Le istituzioni locali devono chiedere a Renzi di bloccare ogni azione riguardante l’Ast (già messi in atto i licenziamenti e le decurtazioni salariali). E’ quanto sostengono il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S), i parlamentari umbri del Movimento 5 Stelle (Lucidi, Ciprini e Gallinella), l’europarlamentare Agea ed il gruppo consiliare M5S di Terni. I pentastellati aggiungono di voler entrare nella discussione, non considerando ancora chiusa la partita.
In una nota congiunta gli esponenti del Movimento 5 Stelle scrivono: “A valle della decisione, arrivata in tarda serata di ieri, di chiusura della trattativa tra Governo, istituzioni locali e sindacati da una parte, e azienda dall’altra, riteniamo doveroso che il futuro di questa vicenda passi ancora per Terni e che la decisione finale venga presa al termine di una nuova fase di concertazione. Prima che inizi la giostra dello scaricabarile Regione Umbria, Provincia di Terni e Comune di Terni devono chiedere al loro vertice politico di bloccare ogni azione riguardante il sito ternano”. Il riferimento è a Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico.
“I sindacati – prosegue la nota dei 5 Stelle – devono invece adoperarsi per definire un piano di ottimizzazione aziendale in sinergia con gli operai e i tecnici. Ast-Tk deve mantenere l’impegno di cura e rispetto del sito. Apertura al confronto, come scritto nel loro piano aziendale di responsabilità sociale, anche verso le istanze esterne ai muri di viale Brin. Ast deve garantire che, per il sito di Terni, ogni strada percorribile venga analizzata e studiata per scongiurare errori, che come in passato, hanno penalizzato la città e il suo tessuto sociale e ambientale. Tk ha il dovere di garantire un futuro prospero per tutte le famiglie e lavoratori coinvolti direttamente o indirettamente, così come Ast ha dato risorse e lustro al mondo dell’acciaio in generale ed alla stessa Tk nello specifico”.
Aggiungono gli esponenti del Movimento 5 Stelle: “Ricordiamo alle amministrazioni locali, al Pd, al Governo, che l’articolo 41 della Costituzione stabilisce che: ‘L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali’. È dovere morale delle parti coinvolte rispettare questo principio costituzionale andando oltre semplici aspettative o speranze. M5S si riserva nelle prossime ore di prendere contatti direttamente con Governo, azienda e maestranze, non considerando ancora la partita chiusa”.