Ast su ServizioPubblico, Santoro: ”Disastro”, Landini: ”Governo ci chiede di accettare licenziamenti”

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Michele-Santoro-Servizio-PubblicoQuesta sera a ServizioPubblico, trasmissione di Michele Santoro su La7, si è parlato della vertenza dell’Ast: ne hanno discusso in studio gli ospiti Mario Borghezio (eurodeputato della Lega Nord), Simona Bonafé (eurodeputata del Partito Democratico) e Maurizio Landini (segretario nazionale della Fiom) e sono andati in onda due servizi realizzati a Terni dall’inviato Stefano Bianchi. Anche la rubrica del giornalista Gianni Dragoni è stata dedicata alle acciaierie di Terni. Dal dibattito è scaturito un forte scontro tra Landini e Bonafé.

Dopo il primo servizio, che dava conto delle voci degli operai e mostrava le immagini della grande manifestazione di venerdì scorso, ha preso la parola Borghezio che ha attaccato il Governo. L’eurodeputata del Pd ha risposto sostenendo che il Governo stia “provando” a risolvere la situazione. Borghezio ha replicato: “Vai a Terni a dire che ci state provando, vediamo cosa ti rispondono”.

Dando la parola a Landini, Santoro ha detto: “Se chiude l’acciaieria non chiude soltanto un’azienda, chiude una città intera, 2800 famiglie senza lavoro, è un disastro di dimensioni bibliche. Perché su questo genere di questioni non si riesce mai a fare qualcosa di concreto?”.

Il segretario della Fiom ha sostenuto che “sono 20 anni che non facciamo strategie di politica industriale. Ora questa cosa la stiamo pagando”, ha ricordato la validità degli stabilimenti di Terni poi ha attaccato l’Esecutivo: “Il Governo in questa vicenda ad oggi non ha giocato il ruolo che deve giocare. Perché il Governo si è presentato sostenendo che per risolvere i problemi di Terni bisogna accettare la riduzione dei salari e i licenziamenti. Il Governo, anziché intervenire per far cambiare idea alla multinazionale e mettere in campo politiche industriali, ha chiesto a noi di accettare di ridurre i salari e i licenziamenti e noi abbiamo detto no. E diremo sempre no”.

A quel punto è intervenuta Bonafé che ha chiesto polemicamente a Landini: “Come mai con Electrolux andava bene quello che ha proposto il Governo, avete sfruttato il decreto Poletti, e adesso invece in questo caso non va bene?”. Landini: “Vede che è male informata?”. Bonafé: “Non sono male informata, è che lei sta usando due pesi due misure. All’Electrolux avete utilizzato i contratti di solidarietà, su Terni no”. Landini: “Non è informata e le spiego perché. All’Electtrolux si sono applicati i contratti di solidarietà (cioè si è passati da 40 ore lavorative a 30 ore e i lavoratori vengono pagati per 35 ore, il Governo ha abbassato il costo del lavoro e non c’è stato alcun licenziamento) ma questa soluzione a Terni non l’ha proposta né l’azienda né il Governo. Vede allora che non è informata? Il problema a Terni, dove hanno forni elettrici – ha proseguito Landini – è l’energia. In Italia il costo dell’energia è più alto che altrove. Il costo di un’acciaieria non è rappresentato dal monte salari che a Terni incide per il 6%, il grosso è l’energia. Serve una politica energetica e queste sono politiche industriali che deve fare un Governo, deve darsi una politica energetica”.

Bonafé ha replicato parlando delle misure economiche messe in campo dal Governo (80 euro e riduzione Irap) e poi ha detto: “A me risulta che oltre a costo dell’energia, l’azienda abbia lamentato anche l’eccessivo costo del lavoro che non la rende competitiva”. Poi l’eurodeputata del Pd è andata all’attacco. Riferendosi al servizio andato in onda poco prima in cui si vedono le contestazioni ai sindacalisti Angeletti e Camusso, ha detto: “Non mi pare che nelle immagini che ho visto, i lavoratori abbiano detto ‘viva il sindacato’. Oltretutto 100 persone hanno già accettato la buona uscita contrattando direttamente con l’azienda e quindi scavalcando il sindacato”. Landini a quel punto ha replicato: “Ma cosa dice? Di cosa sta parlando?” e Bonafé ha rincarato la dose: “I lavoratori non si sentono rappresentanti da voi sindacati”.

Anche il giornalista Gianni Dragoni ha parlato di Ast: “Thyssenkrupp  vuole tagliare la produzione di acciaio a Terni per proteggere le fabbriche in Germania. I tedeschi a Terni ci sono arrivati con le privatizzazioni, alla fine del 1994: allora la società era solo Krupp ma nella cordata c’erano anche tre soci italiani, Falck, Riva e Agarini. L’azienda è stata pagata 320 milioni di euro e ai padroni ha dato utili per 447 milioni di euro. Poi però gli italiani hanno venduto ai tedeschi, nel 2008 la società è andata in rosso e fino al 2011 ha perso 396 milioni. A quel punto hanno venduto la Terni ai finlandesi, che due anni dopo gliel’hanno ridata indietro e negli ultimi anni ha perso altri 408 milioni. Dalla privatizzazione ad oggi, Ast non ha perso soltanto soldi ma anche occupazione: da 4600 dipendenti prima della privatizzazione ai 2800 di oggi”.

Qui gli interventi su Ast a ServizioPubblico di giovedì 23 ottobre:

http://www.serviziopubblico.it/2014/10/borghezio-se-fossi-stato-renzi/

http://www.serviziopubblico.it/2014/10/landini-terni-non-puo-essere-una-nuova-pomigliano/

http://www.serviziopubblico.it/2014/10/bonafe-gli-sgravi-fiscali/

http://www.serviziopubblico.it/2014/10/borghezio-il-governo-non-capisce/

http://www.serviziopubblico.it/2014/10/dragoni-assunzioni-le-nuove-regole/

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