Nel giorno di Natale l’assessore alla Cultura, Giorgio Armillei, decide di partecipare al dibattito sulla legalità nella città di Terni che ha preso le mosse dalle affermazioni del pm Elisabetta Massini. L’assessore sposa in pieno la posizione espressa ieri dal sindaco Leopoldo Di Girolamo, sostenendo che Terni sia una libera e pluralista.
Le posizioni di Di Girolamo e del membro della sua Giunta sono sostanzialmente simili ma l’assessore calca la mano. Se il primo cittadino si era limitato ad un breve accenno alle parole del presidente della Repubblica (che lunedì scorso aveva invitato i pm ad evitare protagonismi mediatici) Armillei va ben oltre arrivando a scrivere che “l’anomalia è quella delle esternazioni di pubblici ministeri”. Pare quindi di capire che per l’assessore alla Cultura, un pm non dovrebbe godere di piena libertà di espressione; e se incontrando studenti liceali fa delle considerazioni personali si può addirittura parlare di “anomalia”.
Nella nota di Armillei c’è anche un’altra posizione che fa strabuzzare gli occhi. Nel pieno degli scandali sulla corruzione (dal Mose all’Expo, da Mafia Capitale alle altre disdicevoli vicende che emergono quotidianamente) che ovviamente fanno indignare tutto il Paese, l’assessore alla Cultura ritiene infatti opportuno protestare per “una logica ispettiva e investigativa” del Nucleo anticorruzione del Comune di Terni. Dulcis in fundo, Armillei individua il male da combattere: non la corruzione, non il malaffare, né le infiltrazioni criminali e nemmeno il clientelismo. Signori, il vero problema è “la giudiziarizzazione della vita pubblica e della vita politica”.
La nota dell’assessore alla Cultura Giorgio Armillei:
“In questo giorno di verità, in questo santo Natale avverto l’esigenza di comunicare che concordo pienamente con le dichiarazioni del sindaco a proposito dei giudizi espressi da Elisabetta Massini sulla città. Terni vive le contraddizioni e le difficoltà di tutte le città medie del paese. Allo stesso tempo può vantare ancora tutte le caratteristiche di una città: la libertà del dibattito pubblico, la presenza di soggetti e di forze che vogliono cambiare e riprendere a crescere, l’ansia per la ricerca faticosa di un nuovo modello di città che integri e superi quello di città industriale ormai consegnato alla storia del novecento. La stessa vertenza dell’Ast ha rappresentato una città reattiva e pluralista. Senza questa città quella fabbrica non avrebbe tenuto. Nessuna anomalia dunque.
Semmai l’anomalia è quella delle esternazioni di pubblici ministeri che, da parti del processo penale, finiscono con l’atteggiarsi a giudici super partes della vita pubblica. Le parole recenti del Presidente Napolitano di fronte al Csm dovrebbero costituire a questio proposito un punto di riferimento per tutti.
Come anomala appare ai più l’azione anti corruzione del Nop del Comune di Terni, tutta sbilanciata verso una logica ispettiva e investigativa. In realtà la legge assegna obiettivi preventivi e correttivi alle azioni anti corruzione che le pubbliche amministrazioni debbono autonomamente sviluppare al loro interno. Obiettivi che possono essere raggiunti con molteplici strumenti: facendo crescere la trasparenza dei procedimenti decisionali, aumentando il confronto concorrenziale tra i fornitori, riducendo la sfera di azione delle stesse pubbliche amministrazioni a vantaggio della collaborazione dei privati per la cura di interessi generali secondo i principio di sussidiarietà, facendo ruotare sistematicamente gli incarichi delle posizioni dirigenziali all’interno dell’amministrazione comunale. L’investigazione e l’ispezione sono strumenti repressivi che spettano ad altri pubblici poteri. La giudiziarizzazione della vita pubblica e della vita politica è una tendenza del nostro sistema che va sicuramente corretta”.