La Procura di Terni ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega, con le accuse di peculato e concussione. La vicenda riguarda la gestione degli Eventi Valentiniani: Brega se ne è occupato dal 2001 al 2005, prima come assessore alla Cultura del Comune di Terni e poi come presidente dell’associazione Eventi Valentiniani. Secondo le accuse del pm Elisabetta Massini che ha condotto le indagini, avrebbe sottratto 200mila euro (da qui l’accusa di peculato). L’accusa di concussione riguarda invece due episodi. Il primo: per la Procura, Brega durante una visita istituzionale nel carcere di Terni avrebbe fatto pressioni su un ufficiale delle guardie carcerarie per permettergli di avere un colloquio con l’ex direttore di Confcommercio Terni, Leandro Porcacchia. Proprio dall’arresto di Porcacchia (che poi ha patteggiato per l’accusa di corruzione) avevano infatti preso corpo le indagini su Brega, chiuse lo scorso ottobre (qui l’articolo). Il secondo episodio: Brega avrebbe invitato un imprenditore (che era sotto indagini della guardia di finanza) a versare fondi per la sua campagna elettorale alle elezioni regionali per evitare ulteriori controlli contabili.
Eros Brega torna a ribadire “la certezza della propria assoluta radicale estraneità” alle accuse che gli sono state mosse dopo la richiesta di rinvio a giudizio della procura di Terni. Innocenza che “lo sviluppo procedimentale-processuale dell’inchiesta non potrà non dimostrare” sottolinea il suo difensore Manlio Morcella in una lunga nota nel quale vengono rilette e contestate duramente alcune fasi delle indagini. Come “uomo delle istituzioni”, Brega sottolinea di “mantenere inalterata la fiducia nella magistratura”.
“Dopo che di concerto, procura e gip, avevano respinto ben quattro richieste di incidente probatorio inoltrate dalla difesa – spiega il legale – per ottenere l’ammissione di una perizia di natura tecnico-contabile, volta a fare chiarezza sui peculati, che poi, al più, sarebbero appropriazioni indebite prescritte, asseritamente consumati da Brega, nell’ambito degli Eventi Valentiniani; dopo che l’ultima di tali istanze, in data 25 maggio 2012, veniva rigettata con la motivazione: ‘Considerato che sebbene la richiesta appaia ammissibile e rilevante alla luce delle puntuali contestazioni formulate dalla difesa del Brega, si ritiene opportuno attendere l’esito degli accertamenti disposti dal pm, il quale ha preannunciato nel parere in atti un ridimensionamento o comunque una modificazione dell’originaria impostazione accusatoria, onde non sottoporre al perito temi di indagini che potrebbero rivelarsi inutili’; nel mentre il Comune di Terni, con delibera consiliare 277 del 26 novembre del 2012 avvalorava il fondamento delle tesi difensive, inserendo le partite oggetto di addebito penale, fra le poste fuori bilancio, a conferma dell’essere qualificate le relative spese, come corrette e come inerenti alla predetta manifestazione, in quasi contestualità, veniva notificato all’indagato l’avviso conclusioni indagini. Che viceversa riproduceva pedissequamente la primigenia contestazione. Il contrasto tra il contenuto della trascritta giustificazione per negare l’incidente probatorio, e la immutazione degli addebiti, nel presidente del Consiglio regionale destava dapprima stupore che si trasformava poi in pesantissimo disappunto, in ragione delle circostanze che sarebbero emerse”.
“A mero titolo esemplificativo, dove la locuzione ‘a mero titolo esemplificativo’, deve essere doverosamente sottolineata”, l’avvocato Morcella cita “l’esame delle copie dell’incartamento, messe a disposizione della difesa in modo tardivo ed irrituale, consentiva di apprendere che il pm, nel corso delle indagini, aveva disposto ben quattro consulenze, di cui le prime tre sviluppate sul quasi niente della documentazione contabile della associazione Eventi Valentiniani. Visto che il grosso della documentazione sarebbe affiorato – aggiunge – solo nel marzo 2012, per l’opacissima causale di essere andata persa, nella fase di trasferimento della Confcommercio, dalla vecchia sede alla nuova sede. Il rocambolesco rinvenimento della documentazione, verosimilmente in qualche modo favorito dall’entrata in scena del nuovo meritevole dirigente della squadra mobile di Terni, avrebbe spinto il pm procedente a chiedere ed ottenere una quarta consulenza, che si concludeva il 5 settembre 2012 in questi termini ‘Nella relazione depositata presso gli Uffici della Repubblica in data 20 gennaio 2012 era stata rilevata la mancanza della documentazione giustificativa di alcune spese sostenute dalla associazione Eventi Valentiniani. Alla luce delle fatture ricevute solo in data 30.03.2012 e’ stato possibile verificare l’inerenza di tali spese ad eccezione di quelle documentate dalle fatture che seguono omisssis’ (sei fatture per 6.660 d’assieme): quindi un peculato, meglio una appropriazione indebita, continuato-a, pari a qualche centinaia di migliaia di euro, veniva ridotto alla supposta residua ruberia pari a meno di circa 7.000 euro complessive. Correlate a sei operazioni in uscita che di per sé lunga la dicono sulla apprezzabilità della inchiesta”.
“Le scelte accusatorie che residuano – prosegue l’avvocato – saranno contrastate a tempo debito, fermo rimanendo che, da un lato, la contestazione concernente la ipotetica concussione subita da un imprenditore, non risale al periodo in cui Brega era presidente del Consiglio regionale ed attiene ad accaduto soggetto a ben altra lettura; e che, d’altro lato, i residui addebiti non si ritengono degni di replica espressa. Non sono stati rispettati i diritti della difesa, rilevato che a fronte della notifica dell’avviso di conclusioni indagini avvenuta il 15 ottobre, solo il 6 novembre 2012 sarebbero stati inviati per e-mail allo studio Morcella, molte delle copie che riguardavano il fascicolo delle indagini preliminari. Di talché esclusivamente da quella data sarebbero potuti decorrere i 20 giorni entro i quali la difesa avrebbe potuto far valere le sue ragioni. Con la conseguenza per cui la udienza preliminare fulmineamente fissata per il 14 gennaio prossimo venturo, non potrà non importare una regressione degli atti all’Ufficio del pm. Per assicurare una obbligata rivisitazione dell’impianto accusatorio, nel rispetto del contraddittorio e per così contribuire a sanare la molteplicità delle inesattezze procedurali che annidano nella inchiesta, connotata in negativo da una serie di forzature di formidabile valenza, talune persino di stampo documentale”.
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