Il Comune di Terni aumenta le aliquote Imu: ”Costretti per garantire stesso gettito dell’Ici”

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Il Comune di Terni aumenterà le aliquote Imu per garantirsi lo stesso gettito assicurato nel 2011 dall’Ici. A renderlo noto è il vicesindaco e assessore comunale al Bilancio Libero Paci spiegando che “gli uffici comunali stanno lavorando alla definizione del quadro con ipotesi e simulazioni sulla base dei dati disponibili, con l’obiettivo di approntare un regolamento da sottoporre all’approvazione del consiglio comunale”.

Secondo Paci l’aumento delle aliquote è una “scelta obbligata”, in quanto “la sottrazione da parte dello Stato di una parte importante del gettito dell’Imu comporta per i Comuni, minori introiti rispetto all’Ici”. Questi ultimi per il vicesindaco, insieme ai tagli dei trasferimenti statali, costringeranno i Comuni, per fare i bilanci 2012 e garantire i servizi, “a modulare in aumento le aliquote per garantirsi lo stesso gettito assicurato nel 2011 dall’Ici”.

Il lavoro svolto in questi giorni dagli uffici comunali riguarda 56.001 fabbricati ad uso abitativo, 1.917 uffici, 4.066 negozi, 751 laboratori e 1.322 attività produttive, per i quali é prevista l’applicazione dell’Imu sulla base di una rivalutazione delle rendite catastali. Per quanto riguarda le abitazioni, considerando che a livello nazionale circa il 75% delle famiglie abita in un immobile di proprietà, è presumibile che nel comune di Terni circa 39.000 unità siano utilizzate come abitazioni principali.

Per la prima casa la normativa prevede una aliquota base del 4 per mille con una franchigia di 200 euro e detrazioni di 50 euro per ogni figlio convivente con età non superiore ai 26 anni; considerando la sola franchigia, circa il 25% di fabbricati saranno esentati dall’Imu, questa percentuale è destinata a crescere con l’applicazione delle detrazioni per i figli, che ammontano a complessivi 700.000 euro. Per le seconde abitazioni e tutti gli altri immobili con aliquota base del 7,6 per mille è prescritto dalla normativa che il 50% del gettito sia versato nelle casse dello Stato.

Paci fa sapere che tra le ipotesi al vaglio c’è quella di tutelare l’abitazione principale “per la quale oltre a franchigie e detrazioni che producono esenzioni e abbattimenti significativi del tributo” la previsione è di “una aliquota possibilmente al di sotto del 5,5 per mille applicata a suo tempo per l’Ici. Per gli altri immobili – conclude il vicesindaco – vanno valutate agevolazioni per alcune particolari categorie e va ragionato su una inevitabile elevazione dell’aliquota senza pur tuttavia giungere, se ve ne saranno le condizioni, all’applicazione dell’aliquota massima”.

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