaco – decidemmo di investire nel biodigestore di Nera Montoro e nel recupero dello spazzamento stradale e degli pneumatici. Abbiamo inoltre sollecitato imprese private specie nel settore del recupero e del riuso della plastica”. Infine il sindaco ha rivendicato alla sua amministrazione la scelta politica di chiudere l’inceneritore dell’Asm e di essere riusciti comunque a mantenere tariffe per i rifiuti mediamente più basse nel Centro Italia.
OPPOSIZIONI: M5S ESCE, CRESCIMBENI: “FARSA” – Il Movimento 5 Stelle ha lasciato l’aula in protesta contro la conferma del piano regionale da parte della Marini. Secondo i pentastellati il piano permetterà che si bruci a Terni il Css (vicenda già denunciata dal Comitato No Inceneritori). Negli altri interventi è stata sottolineata la necessità di intervenire sul fronte del ciclo dei rifiuti e ha chiesto alla Marini cosa intende fare la Regione, visto che è la provincia di Terni quella a più alto tasso di inquinamento dell’Umbria, proprio per le tante industrie e la presenza di discariche ed inceneritori. Risposte ne aveva già chieste con una nota il forzista Ferranti.
In controtendenza Paolo Crescimbeni, secondo cui “”Il consiglio comunale straordinario di oggi è l’ennesima presa in giro per Terni sul problema rifiuti e quindi sui problemi ambientali. aria inquinata. Così come l’annunciato tavolo per il Polo universitario già carico delle solite premesse e dei soliti solenni impegni mai mantenuti”. “In piena contraddizione con l’opzione zero, votata dal consiglio comunale, ci apprestiamo, al contrario, ad implementare la quantità dei rifiuti da incenerire, metalli pesanti e diossine inquinano l’aria e si rinvengono ora anche nelle acque dei fiumi, riscaldamento urbano, traffico e immissioni industriali permangono come fattori inquinanti senza soluzione serie. Interamna da inter amnes, ora inter nichel e inter cromo; così i Romani avrebbero tristemente ribattezzato la nostra città già ricca di verde, di orti, di giardini e di coltivazioni di ogni genere”. “Avrei preferito un impegno concreto, specifico – conclude Crescimbeni – come quello della tante volte richiesta realizzazione a Terni di un Centro per le ricerche ed il recupero ambientale, ma l’Amministrazione fa le orecchie da mercante”
APPROVATO ATTO DI INDIRIZZO UNITARIO SU NO AD INCENERITORI – Al termine degli interventi Andrea Cavicchioli (Pd) ha proposto un atto d’indirizzo a nome di tutti gruppi di maggioranza che è stato approvato con una sola astensione dopo l’approvazione di emendamenti di alcuni gruppi della minoranza (come dettoil gruppo del M5S non ha preso parte alla votazione). Con l’atto il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta a ribadire in ogni sede la contrarietà alla realizzazione di impianti d’incenerimento e/o alla modificazione della autorizzazione degli impianti esistenti per il trattamento di rifiuti urbani tramite il processo di termovalorizzazione, tenendo conto della necessità oggettiva di azioni virtuose per affrontare le criticità della conca ternana e del principio di precauzione; ad intensificare ogni azione diretta a favorire il raggiungimento del 75% di raccolta differenziata con un ciclo di trattamento, riciclaggio, riuso che in termini economici e ambientali fornisca ogni più ampia garanzia; operare per l’applicazione della tariffa puntuale con premialità e penalizzazioni; porre in essere ogni iniziativa per la diminuzione della produzione dei rifiuti con premialità e penalizzazioni; attivarsi per un confronto da sviluppare con la Regione per la semplificazione dei soggetti gestori e delle aziende che operano nel territorio regionale; a sostenere ogni azione della Giunta regionale e dell’Auri per la salvaguardia dei principi confermati nell’atto d’indirizzo per favorire la modernizzazione impiantistica del settore.
Con gli emendamenti illustrati da Melasecche si chiede d’inserire che il no alla modificazione delle autorizzazioni riguardi autorizzazioni “di qualsivoglia natura, quantitativamente e qualitativamente”. Inoltre con l’emendamento si chiede di applicare con la tariffa puntuale un abbattimento sostanziale delle tariffe.