Il Comune di Terni si costituisca parte civile nel processo Asm. Lo chiedono Udc e Lista Baldassarre con un atto di indirizzo da discutere in consiglio comunale prima del 20 marzo, data della prima udienza del filone ambientale del processo Asm. In quell’occasione il Comune dovrà decidere se costituirsi parte civile nei confronti dei 20 imputati tra cui figurano l’ex sindaco Paolo Raffaelli e alcuni dirigenti dell’azienda municipalizzata.
A loro, a vario titolo, vengono contestate norme in materia ambientale per aver, tra le altre cose, svolto “attività di smaltimento dei rifiuti sanitari in mancanza della prescritta autorizzazione, scaricato nel fiume Nera acque reflue industriali contenenti metalli pesanti, sottovalutato il rischio cancerogeno derivante dalla presenza di cromo esavalente e compilato falsamente i certificati di analisi su acque reflue e ceneri”. La procura di Terni li accusa di disastro ambientale, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e maltrattamenti nei confronti dei lavoratori. Molti dei reati ambientali contestati cadranno però in prescrizione già a marzo, probabilmente prima dell’inizio del processo.
Per Antonio Baldassarre se il Comune non si costituisse parte civile “tradirebbe i cittadini. Il compito di un sindaco – dice il presidente emerito della Corte Costituzionale – non è quello di solidarizzare con gli imputati, ma di difendere i cittadini. Il sindaco in futuro eviti di parteggiare pubblicamente a favore di imputati in procedimenti giudiziari in quanto, sebbene possano esserci legami personali frutto di amicizia o di comunanza politica, il primo cittadino rappresenta tutta la comunità e non solo una parte di essa”.
Enrico Melasecche chiede invece che gli imputati che hanno amministrato per anni la città affrontino il processo rinunciando alla prescrizione: “Bersani e Veltroni chiedono a Berlusconi di rinunciare alla prescrizione. Noi chiediamo agli imputati politici di fare altrettanto. Se sono innocenti attendano che il giudizio faccia il suo corso”. L’invito è chiaramente rivolto in primo luogo a Raffaelli e Porrazzini.
Udc e Lista Baldassarre hanno inoltre firmato un altro atto di indirizzo con il quale chiedono di introdurre il divieto di affidare incarichi pubblici a chi è stato condannato per illeciti penali e a chi non è stato condannato perché ha usufruito della prescrizione. Una regola generale sacrosanta che forse viene avanzata con gli occhi rivolti a Stefano Tirinzi che risulta tra i 20 imputati in via di prescrizione, all’epoca dei fatti presidente Asm e oggi direttore generale della stessa.
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