L’ alleanza fra Chrysler e Fiat comincia a dare i suoi frutti: quella che vedete è la Fiat Freemont, versione profondamente aggiornata della Dodge Journey (auto del 2008, e che da tre mesi non è più in vendita in Italia) dalla quale si distingue non tanto per la linea (diversa solo nel frontale), ma per l’ abitacolo meglio rifinito e con un’ inedita plancia arrotondata. Esclusive per la Freemont alcune modifiche alla meccanica, giusto quanto basta per rendere l’ auto più adatta alle esigenze di guida degli automobilisti europei. Ci riferiamo alla messa a punto di sospensioni e sterzo, oltre che all’ impiego dei 2.0 turbodiesel di produzione Fiat, con 140 o 170 cavalli. In autunno si aggiungeranno le Fiat Freemont a trazione 4×4 con il cambio automatico a sei rapporti abbinato al 2.0 turbodiesel da 170 CV o a un 3.6 V6 a benzina da 276 cavalli.
La Fiat Freemont esce dai soliti schemi tradizionali per entrare nella sempre più numerosa famiglia delle crossover, vetture che uniscono caratteristiche di modelli diversi. Per esempio, le proporzioni della carrozzeria si avvicinano a quelle di una station wagon, ma l’ aspetto massiccio e la posizione di guida rialzata sono tipiche delle suv; l’ abitacolo, invece, pratico e con sette posti (di serie) s’ ispira a quello delle monovolume. Comunque la si veda, la sostanza non cambia: se cercate tanto spazio, una carrozzeria che si fa notare e un prezzo ragionevole, la Fiat Freemont offre tutte e tre le cose. E a proposito di prezzi, la Fiat Freemont 2.0 Multijet da 140 cavalli, con il più ricco dei due allestimenti (l’ Urban) e gli interni in pelle (1.250 euro), si porta a casa con 28.450 euro: davvero pochi soldi per un’ auto di queste dimensioni (489 cm di lunghezza), con sei airbag, “clima” automatico trizona, Esp, fendinebbia, radio con Bluetooth e presa usb, cerchi in lega di 17 pollici, sedile di guida a regolazione elettrica, sensori di distanza (solo dietro) e vetri posteriori scuri.
Che la Fiat Freemont punti molto sulla praticità lo si vede appena si apre una porta. Lo spazio abbonda e ci sono ganci per i sacchetti nello schienale del sedile di guida, oltre a innumerevoli portaoggetti. Fra i tanti, quello cui si accede sollevando la seduta della poltrona anteriore destra, e gli altri due sotto i piedi di chi si accomoda sul divano. Tuttavia, nemmeno uno è refrigerato. Per quanto riguarda le finiture, la Fiat Freemont bada più al sodo che all’ apparenza, ma nel complesso sono abbastanza gradevoli ed è apprezzabile il rivestimento morbido per gran parte dell’ invadente plancia. Tornando alla praticità, il divano può scorrere di 10 centimetri e, agendo su una leva vicino al poggiatesta, si ripiega a libro per dare accesso alle due poltroncine che fuoriescono dal fondo del baule (sufficienti a ospitare decentemente due adulti). Mantenendo cinque posti in uso, il bagagliaio ha una buona capienza e una forma regolare, con il fondo che rimane piatto, anche ripiegando sia il divano sia lo schienale del sedile del passeggero anteriore. Però, la soglia di carico è molto alta: ben 80 centimetri dal suolo. Altro limite l’ assenza (almeno per ora) di un tendalino (avvolgibile o a fisarmonica) per nascondere i bagagli quando si viaggia nella configurazione a cinque posti (in parte aiutano i vetri posteriori scuri, di serie); mentre con tutti i sedili in uso, è previsto uno striminzito telo (da fissare con degli elastici) che protegge le valigie dagli sguardi troppo interessati.
Bastano poche curve per apprezzare il lavoro fatto dai tecnici Fiat per dare alla Freemont un comportamento stradale meno “americano”, ossia più reattivo. Lo sterzo offre maggiore precisione rispetto a quello della Dodge Journey e, considerati il peso elevato (1800 kg) e le notevoli dimensioni, in fatto di maneggevolezza la Fiat Freemont non se la cava male nelle curve, con il retrotreno si mantiene sempre ben stabile. Superati i 1800 giri, il 2.0 da 140 cavalli mostra una buona vivacità e, anche nelle riprese dalle basse andature e con inserita una marcia alta, prende giri con una certa rapidità. Il cambio manuale inserisce dolcemente le sei marce, ma la leva molto arretrata non è agevole da manovrare per chi non è di alta statura. Altra scomodità, il pedale della frizione: richiede alla gamba uno sforzo notevole per essere premuto. Quanto alle prestazioni dichiarate, i 12,3 secondi per raggiungere i 100 km/h partendo da fermi e i 180 km/h velocità massima ci si sono sembrati alla portata della Freemont. Non così il consumo medio di 15,6 km/litro.
PREGI
– Abitabilità: cinque persone viaggiano comode. E le due in più sedute nella terza fila non si lamentano.
– Guida: rispetto alla Dodge Journey è un bel passo avanti: sono migliorati lo sterzo e l’agilità.
– Prezzo: non è alto, e con la promozione diventa davvero invitante.
DIFETTI
– Cambio: la leva così arretrata non è ben manovrabile.
– Copribagagli: manca una copertura per nascondere il contenuto del baule quando si ha il divano in uso e i due posti della terza fila sono ripiegati
– Soglia di carico: è molto alta da terra: 80 centimetri sono parecchi quando si deve sollevare carichi pesanti.
Fonte: al Volante