Nella tarda serata di ieri è stato notificato al presidente del consiglio regionale dell’Umbria, Eros Brega, l’avviso di conclusione indagini della procura di Terni su fatti legati agli Eventi valentiniani e rispetto ai quali lo stesso Brega, sin dall’avvio dell’inchiesta, rivendica la correttezza del proprio operato. Lo ha reso noto oggi il suo difensore, l’avvocato Manlio Morcella. L’accusa di peculato riguarda l’uso dei contributi pubblici e privati all’associazione Eventi valentiniani che, per la procura, sarebbe stato scorretto. Il presidente del consiglio regionale è inoltre indagato per concussione in seguito ad un incontro avvenuto tra Brega e il direttore della Confcommercio Leandro Porcacchia, quando questi era stato arrestato pochi giorni prima con l’accusa di estorsione per aver chiesto una tangente da 100 mila euro a un ristoratore. Secondo l’accusa, durante una visita istituzionale nel carcere, Brega avrebbe indotto un ufficiale delle guardie carcerarie a permettergli di avere un colloquio con Porcacchia.
Secondo il legale l’atto processuale “è quasi per l’intero riproduttivo dell’originario avviso a comparire. Tanto che seguita ad ipotizzare – afferma l’avvocato Morcella in una nota – il coinvolgimento del politico in episodi di supposto peculato, astrattamente perpetrato da una pluralità di soggetti, ma del quale dovrebbe rispondere da solo, unitamente all’ex direttore della Confcommercio di Terni; in un episodio di inesistente falso; in altro di assurda calunnia che egli avrebbe consumato nella paradossale veste di diffamato; ed infine in una improspettabile concussione”.
Il legale critica quindi l’indagine della procura di Terni “caratterizzata – sostiene – da una serie di non trascurabili irregolarità giuridiche oltreché di omessa valutazione di ‘elementi dirimenti’. Deve essere al riguardo posto in luce – aggiunge – che la ipotesi di contestazione che attiene all’inverosimile peculato, unica su cui dover interloquire, è rimasta invariata nei lunghi mesi di indagine, durante i quali la difesa ha vanamente prodotto memorie con allegazioni documentali contrarie all’assunto accusatorio, ed inoltre, ancora vanamente, per ben quattro volte richiesto una perizia contabile, da assumere con la forma dell’incidente probatorio, inoltrata allo scopo di chiarire in contraddittorio con la accusa le risultanze contabili degli Eventi Valentiniani, concernenti il periodo 2001/2005. Incidente probatorio, sempre inspiegabilmente negato dal pm, con la acritica accondiscendenza del gip. Con motivazioni contraddittorie, in sé e/o in relazione a precedenti scritti, tanto a firma del pm, quanto a firma del gip. Quasi che – conclude l’avvocato Morcella – al legale rappresentante dell’Umbria fosse insomma inibito il diritto di difendersi”.
“Il presidente del consiglio regionale – sottolinea ancora il suo difensore – nonostante ciò, ossequioso del ruolo istituzionale, ha sino ad oggi mantenuto un profilo di assoluto riserbo. E tale rimarrà la sua scelta comportamentale di fondo. Fermo però il suo sopraggiunto impegno di assicurare per l’avvenire alla vicenda il controllo della informazione: onde consentire alla opinione pubblica, così resa partecipe del tutto, di valutare, certo la giustezza o la ingiustezza degli addebiti a lui mossi, ma anche, e nell’un tempo, il quomodo a mezzo del quale le indagini, e non solo questa indagine, sono state coltivate. In rigorosa attuazione di principi base della democrazia, che debbono essere ottemperati da chicchessia, a prescindere dai ruoli e dalle funzioni rivestite. Perché l’enunciato di intenti si attui effettivamente nel concreto, gli organi di informazione saranno messi nella condizione di acquisire ogni notizia – conclude l’avvocato Morcella – in una apposita conferenza stampa che verrà indetta nei prossimi giorni”.
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