E’ il ministro allo sviluppo economico, Federica Guidi, la protagonista dell’accordo che ha portato al ritiro del piano industriale lacrime e sangue per l’Ast. Al termine del lunghissimo incontro al Mise, Guidi ha detto: “Difendere l’industria siderurgica italiana, e l’occupazione che garantisce, perché l’acciaio è una produzione essenziale per l’economia nazionale alla quale il Paese non può in alcun modo rinunciare è la strategia che il Governo sta portando avanti nelle numerose vertenze che hanno investito i maggiori gruppi siderurgici operanti in Italia, dall’Ilva alla Lucchini e all’Ast di Terni”.
“Per quanto riguarda in particolare Terni – ha aggiunto il ministro in una nota – la mediazione del Governo è riuscita ad evitare che atti unilaterali compromettessero il futuro di una presenza industriale essenziale non solo per la regione Umbria ma per tutto il territorio nazionale. L’impegno del Governo, delle istituzioni locali, dell’azienda e dei sindacati è adesso quello di raggiungere entro un mese un accordo che dia un futuro sostenibile al gruppo Ast.
“Sul fronte dell’Ilva – ha proseguito la Guidi – grazie all’azione condotta dal commissario Piero Gnudi e dalla nuova squadra manageriale portata a Taranto, è stato raggiunto un accordo con il sistema bancario che consente la prosecuzione dell’attività del maggior impianto siderurgico italiano, il pagamento delle spettanze ai lavoratori e ai fornitori, rendendo così possibile continuare la ricerca di un forte partner (come Arcelor Mittal e gli altri gruppi che hanno manifestato il loro interesse), in grado di sostenere gli ingenti investimenti necessari al suo rilancio”.
Per quanto riguarda infine la Lucchini, il ministro ha ricordato le trattative avviate dal commissario Piero Nardi con l’indiana Jindal per gli asset di Piombino e la vendita al gruppo Arvedi della controllata Ferriera di Servola con un piano di investimenti per 172 milioni.
“Per un Paese industrializzato come l’Italia – ha concluso il ministro Guidi – il settore siderurgico è una condizione indispensabile e imprescindibile affinché il prodotto interno lordo nazionale possa tornare a crescere a ritmi sostenuti. Il Governo è fortemente impegnato a raggiungere questo obiettivo anche nel suo ruolo di presidente di turno dell’Unione europea”.
BELLANOVA La sottosegretaria al Lavoro, Teresa Bellanova, che ha partecipato alle 15 ore di confronto sulla vertenza Ast di Terni, commenta così: “Il risultato della lunga trattativa, terminata solo nella prima mattinata di oggi, dimostra quanto sia difficile ma anche necessario il linguaggio del confronto. La strada concordata al tavolo, di revisione del piano industriale, deve portare “ad una soluzione in grado di rilanciare la competitività dell’impresa e della sua capacità produttiva, e che il suo futuro rappresenti anche il futuro dei lavoratori. Continueremo per questo – aggiunge – a dare tutto il nostro contributo affinché il confronto raggiunga il successo sperato. Non cantiamo vittoria, sappiamo quanto ciò sia difficile ma, anche se un mese passa più velocemente di quanto si immagini, siamo determinati a mettere a frutto l’esperienza migliore di ciascuno di noi perché questa strada conduca alla via d’uscita”.