Dopo l’incredibile maratona di oltre 40 ore al Mise che non ha portato ancora ad alcun accordo tra azienda e sindacati, questa mattina gli operai dell’Ast hanno trovato, affisso ai cancelli dello stabilimento, un “messaggio al personale” dell’ad Lucia Morselli. Due pagine in cui la manager esclude ogni smantellamento e spiega il piano industriale che intende portare avanti.
Nel testo dell’amministratore delegato, vengono fornite delle rassicurazioni sul futuro dello stabilimento e viene sostenuto che il sacrificio sull’integrativo è necessario per ridurre di 260 il numero complessivo degli esuberi (quindi per passare dagli iniziale 550 agli attuali 290). Numero di esuberi che ormai si attesta sui 125 visto che “165 colleghi ad oggi hanno già pianificato di lasciare l’azienda”.
Questo il documento integrale dell’ad Lucia Morselli:
“L’amministratore delegato, dopo 4 mesi dall’inizio del suo incarico, anche su sollecitazione di alcuni dipendenti, ritiene opportuno fornire un quadro informativo sulla situazione aziendale in essere. Per quanto riguarda gli azionisti, l’amministratore delegato conferma l’impegno della Thyssenkrupp a rilanciare Ast come produttore di riferimento di acciaio inox nel mercato europeo e conferma come la stessa Thyssenkrupp non abbia intenzione di iniziare alcun processo di vendita di Ast. Per quanto riguarda le attività aziendali, l’ad conferma l’intenzione di mantenere l’integrità del sito produttivo di Terni escludendo qualsiasi ipotesi di smantellamento degli impianti.
Nei prossimi due esercizi saranno in funzione entrambi i forni. L’obiettivo è quello, nonostante i risultati negativi degli ultimi sei anni, di dimostrare come sia possibile arrivare a un ragionevole livello di profittabilità con tale assetto produttivo e quindi con entrambi i forni in funzione. Se questo risultato sarà raggiunto e se il mercato ne giustificherà l’utilizzazione, i due forni continueranno a operare insieme. E’ per questo che è essenziale che nel corso dei due prossimi esercizi venga fatto ogni sforzo per raggiungere i necessari livelli di efficienza ed i conseguenti livelli di risparmio di costi che sono stati fissati in una riduzione di circa 100 milioni di euro. L’obbiettivo è ambizioso ma è indispensabile per salvare l’azienda, riportarla in sicurezza e da qui rilanciarla con aggressività e determinazione per garantirsi un ruolo da protagonista nel mercato mondiale.
Nelle riduzioni di costo previste figura un risparmio del costo del lavoro di circa 30 milioni di euro che AST ha pianificato di raggiungere con 290 esuberi e una riduzione dell’onere del contratto integrativo per circa 14 milioni di euro. Sono sacrifici molto dolorosi ma, dagli esuberi, vanno dedotti 165 colleghi che, ad oggi, hanno già pianificato di lasciare l’azienda e, per quel che riguarda l’integrativo, il sacrificio è richiesto perché riduce di 260 il numero complessivo degli esuberi, come inizialmente previsto, consentendo così ad Ast di mantenere un organico strutturato per una capacità produttiva di circa un milione di tonnellate. L’azienda ha deciso inoltre di sostenere i colleghi che intendono risolvere il loro rapporto di lavoro con un contributo straordinario di 80 mila euro.
Nonostante le riduzioni di costo previste, e a garanzia del piano di rilancio, nei prossimi anni saranno effettuati importanti investimenti per migliorare la qualità dei nostri impianti produttivi, incrementare i livelli di sicurezza e aumentare la protezione dell’ambiente. Sono confermate le spese di ricerca e sviluppo per fornire prodotti innovativi ai clienti ed è previsto il trasferimento della linea produttiva del freddo, da Torino a Terni, incrementando così la capacità produttiva del sito.
L’amministratore delegato è molto preoccupato degli effetti che la prolungata chiusura aziendale sta avendo sul futuro dell’azienda. La mancanza di produzione e spedizione ai clienti sta facendo, non solo perdere ricavi attuali ma, soprattutto, commesse e contratti che sono indispensabili per garantire il futuro della società. Non c’è Ast senza clienti. Nel rispetto più assoluto delle forme di mobilitazione che vengono adottate, l’amministratore delegato non può che constatarne le conseguenze che, purtroppo, sono quelle di allontanare progressivamente Ast dal proprio mercato. Ast si augura che presto l’azienda possa ritornare alla normale operatività così da costruire insieme ai dipendenti, fornitori e clienti, il proprio futuro non solo di efficienza, di produttività, di sicurezza e di serenità familiare e sociale, ma, soprattutto, di grande successo e prestigio che Ast e la città di Terni possiedono come eredità preziosa da valorizzare e accrescere”.
Pingback: Ast, i sindacati hanno deciso: sciopero fino a mercoledì, poi si torna al lavoro()