Buco Diocesi Terni, tornano liberi i tre arrestati a luglio per indagine Castello di San Girolamo

Tornano liberi l’ex direttore dell’ufficio tecnico della Diocesi di Terni, Luca Galletti, l’ex economo della stessa curia, Paolo Zappelli, e il dirigente del settore Urbanistica del Comune di Narni, Antonio Zitti arrestati il 17 luglio scorso nell’ambito dell’indagine sulla vendita del castello di San Girolamo a Narni. Il gip di Terni Pierluigi Panariello ha infatti revocato gli arresti domiciliari nei confronti dei tre. Il provvedimento, che ha avuto il parere favorevole del sostituto procuratore Elisabetta Massini, è stato notificato alle parti nei giorni scorsi, ma se ne è avuta notizia oggi. Per il giudice sono dunque venute meno le esigenze cautelari.

Truffa, turbativa degli incanti e falso le accuse contestate ai tre, mentre il tribunale del Riesame, al quale la scorsa estate si erano rivolti i loro difensori, aveva fatto cadere l’ipotesi di associazione a delinquere contestata inizialmente. Tutti e tre si sono sempre dichiarati estranei ai reati contestati.

L’indagine condotta dalla squadra mobile della questura di Terni è legata al buco di bilancio milionario della Diocesi ternana. Oltre 20 milioni di euro di debiti che l’amministratore apostolico Ernesto Vecchi sta cercando di ripianare anche grazie al prestito di 15 milioni di euro recentemente ricevuto dallo Ior. Secondo indiscrezioni, per quel maxi buco sarebbe indagato anche Vincenzo Paglia, vescovo di Terni dal 2000 al 2012 ed oggi in Vaticano nel ruolo di presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Quelli dell’amministrazione Paglia sono anni segnati da un grandissimo attivismo della Diocesi nel settore immobiliare, e dietro molte operazioni ci sarebbero delle truffe che hanno svuotato le casse della Curia.

Soddisfatto l’avvocato di Zitti, Federico Olivo, che commenta: “Le esigenze cautelari, inizialmente sopravvalutate dai giudici, si sono fortemente ridimensionate”. Secondo quanto riferisce il legale il dirigente è stato temporaneamente sospeso dalla sua attività dall’Amministrazione comunale “che ha comunque sempre mostrato il proprio sostegno al mio assistito circa la regolarità della vicenda”.

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