E’ il giorno dello sciopero generale per Ast. Terni si ferma e manifesta contro i 537 licenziamenti annunciati da Thyssenkrupp, contro gli atti unilaterali nei confronti delle ditte esterne. Contro un piano industriale che mette a rischio la tenuta delle acciaierie e dell’intera città.
Poco prima delle 9,30 diverse migliaia di persone, tra cui operai cittadini e studenti, si sono radunate davanti ai cancelli della fabbrica di viale Brin da dove è partito il corteo organizzato dai sindacati che, dopo aver attraversato le vie della città, si concluderà in piazza della Repubblica. Qui sono attesi i comizi finali dei segretari generali di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Luigi Angeletti e quello della Fim Cisl, Giuseppe Farina. Alla testa del corteo lo striscione che in questi giorni ha accompagnato le proteste degli operai “Noi non ci stiamo!!”.
I negozi sono chiusi ed hanno affisso alle porte e alle saracinesche dei cartelli di solidarietà nei confronti dei lavoratori delle acciaierie.
CAMUSSO “Oggi doveva essere lo sciopero dei lavoratori ed è invece diventato lo sciopero di tutta la città”, dice la leader Cgil Susanna Camusso dal corteo dello sciopero generale. “Il problema è capire se il Governo vuole davvero assumere la prospettiva e il futuro di questo stabilimento come un impegno di politica industriale da perseguire anche esercitando le funzioni di politica estera”. “Le iniziative che assunto la Thyssen – aggiunge – oltre a pregiudicare lo stabilimento pregiudicano anche l’economia della città: basta pensare alle operazioni che la Thyssen sta facendo sugli appalti per dire che c’è proprio un’idea di deindustrializzazione”.
La leader della Cgil ricorda lo sciopero a Terni di giugno 2013 quando i sindacati già chiesero “al governo di intervenire sia con la Commissione europea sia con il governo tedesco”. E’ evidente, aggiunge Camusso, “che quando ci sono scelte che riguardano un gruppo tedesco rispetto a queste servono anche gli strumenti dei rapporti tra Paesi. Noi la nostra parte la facciamo: i sindacati metalmeccanici incontrano quelli tedeschi la prossima settimana. Ognuno ha il suo ruolo in questa vicenda”.
ANGELETTI “Il Governo deve dire, con determinazione, alla Thyssen di rivedere il piano perché non possiamo permetterci di perdere né un chilogrammo di acciaio né un solo occupato: deve smetterla di fare l’arbitro”. Così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, presente della manifestazione in corso. “Sono i governi che devono dire alle multinazionali cosa fare: non vorremmo che l’Italia fosse l’unico paese dove accade il contrario. Senza fabbriche siderurgiche, la crescita resta solo una parola. Se la Thyssen dovesse perseguire, anche lentamente, nell’obiettivo di chiudere la fabbrica, non ci sarebbe alternativa: bisognerebbe assolutamente nazionalizzarla”.
10 MILA Sono migliaia i cittadini di Terni che stanno partecipando alla manifestazione con il corteo di protesta che si sta snodando lungo le vie del centro. La città è bloccata. Il corteo è lungo oltre un chilometro, secondo le prime stime partecipano circa in 10 mila. Il corteo è accompagnato da due ali di folla di ternani che applaudono e fotografano. In corteo anche famiglie con passeggini e cittadini con magliette con scritto “L’acciaieria non si tocca”. Cartelli e striscioni di solidarietà sono esposti anche dai balconi delle case e, in strada, da gruppi di studenti, associazioni di categoria, ordini professionali (tra questi, ad esempio, anche l’ordine degli avvocati), mondo della cooperazione e del sociale.
Chiusi tutti i negozi, che hanno affisso cartelli con slogan come “Io sto con Terni”, “Chiudiamo oggi perché non chiuda la città domani”. In strada anche una finta bara rossa con scritto “La fine di Terni”. La testa del corteo è arrivata poco prima delle 10.15 in piazza della Repubblica, dove sono attesi i comizi conclusivi. Tra gli slogan urlati dai manifestanti “L’acciaieria non si tocca la difenderemo fino alla lotta”, “se non cambierà lotta dura sarà” e “chi non salta un tedesco è”.
30 MILA Secondo una successiva stima informale dei sindacati, sarebbero circa 30 mila i partecipanti alla manifestazione (ma, ad occhio, sembra un po’ esagerata). I sindacati stessi hanno comunque notato che la partecipazione spontanea così alta non ha precedenti: “Non diamo cifre, se hanno tempo e voglia ci contino loro. Sta partecipando tutta la città, è una manifestazione stupenda”, è stato detto dal palco.
