Liberati: “In Ast imperversa criminalità, ecco nuove prove”

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Truffe ai danni dell’Ast, ai danni dei lavoratori e della città di Terni. Due clamorosi casi sono finiti agli onori delle cronache giudiziarie (l’operazione “acciaio d’oro” del 2015 e l’operazione “acciaio sporco” del 2016). Ora però il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, parla di “canaglie” la cui “avidità criminale” sarebbe tutt’altro che sporadica o occasionale. E diffonde alcune foto come “nuove prove” di truffe ben congeniate in grado di generare importanti danni economici ed ambientali.

Il comunicato di Andrea Liberati:

“Qualche giorno fa abbiamo parlato di sodalizi criminali che hanno zavorrato –e tuttora zavorrano- il futuro della ThyssenKrupp e delle sue stesse maestranze, con un danno finanziario-industriale, ambientale e sociale ancora da decifrare pienamente.

foto lib acciai 3Facciamo un esempio: se tra i rottami necessari alla produzione di acciaio fossero stati infilati, per anni, terra o cemento o altri “materiali non rispondenti”, come descritto da certe cronache giudiziarie, quanti soldi reali avrebbe gettato fin qui l’Acciaieria? E quanto altro inquinamento –inatteso, visti gli standard fusori- sarebbe stato generato, nemmeno catturato dai filtri, ammesso che poi tali dispositivi funzionino davvero? Quanti ulteriori ‘correttivi’ sarebbero stati poi necessari a produrre acciaio di alta qualità, con spese aggiuntive e insostenibili?

foto lib acciai 1Altro esempio molto attuale: quante ulteriori diossine e PCB sarebbero disperse nella Conca ternana se il minuscolo rottame di tornitura fosse spruzzato di olii, affinché, alla materia prima, si leghino scientemente granuli di sabbia atti ad alterare la bilancia, fino al 30/40/50% della pesa? Ecco l’ultima trovata di certe canaglie, habitué di un’avidità criminale fino all’abiezione.

foto lib acciai 2foto lib acciai 4Le allegate immagini, scattate dopo l’operazione giudiziaria delle scorse settimane, dimostrano come negli Stabilimenti un certo andazzo delittuoso –contro i lavoratori, contro l’impresa, contro la città- prosegua come se nulla fosse!

Sta emergendo abbastanza materiale da indurci a credere che la vertenza AST del 2014 sia stata cagionata più dalla vasta corruzione in seno alla TK di Terni che da reali contingenze di mercato. E’ bene che l’azienda e le forze politiche e sociali approfondiscano al più presto un tema tanto cruciale, chiarendo puntigliosamente il pesantissimo prezzo di tali fattispecie criminose.

Possibile che nessuno –tra coloro che contano- si accorga di alcunché? Possibile che gli apicali di questa comunità e di questa regione non siano informati mai di nulla? Oppure l’omertà è regola di vita per alcuni protagonisti? E perché, di grazia? Provo imbarazzo e umano dispiacere per voi. Per chi vive nel buio e nella menzogna.

Il M5S non attenderà altre drammatiche vertenze per denunciare il marciume comodamente insediato in quello Stato nello Stato che è la TK-AST: l’ipotizzabile pervasiva presenza della criminalità organizzata anche a Terni e, in particolare, contro questa grande realtà produttiva internazionale, si traduce infatti in un attacco senza precedenti alla sicurezza dell’intera società umbra, con rischi per la salute dei dipendenti TK e dei residenti, nonché per la sopravvivenza della stessa impresa. Un attacco tanto spudorato da poter esser finalmente scoperto.

Frattanto, raccolte queste immagini, le abbiamo anzitutto doverosamente girate alle autorità competenti.

Nelle prossime ore coinvolgeremo pure le Commissioni antimafia nazionale e regionale, oltre quella parlamentare sul Ciclo dei rifiuti. Metteremo in campo ogni iniziativa per ricacciare nell’angolo questi vigliacchi”.

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