Il Comune di Terni tra debiti milionari e fondi regionali e nazionali in arrivo. Il sindaco Leopoldo Di Girolamo dipinge una situazione positiva parlando di “capacità di governo è particolarmente efficace” e di “asse governo del comune, regione, governo nazionale che funziona”. Ed apre alla minoranza parlando di “opportunità”.
Apertura prontamente rispedita al mittente da parte di uno dei consiglieri di opposizione, Marco Cecconi di Fratelli d’Italia, che accusa il primo cittadino di “rigirare la frittata” definendo i debiti generati dal centrosinistra “un patrimonio”.
SINDACO Il comunicato del sindaco Leopoldo Di Girolamo:
“I risultati ottenuti sull’Area di crisi complessa, sul patto di Sviluppo Comune-Regione, i fondi provenienti dal bando nazionale per le strutture sportive e le periferie, quelli ancora più rilevanti dei fondi europei, le risorse che nel 2017 consentiranno di aprire i cantieri nelle scuole, dimostrano che il centrosinistra sa c’entrare gli obbiettivi prefissati, nell’ottica di rilanciare e sostenere le dinamiche di sviluppo economiche attive a Terni. La capacità di governo è particolarmente efficace quando si mette in campo compattezza e risolutezza della compagine politica che è stata chiamata dagli elettori alla guida della città. Un lavoro che sta dando frutti importanti, in particolare perché ha funzionato l’asse governo del comune, regione, governo nazionale. Il governo infatti sta assegnando risorse importanti alle città, nell’ottica di rilanciare l’azione amministrativa locale che più di ogni altra ha subito la crisi economica di questi anni e che più di ogni altra è chiamata a rapportarsi in maniera diretta con i cittadini. Terni è in grado di utilizzare queste opportunità.
Veniamo da una settimana particolarmente intensa, che ha visto la definizione della giunta comunale e l’inizio del percorso del Piano di riequilibrio finanziario. Passaggi rilevanti, non semplici, che hanno richiesto una visione complessiva degli interessi della città anche a discapito di posizioni personali. Debbo constatare con grande piacere che i consiglieri di maggioranza non hanno esitato ad assumersi responsabilità non facili, condividendo quel percorso amministrativo e finanziario che saprà dare un futuro al Comune e all’Ente.
Non penso però che una operazione di tale portata, che va ad aggredire il debito consolidato negli anni e la strutturazione del disavanzo, debba essere solo patrimonio della maggioranza. L’azione di risanamento dell’Ente che stiamo portando avanti, con una assunzione di responsabilità di governo, è a disposizione della città nel suo complesso, è un investimento per il futuro. E’ qui che si misura la capacità di candidarsi alla guida della comunità, di proporsi come ricambio amministrativo. E’ assumendosi le responsabilità, è guardando agli interessi della comunità, che si può dire di essere pronti ad essere gruppo dirigente. Non basta cavalcare il malcontento delle difficoltà che pur ci sono a Terni, come nel Paese, come in Europa. Non basta strillare allo scandalo, non basta la caccia alle streghe, occorre una stagione di responsabilità collettiva per il rilancio della città.
Gli strumenti li sta fornendo questa Amministrazione Comunale, che lavora incessantemente per cogliere le opportunità, anche politiche, di Regione e Governo; per la definizione dei contenuti, per i percorsi di attuazione, tutti possono dare il loro contributo. Siamo pronti ad ascoltare, come è nelle nostre caratteristiche”.
CECCONI Il comunicato di Marco Cecconi:
“Nell’arte di rigirare la frittata, questa volta Di Girolamo si è superato e siamo costretti così a ricordare di nuovo che la gravità della situazione finanziaria e politica del Comune di Terni non si esorcizza più (se mai ci si è riusciti) cercando come al solito di occultare e mistificare la realtà cambiando il nome delle cose.
Dice Di Girolamo che i soldi pubblici in arrivo da Roma o da Perugia – adesso e solo adesso che è conclamata una situazione di predissesto a Palazzo Spada – sarebbero la prova dell’ottimo funzionamento dell’asse governo-Regione-Comune. Peccato che, se quest’asse avesse davvero funzionato quando doveva, avrebbe potuto produrre, magari, risultati ben diversi per le acciaierie ternane: e ora, anziché rallegrarci grottescamente per essere diventati “area di crisi complessa”, potremmo più utilmente rallegrarci del contrario. Peccato che, piuttosto, la coincidenza tra l’annuncio di questi “aiutini” e la certificazione di milioni e milioni di debiti accumulati da Di Girolamo & C. – negati fino a due mesi fa – derubrica i fantomatici soldi in arrivo a quello che, universalmente e banalmente, si chiama soccorso rosso. Peccato però che i soldi non hanno colore: e quelli eventualmente elargiti per permettere a Di Girolamo di parlare d’altro, anziché del suo malgoverno, sono soldi tirati fuori di tasca propria da tutti i ternani (e non dell’assessore regionale Paparelli o chi per lui), ancorché utilizzati per compensare i buchi di qualcuno.
Dice ancora Di Girolamo che l’approvazione della delibera di predissesto n. 1 è una prova di compattezza della maggioranza: la quale – al contrario – ha già cominciato in aula a perdere pezzi e voti (è solo l’inizio), al punto da indurre domenica il direttore del Corriere dell’Umbria a scrivere di un Comune di Terni a rischio, per questioni politiche oltre che di soldi.
Dice infine Di Girolamo, toccando l’apice del giro di volta della frittata, che il piano di risanamento avviato (parliamo, appunto, del predissesto) non può restare – testuale – “patrimonio della maggioranza”.
Ora, già il fatto di definire i debiti come un “patrimonio” si commenta da solo. Già la pretesa di condividere responsabilità che, in quanto tali, hanno un nome ed un cognome ben precisi, è del tutto irrealistica: la colpa dei buchi in bilancio è solo sua e se magari spera di trovare tra i banchi della minoranza qualche votarello a compensare le defezioni nella sua coalizione, ha sbagliato indirizzo. Ma la proposta più irricevibile di Di Girolamo è quella rivolta ancora una volta alle opposizioni, che magari potrebbero anche “dare un contributo” (dice lui), dato che il sindaco è “sempre pronto ad ascoltare”. Se lo fosse stato, non ci ritroveremmo al punto in cui siamo: come noi gli chiediamo da sempre, le falle in bilancio sarebbero state ammesse per tempo, dall’inizio del mandato avrebbero già potuto essere ripianate e non se ne sarebbero create di nuove.
Se Di Girolamo fosse davvero disponibile ad ascoltare, l’unica cosa seria da fare da parte sua – anziché continuare a negare l’evidenza – sarebbe quella di andarsene: proprio come le opposizioni compatte gli hanno già reiteratamente proposto”.