COMIZIO IN PIAZZA I cittadini e gli operai hanno duramente contestato i sindacalisti intonando anche un coro di “venduti, venduti”. Quando ha preso la parola Luigi Angeletti sono iniziate le contestazioni. Proteste ancora più forti quando a parlare è stata la leader della Cgil, Susanna Camusso: urla e fischi di disapprovazione. I rappresentanti delle istituzioni locali, a cominciare dal sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, sono rimasti sotto il palco (evitando così il rischio di ulteriori contestazioni dopo quelle che il sindaco ha subito in più occasioni nei giorni scorsi).
VIDEO SINDACATI CONTESTATI
VIDEO FISCHI A CAMUSSO
GLI INTERVENTI DEI SINDACALISTI
ANGELETTI Dal palco in piazza della Repubblica ha preso la presa il segretario Uil Luigi Angeletti: “Qui, in questa città, si gioca anche il destino di una parte consistente del nostro futuro industriale e dei posti di lavoro in tutto il Paese. Siamo qui oggi per salvare un’azienda, dobbiamo sapere che in gioco c’è il futuro di una città”. La chiusura della Thyssen a Terni innescherebbe “altre ristrutturazioni, altri posti di lavoro persi. Non si può pensare di avere una crescita in futuro se si chiudono fabbriche fondamentali”.
Ha detto inoltre Angeletti: “Abbiamo bisogno che il governo di questo Paese decida da che parte stare, non servono arbitri che medino tra noi e la controparte, serve invece un governo che dica da che parte sta e difenda gli interessi dei cittadini. Non è possibile che solo in Italia le multinazionali dettino al governo cosa si deve fare. Non accetteremo la perdita di produzione e di posti di lavoro”. Chi governa, dice ancora Angeletti, “non lo può fare a prescindere dagli interessi degli italiani. non ci interessano gli attacchi del governo ai sindacati, ce ne siamo fatti una ragione. Ci interessa invece che il governo pensi a milioni di lavoratori che hanno il diritto di avere un presente ed un futuro”.
FARINA “Al governo dico che deve fare di più, molto di più” dice dal palco il leader della Fim-Cisl, Giuseppe Farina: “Il Governo non può solo mediare, solo invitare le parti al dialogo. Deve intervenire su Thyssen e sul governo tedesco”. Il confronto fino ad ora, dice Farina, è stato viziato “da un’impostazione sbagliata, un comportamento arrogante della Thyssen, una controparte rigida e spigolosa ed un governo volenteroso ma inefficace”. Per il leader dei metalmeccanici Cisl “è un’infamia una trattativa così impostata: non si possono chiedere sacrifici ai lavoratori se non servono a salvare impianti e posti di lavoro. Basta con la storia che per salvare il lavoro bisogna tagliare i salari. Caro governo, caro Renzi, non si può avere un’industria competitiva con operai malpagati. E non sono certo le retribuzioni a pesare sullo stabilimento di Terni: i salari italiani sono i più bassi d’Europa”.
CAMUSSO “Da Terni a Taranto, forse il governo non si è accorto che tutta la siderurgia è in grande difficoltà. A tutti i metalmeccanici diciamo che sarebbe bene andare allo sciopero generale del settore” ha detto sul placo la leader della Cgil, Susanna Camusso. “Al Governo diciamo – ha aggiunto – che non c’è una politica industriale per il Paese se non c’è una politica della siderurgia, un’idea del settore, una siderurgia che funzioni”.
“Vogliamo dire al Governo”, ha detto Susanna Camusso riferendosi alla riapertura del tavolo a Palazzo Chigi sull’Ast di Terni, “che a quell’incontro ci andremo con tutti i lavoratori dell’acciaieria, che la trattativa si farà con i lavoratori”. Per la leader Cgil “la convocazione delle parti non può significare che il Governo si limiti ad ascoltare l’azienda. Speriamo che Renzi abbia ricordato alla Merkel che la Thyssen con lo stabilimento di Terni di ha guadagnato”. A Confindustria, ha continuato Camusso nel comizio che ha chiuso la manifestazione, “vorremmo chiedere perchè non sostiene il futuro della produzione industriale di questo Paese”. E rivolgendosi al governo, la leader Cgil chiede ancora: “La darà anche alla Ast la riduzione dell’Irap? E invece di dire che dà alle aziende la facoltà di licenziare, dovrebbe dire cosa vuol fare per mantenere l’industria nel nostro Paese. Perchè il governo non chiede all’Ast di fare contratti di solidarietà? Sarebbe uno strumento per sostenere una fase di ampliamento del piano industriale mentre sembra invece prevalere l’idea del progressivo smantellamento dell’acciaieria. Noi non lo permetteremo”.
