Quanto sono disastrati i conti del Comune di Terni? La domanda sembra destinata a restare ancora a lungo senza risposte definitive: l’amministrazione ha presentato un piano di rientro per 11 milioni di euro ma in molti ritengono che quelli siano solo la punta dell’iceberg. E continuano ad emergere elementi che sembrano avvalorare tale ipotesi.
Oggi il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, rende noto che l’Asm ha chiesto al Comune il pagamento di circa 9,5 milioni di euro.
Il comunicato di Thomas De Luca:
“Ci aspettavamo che piovesse non che grandinasse.
L’Azienda Speciale Multiservizi, in breve ASM, chiede al Comune di Terni 9 milioni e mezzo di euro. Lo fa supportata da carte, cifre e circostanze.
5,5 milioni di debiti fuori bilancio più 4 milioni debiti riconosciuti ma mai sanati. Grave, anzi gravissimo che tali cifre siano state omesse dal piano di pre-dissesto, numeri che quasi raddoppiano l’ammontare totale dei debiti fuori bilancio. Una volontà chiara di nascondere che si manifesta con la “dimenticanza” nel comunicarle nella lettera di risposta alle osservazioni del Ministero.
Mancata corresponsione della T.A.R.I. L’ASM chiede in primo luogo 913.216,35 di euro, frutto di un errato calcolo avvenuto nella transizione tra la gestione della riscossione diretta da parte dell’azienda al Comune di Terni.
Immobili mai trasferiti 4.000.000 euro è invece l’ammontare del debito fuori bilancio riconosciuto nel 2012 dal consiglio comunale, il quale aveva deliberato di chiudere la partita con la cessione di immobili tra cui la palazzina di piazza San Francesco. Da 5 anni la cessione di tali immobili non è mai avvenuta. Questa mancanza ha comportato una perdita di valore immobiliare di 1.250.000 euro tra il 2012 e il 2017.
Spese mai riconosciute A questo vanno aggiunti 2.252.899,77 euro di debiti fuori bilancio non riconosciuti dagli uffici comunali ma per i quali ASM dichiara di essere pronta a procedere verso il contenzioso, in quanto per servizi resi secondo la stessa azienda.
Indennizzo servizio idrico 2 milioni e mezzo è invece la partita relativa all’indennizzo per l’interruzione dell’affidamento in house del servizio idrico per cui il Comune, maggioranza all’interno dell’ATO, scelse la strada di togliere la gestione ad ASM per affidarla al privato. Riconosciuta in un primo momento nel 2008, il comune fa totale dietro-front nel 201_ motivando tale scelta con un parere legale del tutto contraddittorio. Basti pensare che la SII viene costituita a fine 2011 il contratto di servizio con ASM viene stipulato a giugno 2002 fino al 2050.
Certo ormai che il silenzio da parte degli organi di controllo, in particolar modo il collegio dei revisori, comincia a diventare insostenibile e inaccettabile verso disastri che altrove godrebbero di ben altra attenzione”.