Non bastavano gli aumenti decretati con le quattro manovre in sei mesi dei governi Berlusconi e Monti. Il fatto è che in Italia ci sono anche degli automatismi tariffari, sicché, come ogni 1 Gennaio, aumentano le tariffe delle autostrade. E c’è anche il federalismo fiscale, sicché le amministrazioni regionali, poverine, sempre più bisognose di soldi, usano tutte le leve che la legislazione mette a loro disposizione. Il risultato? Un’altra ministangata nei confronti degli automobilisti.
Partiamo dalle autostrade. Da ieri i pedaggi sono aumentati, in media, del 3,51%. Lo ha reso noto l’Aiscat, l’associazione delle società concessionaria di autostrade e trafori, spiegando che l’incremento servirà a finanziare sia nuovi investimenti sia quelli necessari all’ammodernamento della rete. Ovviamente la media nasconde al suo interno parecchie differenze: per esempio, sulle Autovie Venete (Venezia-Trieste, Udine-Tarvisio, Portogruaro-Pordenone) l’incremento medio è stato del 12,9%, sulla Brescia-Padova del 7,45%, sul raccordo della Valle d’Aosta del 14,17%, sulla Napoli-Salerno dello 0,31%. Ma anche queste medie nascondono parecchie insidie. Può capitare, infatti, che tra una coppia di caselli della stessa autostrada gli incrementi siano ben superiori alla media.
Addizionali regionali sui carburanti. Sempre da ieri una raffica di aumenti ha riguardato i distributori della Liguria e di quasi tutto il Centro Italia: Toscana, Umbria, Marche, Lazio. In Toscana e nelle Marche le accise sono aumentate di ben cinque centesimi al litro (+ Iva, ovviamente), in Umbria di quattro centesimi, nel Lazio di 2,6 centesimi, in Liguria di 2,5 centesimi. I prezzi, già schizzati in alto in tutta Italia il 7 dicembre scorso dopo il varo del cosiddetto decreto Monti, hanno toccato punte massime di 1,8 euro al litro. Insomma, un inizio d’anno col botto. E a pagare siamo sempre noi.
Fonte: Quattroruote