Arrestati due dirigenti Diocesi di Terni e un tecnico del Comune di Narni. Castello San Girolamo sequestrato

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duomo-terniL’inchiesta sui debiti della Diocesi di Terni arriva ad una svolta. Questa mattina poliziotti e finanzieri hanno arrestato due ex dirigenti della Diocesi di Terni e un tecnico del Comune di Narni: sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e alla truffa. E’ stato inoltre sequestrato il Castello San Girolamo di Narni.

A finire in manette Luca Galletti, ex direttore dell’ufficio tecnico della Curia di Terni, Narni, Amelia (si era dimesso qualche mese fa), ed ex presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (fino a qualche tempo fa); Paolo Zappelli, già economo della Curia di Terni (dimessosi qualche mese fa), e Antonio Zitti, dirigente del Comune di Narni.

Castello di San Girolamo. L’inchiesta sul Castello San Girolamo, condotta dal pm di Terni Elisabetta Massini, è derivata da quella principale sugli ammanchi alla Curia di Terni (si parla di circa 30 milioni di euro) e riguarda presunte irregolarità nella gara per la vendita all’asta, da parte del Comune, del Castello San Girolamo di Narni.

La vicenda era salita alla ribalta qualche mese fa. Nel 2011 il Comune di Narni aveva ceduto l’immobile del Castello San Girolamo per un milione e 760 mila euro; ad acquistarlo tre soggetti: “Sim, Società iniziative immobiliari” (700 mila euro), Diocesi di Terni (900 mila euro) e Ente seminario vescovile di Narni (160 mila euro). La Sim era di proprietà di Luca Galletti (direttore dell’ufficio tecnico della diocesi) e Paolo Zappelli (direttore dell’ufficio amministrativo della diocesi).

Secondo i programmi, il castello sarebbe dovuto essere trasformato in un lussuoso albergo. In realtà i lavori di ristrutturazione non sono mai partiti ed è poi saltato fuori che negli accordi di compravendita era stata inserita una clausola di recesso per i due istituti religiosi. Il sospetto era che la partecipazione di Diocesi e seminario vescovile fosse una sorta di (sconveniente) copertura e che la gestione immobiliare sarebbe stata lasciata in esclusiva alla società. Ora, alla base degli arresti, gli inquirenti hanno riscontrato gravi irregolarità nell’asta (cui aveva partecipato anche una società sarda risultata perdente).

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