QUESTURA: 12 MILA Le cifre ufficiali della questura parlano di 12 mila persone scese in piazza a Terni. Viene anche confermato che la manifestazione si è svolta in maniera ordinata, senza problemi di ordine pubblico. Oltre 150 le forze dell’ordine, di tutti i corpi, che hanno vigilato in maniera coordinata sul corteo.
“FISCHI DA PERSONE ESTRANEE A VERTENZA” La Cgil, che al momento non fornisce cifre sul numero dei manifestanti, parla di una “manifestazione enorme” e di una piazza strapiena che ha seguito “con partecipazione tutti gli interventi dei rappresentanti sindacali, dei delegati di Ast, di lavoratori delle altre aziende in crisi e degli studenti”. In una nota il sindacato commenta anche i fischi all’indirizzo dei sindacalisti, soprattutto rivolti ad Angeletti e Camusso: “Dispiace che mentre la comunità si stringe intorno ai lavoratori Ast, un gruppo di persone estranee al sindacato e alla vertenza abbiano deliberatamente disturbato questa grande prova di unità dei lavoratori ternani”. Stessa cosa aveva sostenuto lo stesso Angeletti che aveva così affermato: “Credo ci siano stati alcuni che militano in organizzazioni diverse e immagino centri sociali”.
Difficile dire se i fischi siano partiti da “persone estranee alla vertenza” ma è certo che alla contestazione abbiano preso parte anche i lavoratori stessi come, almeno in parte, mostrano i due video di Terni Oggi pubblicati poco sopra in questo articolo.
SINDACO DI PERUGIA “Ho portato a Terni la solidarietà e la vicinanza dei perugini. Ho voluto testimoniare che battersi per il proprio lavoro, difendere la città dai pericoli di una gravissima involuzione economica, sostenere le ragioni di una comunità che vuole sperare nel futuro è un patrimonio di tutti. E deve esserci, su questi temi, l’impegno di tutti”: lo dice il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione di Terni in difesa dell’Ast.
“Qui – continua Romizi, in una nota del Comune di Perugia – non ci sono differenze politiche di sorta, né possibili timidezze. Tanto meno, campanilismi o sterili rivalità. Significati politici a parte, mi ha colpito la partecipazione dei ternani di ogni età, anche dei più giovani, in un grande sforzo per difendere la fabbrica. Sono immagini da non dimenticare. La mobilitazione di tutta una città, e delle altre città dell’ Umbria, deve però raggiungere un obiettivo: il Governo metta tutta la forza e l’autorevolezza di cui dispone per porre sul tavolo dell’Europa la questione delle acciaierie ternane, e della produzione dell’acciaio in Italia. Non vogliamo pagare gli interessi altrui. L’Italia alzi la voce”.
MARINI “Terni è l’Umbria e l’Umbria è Terni. Per questo siamo oggi qui, a manifestare in maniera unitaria in difesa delle acciaierie di Terni, del futuro della città come della nostra regione, e anche dell’industria siderurgica italiana”: è quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini che parla della “forte e comune volontà delle istituzioni regionali e locali di mettere in atto tutte le azioni possibili affinché innanzitutto possa al più presto riprendere la trattativa tra le parti”.
Marini ha inoltre sostenuto la necessità di un impegno unitario per affrontare la vertenza Ast perché “il futuro delle acciaierie è il futuro della città e della regione. Anche da qui, da questa straordinaria manifestazione di oggi, vogliamo ribadire con forza, come abbiamo già fatto ieri nell’incontro con il Governo, il nostro no a ogni iniziativa unilaterale assunta dall’azienda. Oggi abbiamo manifestato insieme ai lavoratori, alle organizzazioni sindacali, alla città perché la nostra volontà è quella di arrivare comunque ad una soluzione positiva della vertenza. E affinché ciò possa accadere – ha concluso la Marini – come Regione faremo la nostra parte”.
FOTO DELLA MANIFESTAZIONE DI TERNI PER AST
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